Approccio russo all'italiano

Musica, immagini di luoghi celebri e la relazione diretta con le persone: il progetto di un video-manuale per studiare la lingua del Belpaese, ma anche il russo per gli stranieri, rivoluziona i soliti metodi di apprendimento

In Russia, chi vuole imparare la lingua italiana ha solo l’imbarazzo della scelta. Scuole, corsi individuali, di gruppo; lezioni private, anche on-line e via Skype, tenute da insegnanti madrelingua e non solo: il Web è stracolmo delle proposte più varie. C’è chi offre fino a 25 euro per passare un’oretta chiacchierando a tu per tu con un italiano madrelingua, godendosi un espresso in una caffetteria di Mosca. Ci sono, poi, i “club di conversazione” per gli amanti della lingua italiana che, tramite blog e social network, si cercano e organizzano ritrovi per praticarla.  

La copertina

del libro di Anna Pavlovskaja

"L'Italia e gli italiani"

Ogni proposta ha un su pubblico: è così per “Poliglot”, il corso intensivo di lingua in 16 puntate tenuto dal poliglotta Dmitri Petrov per 8 studenti di eccezione, scelti tra scrittori, registi e attori. Trasmesse dal canale televisivo “Kultura” sotto forma di reality-show intellettuale, le lezioni hanno registrato un indice di ascolto inaspettato. 

Frasari, manuali, audio-corsi colmano gli scaffali delle librerie. Ed esiste anche un video-corso, “narody.ru” – “popoli.ru” in vendita sull’omonimo sito. “Narody.ru è un progetto didattico per l’insegnamento delle lingue unico nel suo genere – spiega il dottore in scienze storiche, viaggiatore, giornalista Andrey Fatyuschenko, uno degli ideatori del progetto –. Esso è nato agli inizi del 2000 tra le mura della Facoltà di Lingue e Studio delle Regioni dell’Università Statale di Mosca.”

Fu la madre di Fatyuschenko, la linguista Svetlana Ter-Minasova, a fondare nel 1988 la Facoltà di Lingue, la prima delle numerose nuove facoltà sbocciate con la perestrojka, di cui oggi è direttrice. Appartiene a Ter-Minasova anche la teoria secondo cui lo studio, per quanto profondo, della grammatica e del significato delle parole non sia sufficiente per conoscere una lingua: infatti ogni parola racchiude in sè la parte del mondo in cui  viene usata. Per imparare veramente una lingua è quindi indispensabile conoscere anche il territorio e la cultura del popolo che la parla.

La copertina del libro

di Anna Pavlovskaja

"La Russia e i russi"

L’apertura di una vera facoltà di lingue e l’approccio allo studio delle stesse proposto dalla linguista russa sono una conseguenza della perestrojka. Se in epoca sovietica si studiavano le lingue come lingue morte, per esempio l’inglese senza essere mai stati in Inghilterra o aver mai parlato con un inglese, con l’apertura dei confini sorge la necessità di imparare lingue vive. 

“Anche il progetto Narody.ru nasce in questo contesto”, spiega Fatyuschenko. “Tenendo come base la teoria di mia madre, mia sorella Anna Pavlovskaya, dottore in storia, ha scritto dei libri di testo su come vivono gli inglesi, gli italiani e i russi, sul loro carattere e le loro tradizioni. I capitoli dei suoi libri hanno dato origine ad una grammatica e sono poi diventati la sceneggiatura di film documentary.”

Un video-corso di lingua e cultura inglese ed uno di lingua e cultura italiana, indicati per chiunque voglia raggiungere una conoscenza totale della lingua, sono il risultato del lavoro di due generazioni di studiosi. Il libro e i film “La Russia e i russi”, il loro terzo progetto, si rivolge invece al pubblico straniero, ai russi espatriati che provano nostalgia per la madrepatria, ai loro figli e ai molti giovani russi che conoscono poco la propria nazione poiché  viaggiano molto di più all’estero.

Senza esitare, Fatyuschenko definisce Narody.ru un nuovo genere letterario e lo chiama genere del “video-manuale”, dove è l’insieme di testi, immagini e musica a facilitare la percezione della dipendenza tra lingua e cultura di un popolo e a fare entrare in sintonia con il Paese che ci si accinge a studiare.

Irina Belova

(Foto: archivio personale)

Nel trasmettere l’animo di una nazione, spiega la compositrice russa Irina Belova che ha firmato le colonne sonore dei tre progetti, la musica popolare e classica gioca un ruolo fondamentale. Come sostiene la Belova, comporre le musiche per il video-manuale di lingua inglese è risultato il compito più arduo: “Ho dovuto prendere spunto dai motivi musicali del medioevo europeo, poiché non esiste una musica inglese nazionale”.

Per scrivere le musiche che accompagnano il progetto italiano, invece, il problema è stato opposto: "L’Italia ha un’incredibile varietà a livello musicale e la difficoltà sta nel riuscire a competere con il repertorio sia classico che folkloristico". Inoltre, è sempre difficile comporre musiche positive, ma l’Italia è un Paese troppo solare per scrivere melodie tristi: perciò Irina Belova ha deciso di riprendere i motivi delle canzoni napoletane ed i ritmi della tarantella.

“Le musiche per il progetto russo, invece, si sono quasi composte da sé – ammette la Belova –. Ma questo è naturale. Sono russa e ho la musica russa nel sangue”.

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