La bollente estate del grano

Si stima che nel 2012 gli agricoltori russi raccoglieranno solo 80-85 milioni di tonnellate di grano (Foto: Ria Novosti)

Si stima che nel 2012 gli agricoltori russi raccoglieranno solo 80-85 milioni di tonnellate di grano (Foto: Ria Novosti)

A causa della siccità che ha colpito diverse regioni il nuovo raccolto in Russia frutterà dieci milioni di tonnellate di frumento in meno rispetto al 2011

Agli inizi di luglio 2012 i funzionari del Ministero dell'Agricoltura russo hanno ridotto sostanzialmente le loro previsioni circa la quantità lorda di grano che verrà prodotta quest’anno. Secondo le stime, infatti, questa estate, gli agricoltori russi saranno in grado di raccogliere solo 80-85 milioni di tonnellate di grano, rispetto ai 94 milioni del 2011. La principale causa sarebbe da ricercare nella siccità, che ha colpito in misura diversa quasi tutte le principali regioni produttrici di grano della Russia.

Arkadi Zlochevskij, presidente dell’Unione Cerealicola Russa, in qualità di rappresentante degli esportatori russi, si è lamentato del fatto che a soffrirne di più sono stati proprio i tradizionali granai della Federazione, come Kuban, Stavropol, Volgograd, Povolzhe, Rostov sul Don, Lipeck, Penza, Uljanovsk, Kurgan e Altaj. “Nelle altre regioni non penso ci saranno gravi perdite. Il rischio non manca, ma c’è anche la possibilità che riusciamo a evitarlo”, ha detto, aggiungendo che tutto dipende dalle condizioni atmosferiche, e quindi se pioverà o meno.

Zlochevskij si dichiara tuttavia ottimista; è convinto che i funzionari abbiano voluto semplicemente essere prudenti. Stando alle sue stime, il raccolto sarà di 85 milioni di tonnellate e, contando anche le scorte di grano rimaste nei granai dal 2011, la capacità di esportazione sarà pari a 18-20 milioni di tonnellate. Si tratta di cifre inferiori, naturalmente, a quelle dell’esercizio precedente, quando dal Paese uscirono più di 26 milioni di tonnellate di grano, ma che non sono nemmeno paragonabili a quelle del 2010, quando la siccità e gli incendi, che colpirono la Russia, distrussero circa un terzo del grano raccolto, costringendo l’allora primo ministro Vladimir Putin a imporre un embargo sulle esportazioni.

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Ciononostante, non tutti gli esperti russi condividono l'ottimismo di Zlochevskij. Il capo del dipartimento di analisi dei mercati dell’Istituto per la congiuntura del mercato agricolo, Oleg Suchanov avverte, ad esempio, che quest’anno la Russia sarà in grado di raccogliere solo 77 milioni di tonnellate di grano. “E non si tratta della peggiore delle varianti di sviluppo possibili”, afferma l’analista.

Questa cifra è pericolosamente vicina a quella del consumo annuale di grano in Russia: 67-72 milioni di tonnellate (68,5 secondo le stime attuali dell’Istituto per la congiuntura del mercato agricolo). Gli esperti del centro ritengono che il potenziale di esportazione della Russia per il nuovo esercizio sarà pari a 13,5 milioni di tonnellate, comprese le scorte degli anni precedenti.

I tradizionali acquirenti del grano russo sono i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa del Nord. Nell'ultimo anno si sono aggiunti anche i partner del Sud Est asiatico, con i quali gli esportatori russi avevano iniziato a valutare possibili opportunità di affari già nel 2010, ma la stipula dei contratti era stata poi rimandata a causa dell’embargo. “Sì, esporteremo la metà rispetto al 2011. Ma questa tendenza non è destinata a durare a lungo. Nella prossima stagione potremo già godere di un buon raccolto, e la Russia tornerà a ricoprire di nuovo una posizione di leadership nella classifica degli esportatori mondiali di cereali”, assicura Suchanov.

La Russia dispone di piani ambiziosi per lo sviluppo della produzione del grano. Secondo il nuovo Programma statale di sviluppo agricolo per il 2013-2020, adottato agli inizi di luglio 2012, entro il 2020 il raccolto lordo di grano dovrebbe salire a 115 milioni di tonnellate, cifra che dovrebbe avvicinare la Russia al leader storico del mercato mondiale del grano: gli Stati Uniti.

Ovviamente, le notizie provenienti dalla Russia possono influire in modo significativo sui prezzi mondiali. Anche se al momento nel mondo non vi è una seria carenza di grano, i grandi produttori di cereali, come Stati Uniti, Russia, Ucraina, Kazakhstan e Cina stanno affrontando una serie di problemi. E questo condiziona anche il prezzo mondiale del grano, che attualmente si aggira sui 330 dollari per tonnellata. Secondo Suchanov, entro la fine dell'anno, i prezzi del grano, in Russia e nel mondo, potrebbero aumentare, in media, del 10 per cento.

In Russia meridionale, dove si trovano i principali terminal marittimi di grano, i prezzi crescono anche più velocemente di quelli mondiali. Ciò è dovuto al fatto che il grano locale viene smerciato rapidamente, sia per il consumo interno che per le esportazioni, e risulta pertanto necessario attingere alla produzione di quelle regioni che si trovano nell’estremo Nord del Paese. Secondo il presidente dell'Unione Nazionale dei Produttori, Pavel Skurichin, nel giro di un anno, i prezzi del grano aumenteranno sia sul mercato nazionale che mondiale.  Tuttavia, ciò non dovrebbe incidere in modo sostanziale sul prezzo di pane, carne e altri generi di prima necessità, dal momento che nella produzione finale la percentuale di grano non è poi così elevata. In Russia, in una pagnotta di pane, ad esempio, è apri solo al 23 per cento.

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La Russia per il momento non può fare nulla per contrastare la siccità. Anche in epoca socialista, quando la macchina statale dedicava molta attenzione e denaro allo sviluppo del settore agricolo, la percentuale di campi in cui venivano eseguite continuamente opere di bonifica, era estremamente bassa: poco più di 4 milioni di ettari. Ora, la quantità di terreni ben irrigati è addirittura inferiore: circa 2,5 milioni di ettari. E questo, nonostante la Russia abbia destinato, quest’anno, 44 milioni di ettari solo alla semina primaverile di grano. "Le perdite più grandi non sono causate dalle condizioni atmosferiche, bensì da un uso errato della tecnologia in condizioni meteo difficili”, si lamenta Zlochevskij.

Gli agricoltori stessi attribuiscono questo calo della produzione non solo al tempo atmosferico, ma anche alle condizioni economiche. Pavel Skurichin sostiene che negli ultimi 4 anni è cresciuto notevolmente il livello di indebitamento della stragrande maggioranza dei produttori di grano del Paese. Manca capitale circolante e diverse imprese agricole russe si stanno dirigendo verso la bancarotta.

Sebbene nel 2010 la Russia avesse considerato la possibilità di aprirsi al mercato dell'America Latina, alla fine non è stato più siglato alcun accordo concreto. Il commercio di grano con l'America Latina, avverte Arkadi Zlochevskij, è ostacolato in primo luogo dalla distanza, in più, la vicinanza di un altro produttore importante di grano come l'Argentina riduce la competitività dei prodotti russi. Come se non bastasse, continua l'esperto, il grano russo per il momento non può essere spedito in Brasile o Cile per via di differenze fitosanitarie.

Oleg Suchanov è convinto che il grano russo non sarebbe in ogni caso adatto al mercato sudamericano. Questo perché la Russia è sempre stata uno dei principali esportatori di grano di bassa qualità - di terza o quarta fascia – preferendo destinare il grano di qualità superiore al mercato interno. Suchanov sostiene che questo tipo di esportazioni soddisfano Paesi come l’Africa del Nord e il Medio Oriente, ma non sono adatte al mercato del Sud America, dove c'è domanda di grano duro di qualità, come quello proveniente da Stati Uniti e Canada.

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