Cipro e il salvagente russo

Cipro si rivolge alla Russia per avere aiuti finanziari (Foto: AP)

Cipro si rivolge alla Russia per avere aiuti finanziari (Foto: AP)

Nella crisi economica che attanaglia l’Unione Europea, l'isola del Mediterraneo - a cui spetta sino a dicembre 2012 la presidenza di turno - chiede aiuto a Mosca

La crisi economica nell’Unione Europea non accenna a mollare la presa, anzi. Non appena sembra che un problema sia risolto, ecco che ne arriva subito un altro. Paesi che in un momento sembrano essersi salvati dal tracollo, piombano appena dopo sull’orlo del baratro. Il semestre di presidenza dell’Ue è affidato sino alla fine del 2012 a Cipro, stato che dal 2004 fa parte del club europeo ed è uno di quelli particolarmente in difficoltà.

Per liberarsi in fretta dagli spettri del fallimento, Nicosia, come ha fatto sapere il ministro dell’Economia russo Antoni Siluanov all’inizio di luglio 2012, ha chiesto aiuti finanziari proprio a Mosca. Come riportato dall’agenzia di stampa Ria Novosti, Cipro ha fatto domanda per un prestito di 5 miliardi di euro per far fronte al proprio deficit.

Già nel 2011 Mosca aveva accordato un finanziamento di 2,5 miliardi. I rapporti economico-finanziari tra i due Paesi sono tradizionalmente molto stretti, a partire dal fatto che a Cipro sono registrate numerose società russe che fanno formalmente di Nicosia uno dei principali investitori esteri nella Federazione.

Secondo le statistiche ufficiali di Rosstat, nel 2011 circa un quarto degli investimenti diretti in Russia è arrivato da di Cipro, tutto capitale di ritorno. È quasi naturale dunque, considerando oltretutto che l’isola di Afrodite è diventata praticamente la seconda patria per quasi 300mila russi, che Cipro abbia chiesto aiuto all’amica Russia (come l’ha definita il presidente Demetris Christofias) e a Mosca si stia valutando di gettare il salvagente come è stato fatto nel passato.

Gli aiuti russi farebbero certamente comodo anche perché offerti senza troppe complicazioni e a tassi d’interesse più bassi di quelli europei e sottrarrebbero in qualche modo Nicosia ai diktat d’austerity della troika formata da Unione Europea, Banca Centrale e Fondo monetario internazionale.

In definitiva sarà comunque Cipro a scegliere a chi affidarsi per non finire nel precipizio. Il Cremlino da parte sua ha fatto notare che nei momenti di crisi è necessario che Russia e Unione Europea si muovano nella stessa direzione.

Vladimir Putin ha recentemente sottolineato che  Mosca, attraverso i programmi aggiuntivi dell’Fmi, partecipa agli aiuti per i Paesi dell’Eurozona, anche se con Bruxelles “la cooperazione non è all’altezza del suo potenziale politico ed economico”. Putin ha ricordato anche che un quarto del commercio estero russo avviene con i principali membri dell’Unione, Germania, Francia e ovviamente Italia in testa, e i rapporti strategici dovrebbero essere approfonditi. La questione degli aiuti a Cipro è insomma un piccolo dettaglio di un puzzle molto più ampio.

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