Polizia russa, atto secondo

Le autorità russe stanno rivedendo la riforma della polizia per migliorare l’efficienza delle forze dell’ordine del Paese (Foto: AFP/Eastnews)

Le autorità russe stanno rivedendo la riforma della polizia per migliorare l’efficienza delle forze dell’ordine del Paese (Foto: AFP/Eastnews)

Le forze dell'ordine della Federazione hanno bisogno di un’altra riforma. Spetterà al nuovo ministro degli Interni Vladimir Kolokolcev

Le forze di polizia russe hanno bisogno di un’altra riforma. Secondo gli esperti, le misure adottate dall’ex ministro degli Interni, Rashid Nurgaliev, non hanno sortito alcun effetto. Ora spetta al suo successore, Vladimir Kolokolcev, con l’ausilio di un gruppo di specialisti non legati direttamente alle forze dell’ordine, continuare la riforma.

 

Sia gli esperti che l’attuale ministro degli Interni Kolokolcev sono convinti del fatto che la riforma vada continuata. Come confermano i sociologi, il nuovo Ministro avrebbe buoni motivi per preoccuparsi. Secondo i sondaggi realizzati dal Centro Levada nel mese di aprile, otto russi su dieci temono la prepotenza delle forze dell’ordine e solo una persona su tre si sente davvero protetta dalla polizia. Rispetto al 2010, i dati sono rimasti praticamente invariati.

 

Queste cifre possono voler dire solo una cosa: la riforma, condotta dal ministro Nurgaliev, è fallita.

 

Clicca per ingrandire (Infografica: Natalia Mikhailenko)

 

"Dal mio punto di vista, a oggi non vi è stata ancora una vera e propria riforma del Ministero degli Affari Interni", sostiene il vicepresidente del Comitato della Duma di Stato per la Sicurezza, Aleksandr Chinshtejn. "Tutto si è limitato a una serie di dichiarazioni di intenti. Ci sono stati solo due vantaggi: un aumento dello stipendio ai dipendenti del Ministero degli Affari Interni e una codifica della normativa sulla polizia. La riforma non è stata in grado di affrontare questioni fondamentali, come ridefinire la struttura della polizia e il suo ruolo nelle forze dell’ordine, né tantomeno di eliminare dal sistema gli agenti meno meritevoli".

 

Uno dei punti più dibattuti della riforma è stata, infatti, la cosiddetta revisione delle competenze professionali a cui sono stati sottoposti gli agenti di polizia e che ha portato a diversi licenziamenti.

 

Nel corso degli esami di riqualificazione, il numero di agenti di polizia è diminuito del 22 per cento. Ma, come ha dichiarato il responsabile del sindacato delle forze dell’ordine di Mosca, Michail Pashkin, al quotidiano Vzgljad, la riduzione del personale ha interessato soprattutto gli agenti che lavorano "sul campo", ovvero coloro i quali si occupano in realtà della protezione dei cittadini e delle operazioni investigative.

 

Per il resto, gli apparati amministrativi, ormai saturi, soprattutto a livello regionale, sono rimasti praticamente invariati. La Russia si riconferma così al terzo posto, dopo la Bielorussia e il Sultanato dei Brunei, tra i Paesi con il maggior numero di agenti di polizia per abitante.  La riforma non ha inoltre permesso di eliminare il sistema, diffuso in Russia, secondo cui l’efficienza degli organi di polizia viene valutata in base al numero di casi aperti e risolti.

 

Il nuovo ministro degli Interni ritiene che compito principale della prossima riforma della polizia sia appunto risolvere questi problemi. "Per noi, questo deve essere un punto di partenza fondamentale", ha dichiarato Kolokol’cev durante una recente conferenza stampa. "Le statistiche ministeriali dimostrano quanto sia necessario apportare dei seri miglioramenti all’intero sistema delle forze di polizia".

 

Kolokolcev si augura di poter contare sull’aiuto di un gruppo di lavoro creato ad hoc e composto da importanti difensori dei diritti umani, avvocati e altre personalità pubbliche, che si occuperanno di rivedere la "riforma di Nurgaliev". Al Ministero non mancano le idee, ma non è facile riuscire poi a tradurre queste idee nella pratica, come, ad esempio, ottimizzare la struttura dell'apparato centrale del Ministero degli Interni, verificare la necessità dell’eliminazione dei suoi reparti urbani e rurali, e così via. Successivamente, il gruppo di lavoro si occuperà "dello sviluppo di forme di cooperazione con le organizzazioni per la difesa dei diritti umani" e "della creazione di un dialogo con l'opposizione, garantendo nel contempo lo svolgimento di iniziative di massa".

 

Di gran lunga più concrete sembrano le proposte avanzate dagli esperti che partecipano al gruppo di lavoro. Essi preferiscono passi più orientati all'azione e a volte persino radicali. Una serie di proposte sono già state avanzate nel corso di un incontro avvenuto a luglio tra il Ministro degli Interni e gli attivisti civici.

 

Il direttore dell'Istituto dei Diritti Umani, Valentin Gefter, ad esempio, ha consigliato a Kolokol’cev di indire una nuova revisione delle competenze professionali, meno ambiziosa rispetto a quella precedente ma più puntuale e precisa. Ha inoltre sollecitato l'istituzione di un’agenzia interministeriale indipendente, dove i cittadini possano denunciare azioni illegali perpetuate dagli agenti di polizia. Tuttavia, alla fine della riunione, gli esperti stessi hanno riconosciuto che è piuttosto improbabile che il Ministero degli Interni acconsenta a un’ennesima revisione.

 

Molto più realistica è stata invece la proposta avanzata dall’avvocato Anatolij Kučerena, che ha suggerito di istituire in tutte le stazioni di polizia delle stanze speciali, in cui i cittadini possano "denunciare comodamente un reato". Ma la proposta più sensata e realistica è arrivata dal segretario esecutivo del "Consiglio della riforma", Vladimir Ovcinskij, che è stato recentemente nominato consigliere del Ministro degli Affari Interni. A suo avviso, il compito del gruppo di lavoro è semplice: "Non abbiamo in testa grandi cambiamenti, punteremo piuttosto su modifiche semplici, come ristabilire l'ordine nella registrazione dei reati e riformare la struttura organizzativa. Ciò su cui ci dobbiamo concentrare ora, essenzialmente, è riportare l’ordine", riassume Ovcinskij, ex generale-maggiore della milizia.

 

Un punto di vista simile è condiviso anche dal responsabile del sindacato delle forze di polizia, Pashkin. "Compito di Kolokolcev sarà cercare di recuperare quanto è andato distrutto e costruire qualcosa di nuovo. Immaginatevi una casa in rovina, che deve essere ristrutturata ma prima ha bisogno di essere riprogettata", così l’ex agente di polizia descrive la sfida che attende il nuovo Ministro. L’importante è che questa volta la polizia abbandoni il suo classico modo di risolvere i problemi a porte chiuse e si dimostri disponibile al dialogo, sottolinea l'esperto.

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