Le donne del ring

Le boxeur russe combatteranno per l'oro di Londra 2012 (Foto: Getty Images)

Le boxeur russe combatteranno per l'oro di Londra 2012 (Foto: Getty Images)

Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, la boxe in rosa combatterà a Londra 2012 per la medaglia d'oro e le russe sono pronte alla sfida

Il pugilato femminile è stato a lungo fonte di acceso dibattito: molti lo considerano uno sport sgradevole da guardare, crudele e contro natura. Tuttavia, il Comitato olimpico ha votato per l'uguaglianza e a Londra 2012 le donne pugili si batteranno per la prima volta su un ring olimpico. Viktor Lisitsyn, l'allenatore capo della squadra rosa di boxe russa, parla a Russkij Reporter.

Foto: Kommersant
Viktor Lisitsyn,
allenatore della Nazionale russa
di boxe femminile
(Foto: Kommersant)

I russi sono pronti alla boxe femminile?
Tradizionalmente si ritiene che la boxe non sia uno sport da donne. Spesso devo rispondere alla domanda del perché le donne la praticano. E allora perché le donne fanno le paracadutiste o le ministre? Non c'è modo di rispondere a queste domande. Ma la gente vede ancora la boxe come se si trattasse di omicidio. Ma rispetto ad altri sport è un gioco da ragazzi. Gli spettatori sanno delle ferite nella ginnastica? Ma nessuno grida che non si può fare ginnastica. Nella boxe, invece, ci sono colpi in faccia, e subito si dice: Oh, quanto è terribile, quanto fa male.

I colpi tra donne provocano un senso di rifiuto verso questo sport in rosa.
Dunque è così male che una ragazza sappia farsi valere? Se un maniaco tenterà di avvicinarla per la strada, non sarà in grado di trovare la strada di casa. Le nostre ragazze accrescono la fiducia in se stesse. Allo stesso tempo, nulla di male può accadere loro. La protezione ai denti è buona, il petto anche è protetto, non ci si fa ferite gravi. Nella classifica degli sport più soggette ad infortuni la boxe non è nella top.

Come la boxe incide sulla crescita delle atlete? Hanno tempo per lo studio e le occupazioni personali?
Ci sono belle ragazze intelligenti e colte. Il campione del mondo Sofya Ochigava parla inglese come sua lingua madre; è una brava studentessa e conosce i classici. Oppure prendete Natalya Karpovich, deputato della Duma di Stato, madre di sei figli, e in passato campionessa europea e mondiale. Oltre che nello sport, facciamo studiare le ragazze. La boxe offre un buon modo di insegnare i valori morali e principi.

La boxe femminile

La prima menzione di pugilato femminile alle Olimpiadi fu ai Giochi di St. Louis del 1904, dove le donne salirono per la prima volta sul ring per un combattimento dimostrativo. Ma nel corso del Ventesimo secolo la boxe rosa è stata vietata in molti Paesi. La sua rinascita è iniziata solo nel 1990. Quasi contemporaneamente due associazioni dilettanti di boxe (una svedese e una inglese) rivalutarono la lotta tra donne. Nel 2001, gli Stati Uniti ospitarono il primo Campionato del Mondo. Da allora, la questione di includere lo sport alle Olimpiadi è stata più volte sollevata, ma una decisione è stata presa solo il 13 agosto 2009, quando il Comitato Olimpico Internazionale decise di includere le donne del pugilato alle Olimpiadi 2012 di Londra. Le boxer combattono in tre categorie di peso: 51, 60 e 75 kg

Tuttavia, gli uomini sono più portati per le arti marziali, perché hanno un più alto livello di aggressività a livello genetico?
Quando un bambino nasce, agisce come protettore di sua madre, della nonna e della sorella. E fin dall'infanzia impara a usare i pugni. Le donne sono diverse. Così, quando praticano la boxe o altre forme di arti marziali, devono essere trasformate in combattenti. Questo è un compito molto più difficile.

Cosa succede a una donna boxeur alla fine della sua carriera sportiva? Mantiene l'aggressività dello sport anche nella sua vita quotidiana?
La boxe non ha alcun rapporto con la vita. E si limita al ring. Nelle loro vite le atlete rimangono donne vere, forse più delle altre donne. Fanno un duro lavoro, quindi nel loro tempo libero, al contrario, desiderano affetto e famiglia. Si sposano e vivono in armonia con i loro coniugi.

Come le Olimpiadi influenzeranno la visione di questo sport?
Esse forniscono un impulso allo sviluppo della boxe femminile, ci sarà un bel boom. Guardate quanti Paesi stanno partecipando, quanta professionalità! In questo momento si guarda alla boxe femminile, e non ci si accorge che è rosa. Ammirate la bellezza della lotta, l'intelligenza... Naturalmente, c'è sempre una differenza tra uomini e donne, che si tratti di boxe o di atletica: gli uomini e le donne sono diversi, ma questo non interferisce con il piacere di una bella gara, della lotta, dell'abilità.

Dopo che la boxe femminile è diventata uno sport olimpico, è probabile che migliorino i finanziamenti?
Sì, oggi non tiriamo avanti, possiamo vivere con questo denaro. Negli ultimi due anni, i finanziamenti a disposizione hanno sostenuto gli atleti olimpici. Eravamo appena tornati dal campionato mondiale in Cina. Avresti dovuto vedere le condizioni in cui vivono e si allenano lì, e guardare a ciò che ricevono per questo! C'è una forte concorrenza, ci sono dei collegi, il sistema sovietico adottato da noi funziona alla grande lì. Mi hanno mostrato un collegio in cui hanno selezionato 60 tra le migliori ragazze di età compresa tra i 12 e i 16 anni. E c'è un collegio praticamente in ogni città. E questo è solo per la boxe femminile! Per altri sport è la stessa cosa. Non abbiamo niente di simile qui. Stiamo lavorando in qualche modo per inerzia.

Al Campionato mondiale in Cina, la Russia ha vinto il terzo posto di squadra, dopo essersi aggiudicata un oro, un argento e sette medaglie di bronzo e il numero massimo di licenze olimpiche, tre, una per ogni categoria di peso. Come ci si sente?
Notevolmente affaticati. Ma siamo soddisfatti perché abbiamo completato il compito più importante: siamo stati selezionati per i Giochi Olimpici. A Londra si combatterà per l'oro. Abbiamo intenzione di ottenere una medaglia d'oro. Non vi è alcun altro modo. Noi non siamo nati ieri, siamo passati attraverso numerosi campionati europei e mondiali, e sappiamo chi sono i nostri avversari. Ma i Giochi Olimpici sono condotti su una scala completamente diversa. In primo luogo, non tutti possono sopportare la tensione; in secondo luogo, è necessaria una grande fortuna: succede che il vincitore sia colui che vuole molto, non quello che è statisticamente migliore. Contiamo su tutte le nostre ragazze, ognuna delle quali può diventare una campionessa olimpica.

L'intervista è stata pubblicata sulla rivista "Russkij Reporter"

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