Vladimir Veselov (Foto: ufficio stampa)
"La tecnologia di intelligenza artificiale sviluppata dall’ingegnere russo Vladimir Veselov ha vinto la gara degli algoritmi durante il test di Turing", ha annunciato Celeste Biever, del portale scientifico Newscientist.com, uno dei giudici del concorso. La gara si è svolta a Bletchley Park, nei sobborghi di Londra, nel giorno del centenario della nascita dell’ideatore del test, il matematico e crittografo Alan Turing. Gli organizzatori sottolineano che durante il suo svolgimento la competizione si è fatta incandescente.
In sostanza nel test di Turing il giudice parla attraverso un’interfaccia testuale con una persona reale e con un programma informatico. Partendo dalle risposte fornite deve determinare quale degli interlocutori è umano e quale è un software. Il test si considera superato se nel 30 per cento dei casi il programma fa sbagliare il giudice che lo scambia per una persona. Dato che solitamente il programma dà la risposta più velocemente dell’umano, il dialogo avviene entro margini di tempo controllabili.
Alla competizione hanno partecipato più di 30 giudici, impegnati a distinguere le 5 piattaforme di intelligenza artificiale dalle 25 persone nascoste in comunicazione attraverso la chat. Si sono svolte in tutto 150 conversazioni e nel 29 per cento dei casi i giudici hanno scambiato il chatter bot russo per una persona. Al secondo posto si è classificato il chat bot JFred, Cleverbot è arrivato terzo, mentre gli altri due chatter robot che hanno preso parte alla sfida erano UltraHal ed Elbot.
Il chat bot di origine russa (si può chiacchierare con lui attraverso questo link) si presentava nelle vesti del tredicenne Evgenij Gustman di Odessa. Un giudice del concorso ha fatto notare che, a differenza degli avversari che imitavano le persone, Vladimir Veselov ha dotato il suo bot di una evidente personalità autonoma. Gustman infatti ha un porcellino d’india e suo padre fa il ginecologo.
Anche la scelta dell’età non è stata casuale: “Un tredicenne non è troppo grande per sapere tutto, ma nemmeno troppo piccolo per non sapere niente”, spiega il suo inventore.
Vladimir Veselov si è laureato presso l’istituto di ingegneria aerospaziale militare A.F. Mozhajskij di San Pietroburgo, che ha terminato nel 1991. Nel 1997 ha discusso la tesi di libera docenza e in seguito è stato collaboratore scientifico e insegnante di ruolo; nell’ambito delle sue ricerche rientravano i problemi di applicazione dei metodi e dei sistemi di intelligenza artificiale nei sistemi di gestione dei veicoli spaziali.
Dal 1999 si è occupato di sistemi di elaborazione dei linguaggi naturali nella filiale pietroburghese della società Artificial Life (Boston, Usa) e si è quindi trasferito negli Stati Uniti dove nel 2001, insieme ad alcuni soci, ha fondato la compagnia Princeton Artificial Intelligence, dove ha elaborato la sua piattaforma di intelligenza artificiale. Dal 2002 l’ingegnere lavora nella società Johnson&Johnson dove si occupa dei problemi legati all’automazione dei laboratori d’analisi e al trattamento dei dati di laboratorio.
Nel 2011 la tecnologia sviluppata dal team guidato da Veselov è stata acquistata dalla società i-Free, con base a San Pietroburgo, specializzata in progetti nell’ambito delle tecnologie telefoniche e Nfc (Near Field Communication, ndr), nella distribuzione digitale di content, nei pagamenti elettronici ecc…
i-Free impiegava la tecnologia di Veselov nell’applicazione Everfriends per OC Android, che può essere definito uno dei concorrenti dell’assistente vocale Siri, disponibile soltanto per iPhone. Utilizza, come Siri, la tecnologia di riconoscimento vocale, sa rispondere alle domande ed è in grado di eseguire vari comandi del proprietario dello smartphone.
Oltre a Everfriend ci sono altri concorrenti di Siri che utilizzano la tecnologia di intelligenza artificiale, quali per esempio gli assistenti vocali Sara o Evi. Google e Samsung sono attivamente impegnati nella messa a punto di sistemi simili. Samsung per esempio ha recentemente lanciato sul mercato l’assistente vocale S-Voice.
Occorre notare che questa non è la prima volta che una tecnologia russa di intelligenza artificiale supera il test di Turing. Nel 2007 ci era riuscito il chatter bot Cyberlover, “istruito” a flirtare con gli utenti nelle chat di incontri online e a reperire informazioni personali dagli interlocutori. Come avevano evidenziato gli esperti di allora questo bot dimostrava “un livello di ingegneria sociale senza precedenti”. Era stato elaborato dal team del progetto russo Botmaster, di cui un altro prodotto molto noto è il software per l’invio multiplo di link spam XRumer.
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