Foto: Itar-Tass
Il partito Russia Unita ha avanzato alla Duma, la Camera Bassa del Parlamento russo, una proposta di legge che prevede la modifica dello status delle organizzazioni non governative finanziate dall’estero e legate a interessi politici in Russia.
La proposta di legge prevede un cambiamento radicale dello status di tali organizzazioni non a scopo di lucro, considerate politicamente attive nella Federazione. I deputati insistono sulla necessità di stilare un elenco di tutte queste associazioni che ricevono fondi dall’estero. Secondo gli autori del progetto, dietro a tali organizzazioni si nasconderebbero “agenti stranieri”: un termine che non fa riferimento esclusivamente ad azioni di intelligence o spionaggio, ma al fatto che una simile struttura, in un modo o nell’altro, potrebbe favorire gli interessi di altri Paesi.
Se il progetto di legge venisse approvato, gli “agenti stranieri” sarebbero obbligati a presentare annualmente un report di contabilità, indicando inoltre il proprio status sul materiale informativo che viene distribuito. A ciò si aggiungerebbe la possibilità di eseguire controlli.
Sono più di 230mila le organizzazioni non governative in Russia, di cui il 30 per cento “morte”, ovvero non attive, sulle quali una volta l’anno il Ministero della Giustizia esegue delle verifiche. Ma, così come scrive il giornale Rossiyskaya Gazeta, non viene fatto nessun controllo per capire in che modo, da dove e a che scopo arrivano questi finanziamenti. Secondo il giornale, il 70 per cento delle sovvenzioni proviente da budget dei governi stranieri e il 20 per cento da corporazioni transnazionali. Un 10-15 per cento deriverebbe invece da donazioni personali.
“Questo progetto di legge si rifà molto alla normativa americana. Bisogna comunque capire che non c’è nulla di proibitivo in questa proposta”, ha detto a Rossiyskaya Gazeta una fonte dell’amministrazione presidenziale. “Fra le 230mila organizzazioni – ha aggiunto – solamente qualche decina di esse ottengono finanziamenti dall’estero e la maggior parte non porta avanti attività politica”. In questo caso solamente coloro la cui attività risulta legata alla politica riceverebbero lo status di “agenti stranieri”.
Controverse ovviamente le reazioni. Secondo Elena Panfilova, direttore del centro di ricerche anti corruzione Transparency International Russia, tale progetto di legge non è necessario, visto che non ha alcuna relazione con la trasparenza delle ong. Senza dimenticare che già adesso le organizzazioni rilasciano numerosi rendiconti.
Uno degli autori della legge, il deputato Aleksandr Sidyakin, è invece convinto della necessità di questa modifica, ricordando il caso dell’associazione Golos, particolarmente attiva nell’operazione di controllo in occasione delle elezioni parlamentari di dicembre 2011. Sidyakin ha fatto notare che nel 2011 l’organizzazione ha speso 2 miliardi di dollari, molto di più rispetto a quelli degli anni precedenti. “È evidente che nel 2011 i finanziamenti sono stati utilizzati per le elezioni e per influenzare il percorso politico del nostro Paese. I cittadini hanno il diritto di sapere quando si tratta di organizzazioni di “agenti stranieri”.
Il testo è stato realizzato con materiali tratti da Rbc Daily, Kommersant e Rossiyskaya Gazeta
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