Allenare i russi? Da medaglia d'oro

Evgeny Korotyshkin (Foto: Itar-Tass)

Evgeny Korotyshkin (Foto: Itar-Tass)

Guardando a Londra 2012, il neo allenatore della selezione olimpica di nuoto della Federazione, l'italiano Andrea Di Nino, svela gli obiettivi dei suoi e racconta una giornata tipo a Caserta, sede degli allenamenti

"Ho già vinto una medaglia d'oro", dichiara soddisfatto Andrea Di Nino, primo allenatore straniero di una selezione olimpica russa, quella di nuoto. Quattro i campioni del suo team che lotteranno per salire sul podio, magari proprio contro gli italiani Orsi e Dotto; tra loro il pluripremiato Evgeny Korotyshkin, divenuto presto il beniamino di Caserta, la città scelta dai russi per gli allenamenti preolimpici. In attesa dell'ultimo test a Parigi, il 6 e 7 luglio 2012.

Di Nino, Lei è conosciuto come un allenatore giramondo ed è arrivato alla guida, come primo straniero, di una nazionale olimpica russa. Come è approdato a Mosca?
Il rapporto con i russi inizia nel 2008, quando ho avuto la fortuna di occuparmi della preparazione terminale prima delle Olimpiadi di Pechino di Roman Sloudnov, il primo nuotatore russo a infrangere la barriera dei 100 rana e plurimedagliato, una delle leggende del nuoto russo. Da qui è nato questo rapporto con la Russia che si è lentamente allargato, perché poi è arrivato Sergei Fesikov con altri due atleti russi, Vitaly Melnikov e Evgeny Korotyshkin. Insomma seguo almeno quattro campioni, senza considerare i più giovani. Questo rapporto che va avanti da quattro anni è per me motivo di orgoglio e di vanto; non vorrei dire il coronamento di una carriera, ma quasi. Ho avuto il primo piacere di essere il loro allenatore a dicembre 2011 agli Europei in vasca corta e rifarlo adesso con i colori della Russia, che è una nazione storica del nuoto, in un'Olimpiade come quella di Londra, è come avere vinto una medaglia. È davvero un gran privilegio che la Russia mi abbia scelto.

Pensando a Londra 2012, per quali obiettivi vi state preparando?
Cerco sempre di avere, come dico sempre agli atleti, obiettivi realistici. Il primo, che però francamente è molto importante, è intanto qualificarsi per le semifinali e quindi fare in modo che i nostri due atleti siano tra i primi 16 al mondo, tra i 50-60 in gara. Poi, l'obiettivo medio-alto che mi pongo è la finale, cioè avere i due russi tra i primi otto al mondo e ciò vorrebbe dire già essere soddisfatti. E capisce che una volta che uno mette piede a una finale, a quel punto non si pone più limiti, la differenza tra primo e ottavo posto in gare cosi brevi si calcola in poco. A quel punto, allora, tanto vale fare la gara senza pressioni, con passione, soddisfazione.

Andrea Di Nino

Andrea Di Nino (Foto: Arena Italia)

Tra i vostri diretti avversari, quali italiani incontrerete?
Nel nostro specifico, forse, solamente Luca Dotto, perché è nel delfino, la gara dove c'è  Evgeny Korotyshkin, e non penso, per quanto sia un delfinista di grande talento, che sia in grado di impensierire Evgeny; poi, ovviamente, tutto può accadere. Nello stile, Marco Orsi e Luca Dotto sono sicuramente nostri rivali. Può esserci dunque questo scontro Italia-Russia fratricidra, al quale ovviamente non potrò che tifare Russia.

In Italia si svolge per la vostra preparazione preolimpica. Qual è la vostra giornata tipo?
Ci troviamo a Caserta e in questo momento c'è tanto nuoto e poco spazio per il resto; nel senso che i nostri ragazzi sono nelle condizioni ideali: in hotel a 5 minuti dalla piscina. Solitamente ci sono due allenamenti nella giornata, in acqua, la mattina, e in palestra, dopo il pranzo e il riposino; un paio di volte a settimana abbiamo il pomeriggio libero per fare una passeggiata in centro, per il parco, per la Reggia; sabato e domenica un pochino di libertà, ma purtroppo non c'è spazio per aspetti legati alla cultura o, per esempio una visita a Pompei e ad Ercolano, perché siamo concentrati sull'appuntamento di Londra ed è importante che gli atleti riposino, recuperino, quindi massaggi, fisioterapia, tutto quello che serve per affrontare una prestazione di questo genere.

Che cosa c'è di italiano nella preparazione di questi campioni russi?
Direi tutto, onestamente: si allenano in Italia, con uno staff italiano, dall’allenatore al preparatore fisico, dal fisioterapista al medico, e partecipano della cultura italiana, perchè vivono in Italia, quindi il cibo, il clima e tutta l'atmosfera attorno a loro, la socialità attorno a loro sono quelle del Belpaese. A Caserta, in particolare, nei confronti di questi ragazzi c'è un amore incredibile. Evgeny viene riconosciuto per strada, viene fermato, sono quasi stati adottati. Forse questo è il posto in Italia, tra tutti quelli girati in questi quattro anni, da Nord a Sud, dove c'è più trasporto della gente nei confronti di questi ragazzi e loro si sono sentiti subito ben voluti, fin nelle piccole cose, dal ristoratore all'edicolante.

Come carica i suoi uomini?
Cerchiamo di alternare sia i discorsi al gruppo che colloqui individuali, perché ci sono i momenti in cui sono contenti per l'allenamento andato bene e i giorni in cui sono più preoccupati, quindi bisogna giocare sempre su questo cambio di umore che non colpisce nello specifico solo questi atleti.

Sta studiando il russo?
Ho imparato alcune parole. Quando ero piu giovane ero piu predisposto alle lingue, perché, oltre a inglese e francese, parlo correntemente anche greco e abbastanza il portoghese. Ora per il russo, a quasi 40 anni, ho piu difficoltà nell'apprendimento e conosco solo poche parole, le classiche che impara un turista italiano in vacanza a Mosca.

E magari tra queste parole c'è anche il davaitie per l'incitamento durante l'allenamento?
Esatto. E anche qualche parolaccia.

L’appuntamento piu vicino è quello di Parigi, il 6 e 7 luglio 2012?
Certamente, a Parigi c'è l'ultimo appuntamento a livello mondiale ed è di fatto l'ultimo test prima di Londra, perché saremo a quel punto a meno di 30 giorni dalle gare olimpiche. Sarà una gara difficile, si è già iniziato a ridurre i carichi di lavoro, ma l'atleta non si sente ancora al top, quindi sono quelle gare in cui si può avere sia una performance buona sia una performance negativa; e l'atleta questo lo sa, sa che è una gara di avvicinamento, è un test. Poi concluderemo la nostra preparazione in Inghilterra, nel quartier generale della Nazionale russa fino alle Olimpiadi, prima di passare al villaggio olimpico

C'è occasione di venire a Mosca?
Direi di no, siamo stati a Mosca per le selezioni olimpiche e penso che torneremo per altre selezioni nazionali.

Cosa conosce della Russia?
Tutto quello che riguarda la cultura, ovviamente non tutto. La prima volta sono stato a Mosca come turista e ho visitato i musei piu importanti. Certo, vorrei conoscere di più. Questo è uno dei motivi per cui alleno principalmente stranieri, perché sono molto curioso di conoscere culture di nazioni dove non vivo. Vorrei visitare alcune parti della Russia che mi attirano molto, come per esempio la Siberia; quando finalmente riuscirò ad avere un po' di ferie uno dei miei sogni è proprio visitare la Russia, cercando gli aspetti anche meno conosciuti. Leggo anche qualche autore russo e non solo i classici. Ho letto ultimamente tutti i libri di Nikolai Lilin, dove si racconta un'altra realtà della Russia. Imparare qualcosa della cultura dell'atleta che alleno vuol dire riuscire a conoscerlo meglio.

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