Foto: ufficio stampa
Fivaída è la
regione nel deserto d’Egitto vicina alla città di Tebe (Fiva), dove agli inizi
del cristianesimo c’erano molti monasteri nei quali vivevano i santi più famosi
e venerati; anche la Russia ha la sua Fivaída e si trova nella regione di Vologda,
nel Nord del Paese: una terra ricca di tesori spirituali per l’Ortodossia russa,
insomma: una vera e propria “Fivaída del Nord”.
Proprio “Cuore della Fivaída del Nord” è il titolo della mostra fotografica ortodossa ospitata nelle sale espositive del Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma fino al 21 luglio 2012; si tratta del lavoro di un fotografo d’eccezione, l’Arcivescovo di Vologda e di Velikiy Ûstjug Maximilian.
La mostra fotografica, che ha la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, è dedicata all’ortodossia, ma anche alla bellezza della natura e alla vita quotidiana degli abitanti delle terre del Nord della Russia, una regione poco conosciuta ma ricca di meraviglie naturali e spirituali da scoprire e da amare.
È proprio questo l’intento dell’Arcivescovo Maximilian: far conoscere i tesori naturali e spirituali delle terre del Nord, dove l’ortodossia è vissuta in maniera semplice e autentica, dove la liturgia può essere celebrata anche in mezzo alla natura e non solo all’interno delle chiese.
Dopo aver toccato diverse città della Federazione gli scatti approdano a Roma e Russia Oggi ha incontrato l’Arcivescovo Maximilian in occasione dell’inaugurazione del 30 giugno 2012.
L'Arcivescovo
Maximilian all'innaugurazione della mostra (Foto: Centro Russo di Scienza e Cultura)
Sua Eccellenza, come ha avuto l’idea di iniziare a fotografare le bellezze naturali e spirituali della regione di Vologda?
Quando il Santo Sinodo mi ha affidato l’Eparchia di Vologda ho iniziato subito a interessarmi al territorio e mi sono reso conto che non c’erano immagini né delle chiese né del clero; poi mi sono ricordato dell’hobby della mia gioventù e così ho iniziato ad andare in giro per le parrocchie a fare fotografie alle chiese e ai luoghi sacri, poi ho pensato che sarebbe stato bello fotografare anche coloro che avevano contribuito a restaurarli e a ricostruirli. In seguito ho pensato che le mie foto potevano diventare un ricordo dell’Eparchia di Vologda e così ho iniziato a riprendere i parrocchiani e la stupenda natura che ci circonda.
Com’è vissuta l’ortodossia nella provincia rispetto alle grandi città?
Certamente sono due livelli diversi; nelle grandi città si dà più importanza alla disciplina, in provincia invece sono più importanti i rapporti umani, ma ci sono le differenze anche tra città della stessa regione, dipende dall’impronta che ha la città stessa.
Cosa significa portare una mostra sull’ortodossia russa a Roma, la città cattolica per antonomasia?
Cattolici e ortodossi fanno parte della stessa grande famiglia; con questa mostra fotografica vorrei mostrare come si vive in Russia, come vivono nella Fivaída del Nord. Quando si scopre come vivono le persone è più facile conoscerle e capirle e, magari, trovare anche qualcosa in comune; ma non solo: vedere concretamente luoghi e persone aiuta a eliminare i pregiudizi e a percepire il vero volto delle cose.
Quando ha iniziato a dedicarsi alla fotografia?
Mio padre era architetto e amava disegnare e fotografare e ha trasmesso a me e ai miei fratelli la passione per le arti figurative; proprio i miei genitori mi hanno regalato la prima macchina fotografica e poi, da autodidatta, ho imparato a sviluppare la pellicola e a stampare le foto. Ho continuato a fotografare fino alla fine del servizio militare e poi ho smesso.
Come ha scelto le foto che fanno parte di questa mostra?
Veramente credo che siano state loro a scegliere me e non viceversa!
C’è una foto preferita?
Non saprei rispondere a questa domanda: è come chiedere a un genitore quale tra i suoi figli è il preferito.
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