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Nel 2009 i fratelli Andrei e Alexei Klimenko e il loro amico Dmitry Shuvaev misero a punto una soluzione per gestire il traffico di filesharing sulle reti di provider di servizi internet (Isp). Poco tempo dopo, i tre soci, poco più che ventenni, si resero conto che l’applicazione da loro inventata presentava opportunità impreviste, potenzialmente molto significative per proteggere la proprietà intellettuale.
La tecnologia potrà impedire la condivisione dei file nei Torrent network. Queste soluzioni di condivisioni peer-to-peer (p2p) di file consentono ai singoli utenti di scambiarsi e trasferire un’ingente quantità di dati. Dopo che il primo utente ha caricato un file su un network accessibile, quel file non si trova in alcun luogo virtuale centrale preciso, ma è accessibile soltanto alle persone che vi hanno già avuto accesso in precedenza. Per scaricare un file, tuttavia, questi utenti secondari devono conoscere l’indirizzo identificativo del computer (Ip) che ha quel dato file. Shuvaev e i fratelli Klimenko hanno ora escogitato un modo per impedire che abbiano luogo i download successivi.
“Per trasformare la nostra tecnologia in un servizio globale, abbiamo dovuto convincere tutti i provider di servizi Internet, gli Isp, ad acquistare la nostra soluzione. E abbiamo dovuto trovare il modo di farlo direttamente dal cloud”, spiega Andrei Klimenko.
I tre russi hanno scoperto ben presto che reperire i finanziamenti necessari a mettere a punto nei dettagli e perfezionare questa tecnologia per trasformarla in un’impresa di successo non era affatto facile, ma dopo aver preso parte a molteplici selezioni per l’allocazione di fondi, i loro sforzi hanno iniziato a portare i frutti sperati.
Il Microsoft Seed Financing Fund ha investito centomila dollari, il Bortnik Fund ha contribuito con circa 34mila dollari, lo Skolkovo Innovation Center ha accolto nei propri locali l’azienda e questo le garantirà di sicuro alcuni benefici fiscali come pure l’opportunità di interagire con altri inventori.
Dmitri Shuvaev, Andrei Klimenko, Alexei Klimenko (Foto: ufficio stampa)
Il problema della violazione del copyright in Russia è estremamente serio, e le pressioni internazionali sul governo affinché decida un giro di vite contro quella che è considerata una pirateria in grande espansione sono particolarmente forti. Chi arriva dall’estero in Russia scopre di poter vedere film stranieri ancora prima che escano ufficialmente nelle sale negli Stati Uniti. Secondo numerose stime in merito, a causa della pirateria, ogni anno, le case cinematografiche perdono circa 500 milioni di dollari.
Nel dicembre 2011 il film “Vysotski. Thanks to God I’m Alive” uscì nelle sale cinematografiche e per un mese dalla sua uscita Pirate Pay ha protetto il film sui Torrent network. Andrei Klimenko ricorda che “sono stati oltre 50mila gli utenti a non essere riusciti a scaricarlo interamente dalla Rete”.
Fonti della società non intendono parlare di guadagni, ma affermano che il loro servizio costa ai clienti tra i 12mila e i 50mila dollari, a seconda delle risorse che si rendono necessarie per instaurare un buon sistema di protezione. Nei prossimi due anni il gruppo prevede di consolidare la propria posizione sul mercato russo e di affermarsi a livello internazionale.
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