Foto: Itar-Tass
La Russia come la Germania. O quasi. È così che si immaginano tra meno di dieci anni i cittadini della Federazione, ai quali è stato chiesto un pronostico sullo sviluppo del Paese per il 2020. E senza deludere le aspettative di chi li vede tra le potenze mondiali, i russi hanno risposto, senza peccare di modestia, di immaginarsi un Paese “ricco, prospero e sviluppato” (14 per cento), degno di rivelarsi “la più grande potenza al mondo” (16 per cento) dove, nel corso dei prossimi dieci anni, “aumenterà il benessere” (13 per cento).
Un altro 10 per cento è convinto dello sviluppo economico della nazione, mentre il 9 per cento della popolazione crede in un aumento delle politiche sociali. Dati che fanno ben sperare, se sommati gli uni con gli altri, a fronte dei quali si piazzano le aspettative dei più pessimisti, convinti che sarà difficile sconfiggere la corruzione (2 per cento) e che sarà impossibile incrementare la cultura (2 per cento). Tutt’altro che irrilevante, comunque, la percentuale di persone che si dice in difficoltà a trovare una risposta: percentuale che si attesta intorno al 23 per cento.
Interessante analizzare invece più in dettaglio le opinioni degli intervistati, interrogati su quali potrebbero essere le cause di un eventuale fallimento di questo traguardo: il 19 per cento della popolazione ha indicato l’alto livello di corruzione, mentre il 14 per cento ha puntato il dito contro il governo e il potere in genere. Più giù, invece, si ipotizzano crisi economica e l’interferenza di Paesi come America, Cina e altri stati occidentali.
Alla domanda, “a quale Paese vorreste assomigliare”, in cima alle preferenze (con il 12 per cento) spicca la Germania, vista come una nazione stabile e ricca, seguita dagli Stati Uniti, anche se con solo il 4 per cento delle preferenze. In vetta resta ovviamente la Russia (55 per cento dei voti), considerato uno Stato “che mai potrà essere equiparata ad altri Paesi”.
Il sondaggio è stato realizzato dal Centro di Ricerche Vtsiom su un campione di 1.600 persone intervistate in 46 diverse regioni del Paese.
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