Street art italiana a Gorky Park

Gola, da Bologna, tra gli ospiti internazionali presenti a Mosca al festival "Faces&Laces". Le sue parole sul viaggio in Russia durante la sua performance

Sole, musica ad alto volume, un grande assembramento di curiosi. Ecco come si presentava nel week end del 23 e 24 giugno 2012 la fiera dell'arte e della cultura moderna "Faces&Laces", che unisce streetfashion, subcultura, comunicazioni visive, al parco Gorky di Mosca.

Vicino all'entrata un campo da skateboard con i ragazzi che si esibiscono nelle evoluzioni accompagnati dagli applausi e dai sospiri di compassione degli spettatori. Più avanti ci si perde tra la gente: ragazzi che mostrano i pass di ballerini di street dance, artisti che disegnano sulle T-shirt, d-j vestiti underground, bancarelle d'abbigliamento sportivo con brand famosi e meno, come i marchi locali Saint-P, giovane azienda streetwear da San Pietroburgo. E tra gli artisti stranieri invitati al festival anche un italiano sulla trentina.

Si presenta come Gola. Ha gli occhi azzuri, capelli biondi, pantaloni macchiati di vernice, una mascherina protettiva sul viso e una bomboletta di colore in mano. Cresciuto in un paesino vicino Rimini, si è gia fatto conoscere in Brasile, Spagna, Ucraina. Oggi è per la prima volta a Mosca. Fin da piccolo si è avvicinato all'arte, creando le storie che immaginava. Da teenager con gli amici disegnava sui muri, da qui il primo approccio della sua arte con lo spazio pubblico e dopo il liceo artistico l'Accademia delle Belle Arti a Bologna, l'erasmus a Barcellona. "Lì mi sono avvicinato un po’ ai graffiti, era il 2003/2004. Così è iniziato l'avventura nella street art", spiega.

"Il mio soprannome - aggiunge - è nato per caso. Quando vivevo a Bologna, avevo fatto degli sticker con una scritta Nicolas, come mi chiamavano gli amici e come mi conoscono tuttora. Strappandolo si leggeva Gola. Era il momento in cui stavo cercando la mia strada, disegnavo molte cose anatomiche. Quindi il nome Gola è rimasto come un'icona, come lo strumento organico attraverso il quale mi esprimo".

Continua a creare opere simboliche, Gola, anche a Mosca, restando legato a un'iconografia pseudoreligiosa. La sua creazione al parco Gorky rappresenta la speranza di nascita di un nuovo mondo. Sullo spazio murale ci sono due entità che sono i cardini della nascita della vita sulla terra. A sinistra il maschio è rappresentato dalla luce, a destra è una donna rappresentata dall'acqua, che, nella versione finale, avrà fili di erba come capelli e dalla schiena spunteranno piante acquatiche). Tra di loro si vede il figlio, il dio della biosfera ritratto come un mix di piante, insetti, uccellini. Questa è per Gola la nascita del nuovo mondo, mentre ora il pianeta è un deserto.

L'evento di Gorky Park a Mosca è davvero unico. "Mi dà l'opportunità di mischiarmi tra la gente, per fare due chiacchiere con le persone che vivono qui. D'altro canto, questi eventi così fashion non sono il mio pane quotidiano". 

Pur se occupatissimo tra il suo lavoro sullo spazio murale a lui concesso dagli organizzatori, il breve soggiorno russo e circondato da tanta gente nuova e ancora sconosciuta, Gola riesce a farsi un'opinione sulla Russia e ci spiega il suo pensiero: "Volevo andare al Museo d'Arte Contemporanea, perché di arte contemporanea russa sono un po' carente, ma non ho avuto tempo. Però tornerò presto per organizzare una mia piccola mostra personale, spero di riuscirci. Mi piacerebbe anche passare più tempo qui per capire meglio il Paese. La mia prima impressione è che il modo di fare sia diverso rispetto all'Europa. Prima di venire qui, pensavo che la gente fosse fredda, invece si relaziona. Certo in un altro modo rispetto agli italiani, non ho ricevuto abbraccioni, ma sento che sono molto curiosi, hanno voglia di nuovo. Qui mi sembra che quando la gente ascolti, ti ascolta davvero".

Credit immagini: flowmasters.streetkit.ru

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