Foto: Itar-Tass
Il Treno della Memoria è partito da Mosca il 20 giugno 2012, due giorni prima del 71esimo anniversario dell’inizio della Grande Guerra Patriottica (22 giugno 1941). Inizialmente, i partecipanti viaggeranno assieme ai veterani bielorussi, depositeranno dei fiori in Ploshchad Pobedy (Piazza della Vittoria), visiteranno il Museo della Grande Guerra Patriottica e i complessi commemorativi di “Kugran Slavy” (La collina della gloria) e di “Chatyn’”. Dopodiché, i passeggeri arriveranno, alle prime luci dell’alba, alla Fortezza di Brest per partecipare agli eventi commemorativi solenni.
L'obiettivo principaledi questa iniziativaè cercare di avvicinare le giovani generazioni ai partecipantidellaGrande Guerra Patriottica. Le lezionidi storia, confessano i ragazzi, non sono in grado di trasmettereil latopiù importantedella guerra, ovvero le emozioni più vive e autentiche dei suoi eroi. Il treno è il luogo ideale per raggiungere tale scopo, dal momento che i lunghi viaggi consentono una maggiore condivisione spirituale, gli uni con gli altri.
Durante il viaggio,gli studenti sono felicidi aiutarei veterani e ascoltano attentamentele loro storiedi eroismo. I veterani, da parte loro, rimangono sopresi dinanzi alle domande a volte ingenue dei bambini, come: “Non avevate paura?”, “Come siete riusciti a compiere tali prodezze?”. E i vincitori rispondono perplessi: “Che altra scelta avevamo? Se non fare quello che abbiamo fatto?”.
Gli organizzatori delTrenodella Memoriariconoscono che l’iniziativa suscita emozioni diverse. Da un lato, sinotail crescente e inestinguibile interesse delle giovani generazionirusse. Ogni anno, a questo emozionante viaggio partecipano centinaia di bambini e ragazzi. Dall’altro, purtroppo, il numero di veterani si fa sempre più esiguo. Gli organizzatori notano che, anno dopo anno, per gli eroi della guerra diventa sempre più difficile spostarsi. L’età media dei veterani della Grande Guerra Patriottica è di 88-89 anni. A loro vengono riservati dei treni speciali delle Ferrovie russe con dei vagoni muniti di tutti i confort. Ma, nonostante l’età e le difficoltà, gli eroi del conflitto continuano a partecipare ogni anno con grande entusiasmo all’iniziativa del Treno della Memoria.
Per la commemorazione del 71mo anniversario dell'inizio della Grande Guerra Patriottica, a Poklonnaja Gora, a Mosca, sono state accese 1.418 candele, una per ogni giorno di guerra
La tradizioneè iniziatanel 2004, in occasione del 60esimo anniversariodella vittoriadell’Urss sulla Germania nazista, su iniziativadelComitato per le Pubbliche Relazionidi Mosca.L'idea del viaggioè venutadagli stessiveterani, così come dalle associazioni patriottiche giovanili. A Mosca ci sonocirca 200organizzazioni diquesto tipo, chein tale data hanno deciso di dare vita aun movimento: l’organizzazionedei bambinidi Mosca,"Sodruzhestvo" (Confraternita). Dopo il primo viaggio, otto anni fa, il Comitato ha ricevuto una gran quantità di richieste da parte dei bambini e dei veterani, che volevano che l’iniziativa continuasse e diventasse un evento annuale.
Durante questi 8anni, il Treno della Memoria ha toccatoquasitutte le città dei nostri eroi: Leningrado, Volgograd, Minsk, Smolensk, Novorossijsk, Vjazma, Rzhev, Belgorod, Kursk, nella patria dellaGiovane Guardia, Krasnodon, ma ancheBerlino eVienna.Ognuno sceglie la città in cui vuole andare, magari perché ha un rapporto o un legame speciale con essa. Ci sono, per esempio, coloro che hanno combattutoin una determinata città e voglio ritornarci e ripercorrere le strade di un tempo.
I testimoni raccontano di essere stati accolti calorosamente in tutte le città, alla vecchia maniera russa: con fisarmoniche, pane e sale.Quanti hanno partecipato, in passato, ai viaggi raccontano, ad esempio, che a Berlino, i veterani sovieticivenivano salutati con gioia dai binari della stazione. In Austria, diverse persone non appena li vedevano si fermavano e applaudivano.
Gli organizzatori spiegano che la scelta, di quest’anno, delle due città bielorusse di Minsk e Brest, è dovuta al fatto che proprio questi due centri furono i primi ad essere colpiti dalla Grande Guerra Patriottica. "Moriremo, ma non ce ne andremo da qui...", "Eravamo in tre, la situazione era difficile, ma non ci siamo persi d’animo e moriremo da eroi”, recitano alcune delle scritte lasciate sulle mura della Fortezza di Brest.
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