Igor Sechin di Rosfnet (a sinistra) stringe la mano a Paolo Scaroni, ad di Eni (a destra). (Foto: Itar-Tass)
Al via il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, ma senza sorprese. Sono stati firmati accordi già discussi tra Eni e Rosneft ed Enel e Lukoil. Assente Dmitri Medvedev, ospite fisso delle passate edizioni, ma è spiegabile: anche Vladimir Putin, da premier, non è passato al forum.
Ma con Putin in viaggio dal G20 del Messico, a consegnare al suo posto il premio Global Energy Award, una specie di Nobel per l’energia (il valore è di più di un milione di dollari) ci ha pensato Igor Sechin, ex vicepremier ora alla guida di Rosfnet; non dunque Arkadij Dvorkovich, neo vicepremier e responsabile per l’energia, né Aleksandr Novak, ministro dell’Energia, ma comunque una persona indicata dal Presidente.
Dimenticati i recenti incidenti “diplomatici”, quando l'incontro del club del petrolio (guidato da Sechin) era coinciso con una riunione della commissione del governo dedicata all’energia (sotto l'egida di Dvorkovich), quest'anno a San Pietroburgo le sezioni dedicate all’energia sono più numerose e si sovrappongono. Per esempio, la sessione sulla power integration era contemporanea a quella sul nucleare (“Un anno dopo Fukushima”), e la premiazione coincideva con entrambe.
Alla sessione dedicata all’energia nucleare, Vladimir Asmolov, presidente Organizzazione mondiale degli operatori delle centrali nucleari, ha sostenuto che dopo Fukushima è cambiato poco, “le norme di sicurezza del dopo Chernobyl erano sufficienti e sono in sostanza le stesse di adesso e tutte le centrali russe hanno superato con successo lo stress test”.
E cosa dire allora degli altri Paesi, come la Germania che vuole chiudere tutte le centrali o come l'Italia che in un recente referendum ha bocciato il ritorno al nucleare? “Sono solo momenti emotivi - è la conclusione della sessione -. Finché le rinnovabili costeranno tanto, il nucleare servirà”.
Invece sul prezzo del petrolio, secondo l'ex ministro delle Finanze russo, Alexei Kudrin, è difficile che il prezzo salirà, anzi, potrebbe scendere persino a 70 dollari al barile. Tragico per la Russia? Come ha detto Vladimir Putin all’apertura ufficiale, avvenuta alle 14.30 del 21 giugno 2012, dopo le sessioni mattutine del forum, “la Russia deve staccarsi dal petrolio”. Quando l’economia dipenderà da settori innovativi, e non da risorse naturali (il sogno di Putin e Medvedev), sarà poco importante. Ma adesso lo è.
Intanto l'Italia...
Gli amministratori delegati dei due gruppi, Paolo Scaroni e Igor Sechin, hanno firmato gli accordi relativi alle società che opereranno gli asset del Mar Nero e del Mare di Barents. Gli accordi si riferiscono alle joint venture tra Rosneft (66,67 per cento) ed Eni (33,33 per cento) per lo sviluppo delle licenze nell’offshore russo Fedynsky e Tsentralno Barentsevsky, nel Mare di Barents, e Zapadno Cernomorsky, nel Mar Nero. Scaroni e Sechin hanno inoltre concordato uno scambio di tecnologie tra le due compagnie. In particolare, Eni metterà a disposizione il proprio contributo tecnologico e l’esperienza maturata nell’offshore norvegese e di altri Paesi. A margine della firma, Sechin ha reso noto che Eni ha offerto a Rosneft di partecipare “in progetti di raffinazione in Europa e produzione di petrolio in Nord Africa”.
Alleanza a tutto campo nel settore del gas tra Enel e Lukoil. L’amministratore delegato del gruppo italiano, Fulvio Conti, ha firmato a San Pietroburgo con l’omologo del colosso petrolifero russo, Vagit Alekperov, un memorandum d’intesa per “l’individuazione di opportunità di sviluppo comune nella catena del valore del gas”. Il memorandum prevede lo studio di possibili progetti congiunti nell’upstream della Russia e di altri Paesi (soprattutto nell’offshore del Mar Caspio e del Nord Africa), nonché “condividere i rispettivi know how per la realizzazione di studi sul mercato del Gnl e del gas trasportato da gasdotto in Europa e nella Federazione russa”. Le due società, aggiunge una nota, intendono inoltre “coordinare gli sforzi per l’analisi del quadro regolamentare che disciplina il settore del gas naturale russo” e valutare “la possibile fornitura di gas alle centrali elettriche di Enel Ogk-5 da parte di Lukoil”. Il memorandum, è stato definito da Conti una “opportunità di collaborare con un importante operatore del mercato del gas e petrolio russo”. L’accordo, ha sottolineato l’ad, “ci consentirà di esplorare nuove opportunità comuni nella catena del valore del gas, dall’upstream alla fornitura, con beneficio per entrambe le società”. Alekperov ha affermato per parte sua che “la cooperazione internazionale con l'Enel permetterà di ottenere ulteriori sinergie tra il gas e il commercio di energia, settori strategici per Lukoil”.
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