Pavel Dorokhin (Foto: kprf.ru)
Firmato a Venezia il 7 giugno 2012 un memorandum di intenti tra il Consiglio di Coordinamento della Corporazione statale "Rostechnologi" e la Camera di Commercio della Federazione russa, da un lato, e l'Agenzia per lo Sviluppo di progetti economici dell'amministrazione della regione Veneto "Veneto Promozione", dall'altro. Uno dei punti principali del documento è la creazione di un centro russo-europeo permanente con sede a Venezia per lo scambio di tecnologie industriali.
Si prevede che la struttura, la cui attività si inserisce nel quadro del programma di modernizzazione del tessuto industriale intrapreso dal Presidente della Federazione Russa, aprirà le sue porte entro la fine del 2012. Pavel Dorokhin, coordinatore del progetto dalla parte russa e vice presidente del Comitato sull'Industria della Duma di Stato, ha accettato di rispondere ad alcune domande di Rossijskaja Gazeta.
Di che cosa si
occuperà il nuovo centro?
Compito
principale del nuovo Centro russo-europeo sarà lo scambio sistematico e
continuo dall'Europa alla Russia delle ultime novità nel settore delle
tecnologie industriali, con il fine di modernizzare il nostro tessuto
industriale. Il centro seguirà, in tempo reale e su richiesta delle imprese
russe, gli ultimi sviluppi del settore dell'innovazione, li confronterà,
studiandoli con attenzione, e offrirà la propria assistenza durante la firma di
eventuali contratti. Come è risaputo, anche da noi, in Russia, le idee
interessanti e i progetti non mancano, in particolare nel settore della difesa.
Tuttavia, poiché al momento non siamo ancora in grado di commercializzarli, questi
molto spesso spariscono senza essere sviluppati. Grazie alla nuova struttura, i
nostri centri di ricerca avranno finalmente l'opportunità di realizzare e
vendere in modo efficace i loro progetti sui mercati internazionali.
Perché per la
creazione di questo centro, tra tutti i Paesi europei, la scelta è ricaduta
proprio sull'Italia, e tra tutte le regioni italiane, proprio sul Veneto?
Hanno influito
diversi fattori importanti. In primo luogo, l'Italia, dopo la Germania, è il
principale partner commerciale della Russia. In secondo luogo, l'Italia si è
sempre dimostrata sensibile alle richieste formulate dalla Russia. E infine,
come terzo punto, abbiamo sempre avuto dei rapporti tradizionalmente buoni e
dinamici a livello di leadership tra i nostri due Paesi, che senza ombra di
dubbio contribuiranno favorevolmente alla realizzazione di questo centro.
Perché proprio il Veneto? Nel processo di selezione e nel corso degli incontri
con i vari rappresentanti delle regioni industriali del Belpaese (Veneto,
Piemonte e Lombardia), il Veneto ci ha offerto le condizioni più interessanti a
sostegno dell’iniziativa. La regione, in particolare, si è offerta gentilmente
di trovare una sistemazione per il Centro stesso, così come di fornire
l'assistenza dei propri specialisti. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha
dichiarato di essere personalmente pronto a patrocinare il lavoro del nostro
centro. Un altro argomento a favore del Veneto è il fatto che questa regione è
la più avanzata tecnologicamente rispetto a tutte le altre regioni del nord
Italia. Tra Verona e Venezia vi sono diverse nuove zone industriali, dove
vengono prodotte le tecnologie elettroniche e laser più avanzate, dispositivi
medici e biotecnologie. Dal momento che il centro lavorerà su tutto lo spazio
europeo, è importante ricordare che la regione Veneto ha una propria
rappresentanza a Bruxelles, e quindi accesso diretto all'Ue.
Chi e come
finanzierà il progetto?
Il progetto deve
ancora ricevere l'approvazione del governo russo. Tutti i documenti necessari sono
già stati sottoposti al Primo Ministro e ai suoi consiglieri. Anche noi, una
volta lasciata l'Italia consegneremo al Governo il memorandum firmato a
Venezia. Dopodiché verrà creato un gruppo di lavoro speciale che lavorerà per
diversi mesi a livello tecnico sulle condizioni necessarie per inserire una
nuova riga dedicata al progetto tra le voci del bilancio. In un primo momento,
l'attività della struttura sarà finanziata dalla parte russa, visto che il
Centro sorgerà in primo luogo con lo scopo di sollevare l'industria russa. Si
prevede che in futuro poi a questo processo parteciperanno anche i nostri
partner italiani ed europei. Creeremo un fondo attraverso il quale tutte le
società coinvolte potranno fornire il loro contributo economico, e finanziare
la realizzazione di progetti tecnologici concreti.
Perché, secondo
Lei, le imprese europee dovrebbero essere interessate a una collaborazione con
il vostro centro?
L'interesse di
queste imprese è evidente: avranno la possibilità di commercializzare i loro
prodotti e le loro tecnologie. Al momento in Europa è molto difficile fare progressi,
molte aziende non riescono a ritagliarsi uno spazio, ma attraverso la Russia
potranno aprirsi a un mercato più ampio, e raggiungere persino quello
asiatico.
Non ha paura che
l'attività del Centro russo-europeo sullo scambio di tecnologie industriali
possa intralciare le iniziative del progetto Skolkovo?
Chiamiamo questo
progetto Skolkovo-2, poiché la sua attività non interferirà in alcun modo con
quella di Skolkovo, anzi la integrerà. Il progetto Skolkovo si concentra
in gran parte sulla teoria, il Centro russo-europeo, invece, sarà orientato sul
lato pratico. Si occuperà di captare gli ultimi ritrovati tecnologici europei
che possono essere subito mandati in produzione.
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