Europei, dasvidania Russia

Battuta dalla Grecia, la squadra di mister Advocaat incassa il colpo ed esce dal torneo. Ora è tempo di tirare le somme

Il colpo inflitto dalla Grecia alla squadra russa nell’ultimo match del girone A degli Europei di Polonia e Ucraina si è rivelato uno schiaffo a dir poco potente. Proviamo a capire perché.

Per la prima volta dopo tanti anni la formazione russa si è avvicinata al torneo con le migliori intenzioni: mister Dik Advocaat ha fatto propria l’esperienza della preparazione di Guus Hiddink, avvalendosi del noto Raimond Werheien per apportare alcune correzioni alla squadra. La fase di preparazione si è svolta in maniera soft: un solo allenamento al giorno. Con Italia e Uruguay, sparring partner.

Innanzitutto la squadra russa ha prestato grande attenzione agli avversari. Avvalendosi di quattro scout, Advocaat ha prontamente ottenuto informazioni sui rivali, facendo molta attenzione soprattutto alla loro impostazione tattica: un lavoro scrupoloso i cui risultati possono essere valutati solo oggi.

Dopo aver battuto la Repubblica Ceca, usando più le gambe che la testa, la nostra squadra si è rivelata impreparata agli incontri successivi, dove gli avversari hanno dimostrato fantasia e inventiva tattica. La Polonia ci ha colpito con la sua formazione di tre mediani. Mentre la Grecia ci ha sorpreso con le sue verticalizzazioni, contro le quali nessun antidoto si è rivelato valido.

Di solito dopo colpi di questo genere è necessario cercarne le cause e domandarsi perché. Sarebbe interessante sapere quale somma hanno percepito gli scout della squadra russa tenendo conto dei risultati della loro missione.

Foto: Anton Denisov/RIA Novosti

L'esultanza dei greci al triplice fischio, 16 giugno 2012

(Foto: Anton Denisov/RIA Novosti)


Il punto

La squadra russa si è presentata a questo torneo con un gioco basato sul fraseggio. Alla linea mediana, composta da Zyryanov, Denisov e Shirokov, è stata affidata la gestione del possesso palla; le seconde punte Arshavin e Dzagoev hanno spinto l’attacco con i tempi giusti, mentre l’unica punta Kerzhakov ha creato scompiglio tra le linee avversarie. Per quantità di passaggi la nostra squadra l’ha data vinta solo all’Olanda, alla Francia e alla Spagna.

L’assenza di pressing

Nei match contro la Polonia e la Grecia è balzato agli occhi un momento in particolare: ogni volta che la Russia perdeva il possesso della palla non andava subito a pressare l’avversario, ma si chiudeva in difesa. Una reazione che si potrebbe definire anacronistica, visto che il calcio moderno richiede gran movimento dei giocatori senza palla. Un difetto che da parte nostra si è manifestato soprattutto nell’incontro con la Repubblica Ceca. 

Le statistiche

Osservando con attenzione le statistiche di questi Europei, si nota inoltre un particolare interessante: la squadra russa ha effettuato sette sostituzioni, meno rispetto a tutte le altre squadre. E ancora, nella fase di qualificazione la Russia ha schierato 23 giocatori: meno di tutti gli altri. Un altro dato interessante è che la Russia ha condotto il 41 per cento delle azioni d’attacco dalla fascia sinistra e solo il 24 per cento dalla fascia destra. D’altra parte l’assenza di sincronia nel lavoro delle fasce, nel calcio moderno, è cosa di tutti i giorni. Essa viene compensata dalle incursioni per vie centrali.

La psicologia

Per concludere, non vi è sembrato che la nostra squadra si sia comportata in maniera eccessivamente emotiva? Durante il torneo mi è capitato di leggere un’interessante opinione sulla compagine inglese, scritta da una rivista britannica; l’opinionista locale ha attribuito alla squadra una particolarità: sa quanto vale, e non aspira a grandi vittorie.

Per un secondo ho guardato la nostra formazione sotto questo punto di vista: i nostri ragazzi erano psicologicamente pronti per incassare il colpo in una situazione tutt’altro che semplice? (Non dimentichiamo gli scontri tra tifosi e tutto il resto). 

Insomma, la nostra formazione era psicologicamente preparata per prendere in pugno una situazione così difficile? 

Per l'articolo originale cliccare qui

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie