Alle terme di Lipetsk

Città di parchi, fontane e piazze, oltre che di impianti industriali, era il centro preferito dalla nobilità russa e porta la firma di un architetto italiano

Foto: Lori/Legionmedia


Lipetsk, città di parchi, fontane e piazze, centro termale oltre che industriale era il buen retiro della nobilità russa, a circa 438 chilometri a Sud-Ovest di Mosca. Con la fondazione nel 1805 del centro termale “Fonti di acque minerali di Lipetsk”, la città acquistò una grande notorietà in tutto il Paese e diventò un luogo alla moda di riposo dalla città, come dicevano all’epoca. Oggi è famosa per l’industria metallurgica, ma non ha perso il fascino di centro termale di provincia, in cui soggiornava volentieri persino l’imperatore Pietro I.

La prima cosa che salta agli occhi dopo la turbolenta notte in treno è l’edificio della stazione, di forma oblunga sproporzionata. I gatti del luogo non fanno caso al rumoroso treno in arrivo da Mosca; i tassisti invece sì. Prima ancora che riesca a mettere piede per terra, quattro uomini dalle facce serie mi propongono un passaggio. Mentre mi avvicino alla macchina un adesivo giallo attira la mia attenzione: “Grazie sindaco per le strade”. Il tassista Jura spiega: “Quest’anno per la prima volta le strade non sono state riparate dopo l’inverno, le buche nell’asfalto sono enormi. Che il sindaco si vergogni un po’ quando vedrà che tutta la città va in giro con questi adesivi sul finestrino posteriore”. Senza temere le buche chiedo a Jura di portarmi in centro.

La città di Pietro il Grande
Nonostante le strade dissestate, Lipetsk rimane una città con un passato. Dopo aver oltrepassato alcuni quartieri grigi con costruzioni di epoca brezhneviana capitiamo in una Lipetsk completamente diversa: fontane, chiese, parchi e vecchie casette a due piani.

Per prima cosa Jura mi porta nella piazza Petr Velikij, chiamata ai tempi dell’Unione Sovietica piazza Karl Marx, dove svetta il monumento dell’imperatore russo (il secondo nella città) che verso Capodanno vestono da Nonno Gelo (personaggio del folklore russo, ndr).

L’altro monumento di Pietro – un obelisco in ghisa a forma di piramide – si trova sull Petrovskij spusk (letteralmente discesa di Pietro, ndr) così chiamato in onore del primo imperatore russo. Non è un caso che Pietro il Grande sia diventato il beniamino della città: lo considerano il padre fondatore di Lipetsk, il primo a installare le acciaierie e poi il famoso centro termale.

Visitando i dintorni, Pietro I venne a sapere delle riserve di manganese non lontane da Lipetsk. Poco dopo, nel 1703, per decreto imperiale fu avviata sul fiume Lipovka la costruzione delle fabbriche di Lipetsk. A Pietro I non sfuggì il profitto che sarebbe derivato dall’installazione di un’industria siderurgica sul territorio di Lipetsk. All’epoca vi cresceva un bosco, indispensabile per la metallurgia, ma soprattutto, più in basso, lungo il corso del fiume si disponevano i cantieri navali di Pietro I nei quali si costruivano le navi da guerra.

Verso la fine del Settecento la Russia si impose con forza sulla riva settentrionale del Mar Nero dove furono collocati nuovi cantieri navali e la costruzione di navi da guerra nel bacino del Don perse ogni senso. Per tale ragione ben presto le fabbriche di Lipetsk caddero in disuso e vennero chiuse.

 

Il centro termale
Lipetsk sarebbe rimasta una provincia sconosciuta del governatorato di Tambov se non fosse stato per le sorgenti minerali di acqua ricca di cloruro di sodio. Sulla scoperta delle sue proprietà curative esiste una leggenda: non lontano da una fonderia di ghisa viveva una vecchietta con la sua serva. La serva portò dell’acqua di sorgente fresca, la fece bollire e l’acqua nella pentola diventò subito nera. La vecchietta si spaventò pensando che la serva volesse avvelenarla. Interrogarono la ragazza e non si sa come sarebbe finita senza l’intervento di Pietro I. Su decreto dell’imperatore presero un campione di quell’acqua misteriosa per analizzarlo e liberarono la ragazza. Ben presto si scoprì che l’acqua possedeva proprietà curative e fu deciso di aprire un centro termale. Nell’Ottocento divenne famoso presso la società mondana pietroburghese. Il precedente territorio delle sorgenti ora è occupato dal Nizhnij park (letteralmente Parco basso, ndr) con le fonti minerali; si trova anche l’antico sanatorio russo “Lipetsk”.

Cosa si può guardare in due ore?
Dall’antichissima strada Lenin (prima chiamata Dvorjanskaja) si può attraversare la piazza Sobornaja e visitare la chiesa Christorozhdestvenskij (di Cristo nato, ndr) a opera dell’architetto italiano Tommaso Adolini. Quindi si scendono i 101 scalini lungo le fontane del Petrovskij spusk e sbucare sul Komsomolskij prud (lo stagno Komsomolskij, ndr) per dare un’occhiata ancora a una fontana che zampilla sull’acqua.

Si attraversa la strada e si passeggia nel Nizhnij park, coetaneo del centro termale. All’ingresso del parco i più coraggiosi possono assaggiare l’acqua curativa non ancora trattata che è salata e ha un retrogusto di ferro. A me invece hanno consigliato di comprare in un chiosco la “Lipetskij bjuvet” o la “Rosinka”: hanno le stesse proprietà curative, ma hanno un gusto migliore.

Dopo si può fare un salto allo zoo e dare da mangiare ai lama, prima di andare in cerca dell’unico esemplare al mondo di “monumento ai terroristi”: così in città viene chiamata la statua nascosta in fondo al parco eretta in onore dei rivoluzionari di “Narodnaja volja” (Libertà del popolo, gruppo rivoluzionario di fine Ottocento, ndr).

Per completare la visita la cosa migliore è andare nella piazza Petrovskaja e ammirare il monumento di Pietro e la fontana “che canta”. Se rimangono forze e tempo si può andare sulla riva sinistra del fiume e guardare la parte moderna della città dove è situato il complesso industriale metallurgico Novolipetskij, alla base dell’economia della città.

Cosa fare nel week-end
Andare fuori città, per esempio, a Elec, un’antica città perfettamente conservata dal punto di vista architettonico a un’ora e mezza di treno da Lipetsk. Un’altra meta è Zadonsk, a 80 chilometri dalla città, la mecca locale, ricca di antichi monasteri. Anche Astapovo merita una visita (89 chilometri da Lipetsk, nome attuale: Lev Tolstoj), il paese dove Tolstoj trascorse i suoi ultimi giorni. Oggi si trova un singolare museo dello scrittore in cui all’ingresso danno pantofole in morbida pelle e durante le visite si può ascoltare la sua voce grazie a un disco fonografico miracolosamente conservato.

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