Vignetta di Niyaz Karim
Dal vertice Russia-Ue a San Pietroburgo, tenutosi il 3-4 giugno 2012, come del resto da altri vertici Russia-Ue, non ci aspettavamo nessun tipo di innovazione. Le mosse su un nuovo trattato tra Mosca e Bruxelles hanno raggiunto l'empasse da tempo. Nel corso degli anni è stato discusso, una varietà di approcci al documento e alla sua essenza è emersa. Nel frattempo, l'Europa affonda gradualmente nei suoi problemi, e ora non è propensa a negoziati costruttivi con la Russia.
E così l'ultimo vertice tra Russia e Ue ha confermato ancora una volta il desiderio di cooperazione tra le due parti. Come durante le visite precedenti in Europa, il Presidente Vladimir Putin ha ribadito il reciproco vantaggio di iniziative presentate nell'ambito di un programma di cooperazione globale con l'Unione europea conosciuto come "Unione d'Europa". Questo programma si propone di creare uno spazio economico unico, uno spazio comune umanitario, di abolire i visti, e, infine, di promuovere uno spazio unico per energia e trasporto.
Le prime visite all'estero di Putin nel suo nuovo mandato presidenziale sono state, dopo la Bielorussia, in Francia e Germania. Certo, questi Paesi rimangono i principali partner della Russia. Il terzo partner importante della Russia in Europa è l'Italia, ma è in una posizione di difficile congiuntura economica e non in grado al momento di negoziare con i partner internazionali. L'Europa nel suo insieme, purtroppo, non è attualmente un partner capace. Dovrà passare attraverso tutta una serie di trasformazioni interne prima che possa tornare ad essere un partner efficace per la Russia.
Nello stesso tempo, Mosca non sta chiudendo la porta al contatto e al dialogo sui temi di interesse per entrambe le parti. Inoltre, la Russia ha accettato di coordinare alcune mosse di politica estera con l'Europa, come trovare una risoluzione adeguata alla situazione in Transnistria. Ma questo passo in avanti da parte di Mosca non è stato seguito da alcuna azione da parte dell'Unione Europea.
La Russia sta cooperando con i principali Paesi europei, tanto più che in futuro i Paesi dell'Ue potrebbero preferire di negoziare su base bilaterale, piuttosto che nell'ambito dell'Uninone stessa. Anche se sembra che l'opportunità di superare la crisi in Europa con perdite minime sia sparita, c'è ancora la speranza che l'Ue mantenga i suoi fondamentali componenti strutturali: un mercato unico, lo spazio Schengen e l'euro.
Il Presidente Putin ha confermato la disponibilità della Russia a cooperare in primo luogo con le economie leader in Europa. Dopo Germania e Francia, la priorità sarà presumibilmente data ai Paesi scandinavi, i membri dell'Ue che stanno superando la crisi più facilmente. Essi sono stati in grado di condurre le riforme strutturali necessarie per migliorare la competitività nel mondo in tempo.
Non vi è alcun dubbio che nei prossimi anni la Russia compia particolari sforzi per sviluppare la sua politica nella zona orientale. Tuttavia, questo sviluppo non vuol dire che "l'Unione d'Europa" stia passando in secondo piano. Il progetto resta all'ordine del giorno.
Ma quando Putin per primo propose piani di vasta portata per l'Ue nel 2001, l'Europa non fu in grado di occuparsene. Il processo di riavvicinamento tra l'Ue e la Russia è stato estremamente lento, e molto spesso risultati pari a zero hanno prevalso. In ogni caso, la Russia ha bisogno di un partner europeo forte culturalmente, storicamente e socialmente.
Un'Europa più forte e una Russia europea sono connesse, la cosa migliore per la Russia e per tutta la competizione geopolitica. Ma la Russia è costretta a fare i conti con la realtà, che è questa: l'Europa si sta indebolendo rapidamente, anche rispetto ai decenni passati. Ha cominciato a indebolirsi a causa di una serie di circostanze, tra cui la decisione affrettata nei primi anni Novanta di muoversi verso una politica estera unica. Questa idea è degenerata nella costruzione di un tipo di politica che si basa sul "minimo comun denominatore". Come risultato, le grandi potenze europee, in primo luogo Gran Bretagna, Francia e Germania, stanno prendendo sempre più campo.
Il fatto che Putin abbia fatto questo viaggio in Europa subito dopo la sua rielezione è un segnale molto positivo. Il Presidente russo avrebbe potuto immediatamente andare a Est, ma Putin ha confermato che la Russia sta con l'Europa. Mentre la Cina e gli Stati Uniti sono certamente, in termini di geopolitica, attori importanti, Putin ha mostrato a tutti dove stava andando, dapprima a Berlino e Parigi, non a Washington e Pechino.
Sergei Karaganov è un politologo russo a capo del Consiglio per la Politica estera e di Difesa, un ente fondato da Vitaly Shlykov. Karaganov è uno stretto collaboratore di Evgenij Primakhov, ed è stato consigliere presidenziale sia di Boris Eltsin che di Vladimir Putin
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