Foto: Imago / Legion Media
Quando, a cinque anni, Natalia Ishchenko si è presentata alla scuola di nuoto sincronizzato, gli allenatori si sono dimostrati alquanto scettici: la ragazza era poco flessibile. Ma poi hanno dovuto ricredersi. A soli 26 anni, unendo lo stile a una tecnica impeccabile, Natalia si è dimostrata una stella di questa disciplina.
I titoli collezionati negli anni parlano da sé: campionessa olimpica nel 2008; 16 volte campionessa del mondo e 7 volte regina d’Europa.
La giovane, leader della squadra olimpica russa, ha raccontato a Russia Oggi come ci si prepara in vista delle Olimpiadi.
È iniziato il conto alla rovescia per Londra. Come vivete questa esperienza?
Ci stiamo dedicando completamente a questo appuntamento, cercando di superare tutte le difficoltà che si incontrano strada facendo.
In vista delle Olimpiadi, avete tratto vantaggio dalla vostra visita a Londra?
Il vantaggio è stato quello di essere stati sul luogo dove si svolgerà la gara. Ora sappiamo cosa ci aspetta. Abbiamo guardato tutto e testato tutto: niente da segnalare. Inoltre, il Centro Acquatico di Londra è molto simile a quello di Pechino. Anche il villaggio olimpico non è molto diverso.
Veniamo alla coreografia: avete conservato quella dell’anno scorso. Non può suonare come una sorta di déjà vu?
Il balletto “Kukly” (bambole, ndr) è stato presentato solo una volta ai campionati del mondo. Non possiamo dire che si tratti di una cosa vecchia, passata o anche solo troppo vista. È impressionante sotto molti aspetti, sia dal punto di vista tecnico sia artistico. Ed è con questa performance che abbiamo conquistato la medaglia a Shangai. E speriamo che ci porti fortuna anche a Londra. Ad ogni modo qualcosa è stato modificato. Solo i costumi non sono cambiati.
È vero, i costumi sono molti originali. Come nascono?
Li pensiamo insieme agli allenatori e cerchiamo di spiegare agli stilisti quello che vogliamo. Lavoriamo insieme nel tentativo di ottenere quello che abbiamo in mente.
Come riesce a conciliare la carriera sportiva con la vita familiare?
Mio marito è anche lui uno sportivo professionista (Sergei Anikin, argento ai Campionati europei di tuffi, ndr). Comprende perfettamente il fatto che posso assentarmi per due mesi, o che posso tornare dagli allenamenti distrutta. Lui mi sostiene molto. La nostra vita familiare non ne risente di questo. Soprattutto visto che esistono il telefono e Skype.
Ci descriva la sua giornata tipo.
L’allenamento inizia la mattina alle 8. Tre ore e mezzo in acqua, di cui un paio di coreografia. Poi si passa al massaggio e si fa una pausa di circa due ore per riposarsi un po’, come quando si era piccoli. Lo sforzo fisico è molto intenso. L’allenamento finisce verso le dieci di sera. Mangio, mi rilasso un po' e vado a letto. E alle 7 di mattina del giorno dopo si riparte. Come sempre. Ma ognuno di noi riesce a sopportare bene questi sacrifici: si lavora per un obiettivo comune: la vittoria alle Olimpiadi.
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