Kiev in bilico tra russo e ucraino

Rissa nel parlamento di Kiev (Foto: AP)

Rissa nel parlamento di Kiev (Foto: AP)

L’ex repubblica sovietica di fronte al problema linguistico, sempre strumentalizzato per questioni politiche

I deputati ucraini se le sono date di santa ragione e il parlamento di Kiev è diventato un ring in cui addirittura un politico dell’opposizione è stato portato in ospedale. Motivo della rissa è stata la proposta di legge avanzata dal governo sul possibile utilizzo della lingua russa in una serie di regioni, accostandola ufficialmente a quella ucraina e consentendone ad esempio l'uso nei tribunali e negli ospedali.

Per il partito delle Regioni del presidente Viktor Yanukovich si tratta di rafforzare i diritti delle minoranze linguistiche nel Paese, per l'opposizione, invece, una sorta di attentato alla sovranità ucraina. Yanukovich, che già nel 2010 durante la campagna per le presidenziali aveva promesso il russo come seconda lingua ufficiale, ha riaperto così una questione che pareva aver messo nel cassetto e dato all’opposizione, che ha sempre la sua leader Yulia Tymoshenko dietro le sbarre, un’altra occasione per gridare al presunto tradimento della Patria.

Nell’aprile del 2010, dopo l’accordo gas-flotta siglato tra Kiev e Mosca, si erano viste le stesse scene e le stesse accuse tra fumogeni, uova e botte da orbi. Nulla di nuovo insomma, per un problema che ha radici profonde e che non è mai stato affrontato con la dovuta accortezza, sempre sottoposto a speculazioni e calcoli politici.

In Ucraina l’idioma ufficiale è appunto l’ucraino, ma il russo - parlato soprattutto nelle regioni dell’Est e al Sud e rimasto la lingua del business – è ancora ampiamente utilizzato, tanto che il Paese anche su questo piano sembra diviso proprio come per le questioni politiche: l’Ovest vicino all’Unione Europea, ai confini con la Polonia, quello dei Carpazi e del capoluogo Leopoli, parla esclusivamente ucraino e rifiuta categoricamente il russo; a oriente e nel meridione, dal Donbass alla Crimea legate con doppio cordone alla Russia, invece, è ancora la lingua di Tolstoj a farla da padrone.

La storia è difficile da cambiare e se per secoli si è parlato russo, non basta certo mutare la Costituzione per ricostruire automaticamente un’identità linguistica che non è mai esistita. L’Ucraina, diventata indipendente dall’Urss, dal 1991 ha scelto, infatti, come unica lingua ufficiale, quella ucrainaò il russo è, però, la lingua principale per milioni di cittadini non solo di questa etnia. Circa la metà della popolazione parla e considera il russo come lingua madre (accanto anche all’ucraino) e secondo i sondaggi vorrebbe due idiomi ufficiali.

È la politica comunque decidere e, per ora, nonostante le battaglie dentro e fuori la Rada, non è successo nulla. Così il Paese reale si adatta a modo suo, tanto che in televisione, oltre ai film russi con sottotitoli in ucraino, le partite di calcio sono commentate spesso e volentieri da due telecronisti che contemporaneamente fanno cronaca e commenti in entrambe le lingue.

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