I Paperoni del legno

Pestovo, a metà strada tra Mosca e San Pietroburgo, è diventata la capitale mondiale dei milionari. Ecco come

Foto: Mikhail Mordasov / Focus Pictures


“Per le strade di Pestovo circolano solo Hummers e Mercedes. Persino i cani hanno delle casette tutte per loro: due stanze, un piccolo corridoio e pannelli di vetro,  le ho viste con i miei occhi”. Gli avventori di un negozio discutono del villaggio accanto con un tono d’ammirazione e senza ombra di invidia. I loro racconti finiscono tutti allo stesso modo: “Certo, a Pestovo lavorano davvero duro, sino a notte inoltrata. Non capisco dove trovino il tempo per dormire e mangiare”.

 

Pestovo si è specializzata nella costruzione delle rimesse da cantiere: quei gabbiotti che gli operai utilizzano nei cantieri edili di tutta la Russia e del mondo intero. E che quasi sempre provengono da questa cittadina.

 

La trovata di Kuzin

Quando era ancora ventenne l’uomo d’affari Oleg Kuzin ebbe un’intuizione che si sarebbe rivelata una miniera d’oro: prese un martello, dei chiodi, alcune assi di legno e iniziò a realizzare delle rimesse. L’iniziativa si rivelò un successo. Il “duro lavoro”, ha imparato, “ti permette di guadagnare bene e ottenere praticamente qualsiasi cosa desideri”.

 

Da allora Kuzin non ha più smesso di lavorare e di vendere rimesse edili. Il volume e la distribuzione geografica della sua attività si sono moltiplicati, sino a fare di lui, il magnate alla testa dell’Ovk Group, di sua proprietà, un milionario, in dollari.

 

Sono circa le otto di sera: solitamente a quest’ora nella provincia i ritmi si rallentano. Qui invece l’attività non accenna a scemare: gli operai ancora affollano le sale, i custodi puliscono, e Kuzin ad andare a casa non ci pensa nemmeno.

 

“Durante l’epoca sovietica a Pestovo esistevano soprattutto due imprese: una segheria e uno stabilimento di meccanica sperimentale”, spiega. “La segheria lavorava il legname. Lo stabilimento realizzava dei trailer di metallo destinati ai cantieri edili; aveva un giro d’affari considerevole, ed esportava i propri prodotti in Algeria, in Guinea-Bissau, in Mongolia, in Iraq e a Cuba”.

 

Poi venne la perestrojka e le grandi imprese iniziarono ad arrancare e a chiudere i battenti. “Anch’io ho lavorato nella segheria: inizialmente mi occupavo della lavorazione del legno, poi sono diventato autista”, prosegue Kuzin.

 

Ma nel 1992 le cose cambiarono: gli stipendi arrivavano con tre-quattro mesi di ritardo, la televisione aveva iniziato a sostenere le piccole imprese, e alcuni commercianti provenienti da Mosca e San Pietroburgo iniziarono un po’ alla volta a comprare tutto e ad aprire i primi negozi di proprietà privata. Insieme a un amico, io aprii un banco di verdure, a cui fece seguito un altro, e poi un altro ancora. Guadagnavamo, crescevamo, ma i margini di profitto erano limitati e non ci permettevano di investire nella nostra attività. La cittadina era piccola, il potere di acquisto degli abitanti scarso, la scelta modesta… in cosa avremmo potuto investire?”.

 

La risposta si presentò da sola. Benché la segheria e lo stabilimento di meccanica avessero già esalato il loro ultimo respiro da tempo, Pestovo continuavano ad attrarre, per abitudine, numerosi agenti provenienti da Mosca e San Pietroburgo. “Erano in cerca di rimesse edili più economiche rispetto a quelle che erano vendute dalle imprese statali, ma dovevano tornarsene a casa a mani vuote”, ricorda il padre fondatore dell’impresa locale. “Allora acquistai un piccolo terreno, presi con me due assistenti, e iniziai a costruire le prime rimesse, basandomi su dei procedimenti semplificati che rendevano il nostro prodotto più economico. Ne costruii da solo venti-trenta. Poi, vedendo che l’idea funzionava, presi altri operai e iniziai a dedicarmi alla ricerca dei materiali e alle vendite…”.

 

Nessuno, nel 1993, avrebbe potuto prevedere che la Russia, ormai al collasso, sarebbe stata gradualmente ricostruita, e che ovunque sarebbero sorti dei cantieri edili, rendendo le rimesse di legno un’assoluta necessità.

 

“Nessuno si aspettava una domanda così imponente”, afferma Kuzin. “Le vendite decollarono. Ben presto un mio conoscente iniziò a costruire rimesse, e poi un altro, e poi un altro ancora. I miei stessi dipendenti cominciarono a mettersi in proprio”.

 

E benché gli anni Novanta fossero duri per le imprese russe, gli imprenditori di Pestovo per qualche miracolo riuscirono a sopravvivere illesi a quella difficile situazione.

 

“Pestovo è situata a metà strada tra le due capitali: 470 chilometri da Mosca e 480 da San Pietroburgo”, afferma Oleg Sterkhov, un altro imprenditore di spicco di Pestovo. “Alla fine degli anni Novanta riuscimmo ad approdare nei cantieri edili di Mosca e della regione circostante. Poi, agli inizi del 2000, anche San Pietroburgo si svegliò, e i nostri camion si spostarono in direzione nord-ovest. Decine di abitanti di Pestovo divennero rappresentanti delle nostre imprese in entrambe le capitali. Poi, attorno al 2005, abbiamo tutti aperto dei siti Internet e da allora i clienti fioccano da tutto il Paese”.

 

È sorprendente che in una situazione così insolita, in cui un’intera cittadina lavora nel medesimo settore, realizzando il medesimo prodotto, non vi siano problemi di concorrenza.

 

“Non c’è assolutamente alcuna concorrenza”, esclama Kuzin. “Ognuno è soddisfatto del proprio lavoro. È impensabile che qualcuno possa, da solo, soddisfare la domanda del mercato. Inoltre, quando qualcuno attraversa un momento di stasi, c’è sempre un'altra impresa che ha tantissimi ordini da evadere, e viene a chiederti aiuto. E tu fai altrettanto. Siamo cresciuti tutti insieme, ci conosciamo dai tempi dell’asilo”.

 

Gli imprenditori di Pestovo “non si mettono i bastoni tra le ruote, ed è facile comprenderne le ragioni”, spiega Yuri Yegorov, che dirige l’ufficio inter-municipale del Ministero degli Affari Interni della Federazione Russa. “Se il prodotto fosse venduto esclusivamente a Pestovo, la concorrenza ci sarebbe. Invece, poiché il Paese è enorme, non devono spartirsi nessuna torta. Dispongono tutti di un sito web, e c’è chi vende a Chita, chi a Samara, chi in Ucraina e chi in Spagna. Tutt’al più si aiutano tra loro per non perdere i clienti”.

 

Le rimesse “Made in Pestovo” sorgono nei cantieri della tundra, della taiga, delle zone costiere e nelle piattaforme petrolifere. Un po’ alla volta, gli abitanti di Pestovo sono arrivati in tutto il Paese, sino all’estremo Nord.

 

L’odore dei soldi

Quando la città ha iniziato ad arricchirsi, il tenore di vita dei suoi abitanti è cambiato notevolmente. Con gli anni, la differenza che separa Pestovo dai paesi vicini è andata accentuandosi.

Stando ad alcuni indicatori degli standard di vita, la cittadina ha già superato… Mosca. Qui, ad esempio, il rapporto tra numero di automobili e abitanti è quasi il doppio rispetto alla capitale, dove circolano due auto ogni cinque persone, mentre a Pestovo ve ne sono tre (per lo più di fabbricazione estera) per ogni quattro abitanti.

 

Pestovo però contende alle principali città del Paese anche un altro primato: la percentuale degli uomini d’affari. Stando ai dati dell’osservatorio economico dell’amministrazione dell’area municipale di Pestovo, in città gli imprenditori censiti sono 938, su 16.000 abitanti.

 

“A Pestovo si contano circa cinquecento milionari, in dollari”, dichiara fiducioso Oleg Sterkhov. “Da noi i milionari in rubli sono gli operai comuni, che lavorano lontani da casa. Quest’anno, dopo aver costruito rimesse, saune e dacie, possono permettersi delle auto nuove da un milione. Un saldatore che lavora alle rimesse guadagna tra i due e i tremila rubli al giorno. Un autista ne guadagna tra i tre e i quattromila per recarsi una volta a Mosca”.

 

Investire sulla coscienza

Oleg Sterkhov è il primo imprenditore privato di Pestovo. La sua attività è stata inaugurata il 3 dicembre del 1990, e adesso, dopo ventidue anni, metà dei negozi di materiali da costruzione di San Pietroburgo vendono i suoi prodotti. Nella città spagnola di Úbeda, in Andalusia, esiste un villaggio costruito interamente da lui, con casette a due piani realizzate con ventisette pannelli. Sterkhov conosce nei minimi dettagli il settore in cui lavora.

 

“Sa, da noi la corruzione non esiste”, afferma. “Forse non ci crederà, ma la legge funziona davvero. ‘Perché?’, mi domanderà lei. Perché quando le persone lavorano, la legge funziona. Da chi si potrebbero prendere delle mazzette? A chi si potrebbe estorcere denaro? Tutti guadagnano. E se qualcuno rubasse, nel giro di un’ora tutta la città verrebbe a saperlo. Il giudice del tribunale, che aveva tentato di istituire l’abitudine di farsi dare delle mazzette dagli uomini d’affari, è stato costretto a lasciare la città”.

 

All’epoca in cui gli abitanti di Pestovo iniziarono ad aprire le loro attività, il governo semplicemente non era pronto. Da allora le cose sono cambiate: la borghesia locale si è rafforzata e la maggiore preoccupazione degli imprenditori di Pestovo oggi è di fare in modo che la città non cresca troppo, per non dover rinunciare ai vantaggi del vivere in un piccolo centro.   

 

Per adesso, gli uomini d’affari di Pestovo investono i propri ricavi nelle loro imprese. O in viaggi. “Ogni tanto parto con la mia famiglia per un paio di settimane”, afferma Oleg con un sorriso. “Siamo stati in Egitto, a Bali, in Tailandia. Abbiamo anche organizzato un viaggio in Vietnam. Onestamente però, non mi piace quella zona, né quella cucina. Mi viene la nostalgia di casa. Mi piacerebbe visitare l’Europa, il lago Bajkal, o le isole Solovetsky. O, meglio ancora, sarebbe bello restare a casa, staccare il telefono e riposare…”.

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