La classe operaia, l’aspetto sociale e umano di un pezzo di Russia degli anni Quaranta che spesso resta nascosto. Come dietro una cortina di nebbia. “In the fog” (letteralmente "Nella nebbia", traduzione dal titolo russo originale “V tumane”) è il nuovo film del regista Sergei Loznitsa che ha vinto il premio della Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici Fipresci come miglior film alla 65esima edizione del festival di Cannes.
Tratto dal libro di Vasil Bykov, ambientato in una Russia occupata dai nazisti nell’anno 1942, la pellicola racconta storie di resistenza, di coraggio e umanità. Un viaggio nel passato per guardare il futuro, così come ha commentato il regista del film, nato 48 anni fa in Bielorussia, capace di farsi conoscere nel 2010 grazie al film “My joy” (“Schaste moe”), anch’esso presentato a Cannes.
“Volendo spiegare il film in due parole, ebbene, basta trarre spunto da alcune frasi scritte nel libro da cui la pellicola è stata tratta – ha raccontato il regista, così come riporta Ria Novosti -. L’uomo davanti a certe situazioni è impotente. E ci sono alcune situazioni nelle quali non c’è assolutamente niente da fare. Ecco, sono questi momenti che mi inquietano".
L'idea di portare il libro sul grande schermo è nata una decina di anni fa, quando lo scrittore era ancora vivo. "Con Bykov ci siamo incontrati la prima volta dopo aver ottenuto il permesso di girare il film – ha spiegato -, e mi ha pregato di non coinvolgerlo troppo nella stesura della sceneggiatura. Sapeva che non gli rimaneva molto tempo, e aveva ancora tante cose da scrivere".
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