L'Ambasciatore d'Italia a Mosca con Alessandro Papetti, a sinistra (Foto: ufficio stampa)
Eni e Rosneft si mettono in affari: al
cospetto del Presidente eletto Vladimir Putin, e alla presenza dell’Ambasciatore
d’Italia, i due colossi energetici hanno firmato un accordo di cooperazione
strategica che prevede la creazione di società comuni per l’esplorazione di
nuovi giacimenti in Russia. Dopo la recente inaugurazione di Eni e Enel a Novy
Urengoi, a Nord del Circolo Polare Artico, del primo “gas italiano” a sgorgare
su suolo russo, questo è un ottimo periodo per l’energia italiana in Russia. L’accordo
finale sarà suggellato da una visita
del presidente del Consiglio italiano Mario Monti, in Russia prima dell’estate.
Ma non di sola energia si parla al numero 5 di Denezhnij Pereulok: sta per uscire infatti la “Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa”, un manuale – promosso dall’Ambasciata d’Italia – per gli imprenditori che vogliono investire nelle province di Russia, con tanto di dati economici aggiornati, indicazioni sugli incentivi e le procedure per accedere al cuore economico del Paese più grande del mondo. Un vademecum preziosissimo, che in Italia sarà presentato a Roma e a Milano e che porta le prefazioni dei ministri degli Esteri, Giulio Terzi, e dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, oltre che quelle dei ministri russi del Commercio e dell’Industria, Denis Manturov, e dello Sviluppo Economico, Elvira Nabiullina.
Un libro che vuole essere una forte spinta alla presenza italiana nell’economia e nell’industria russa, presenza che è protagonista della mostra di Alessandro Papetti “Mosca. Fabbriche dell’utopia”, aperta fino al 17 giugno 2012 al Museo dell’Architettura di Mosca (Muar). Il pittore italiano, esperto di archeologia industriale, questa volta si è cimentato con i mostri sacri dell’industria sovietica: al Muar sono in esposizione i ritratti degli stabilimenti costruiti durante il primo piano quinquennale e che trasformarono - con costi umani enormi - la Russia agricola e arretrata nell’Unione Sovietica industrializzata.
Foto: ufficio stampa
Una delle fabbriche ritratte, la 1° GPZ, era il più grande stabilimento di
cuscinetti a sfera del mondo, e fu progettato, costruito, e consegnato “chiavi
in mano” nei primi anni ’30 dai tecnici della squadra dell’ingegnere piemontese
Gaetano Ciocca, che dalla sua avventura sovietica trasse un libretto intitolato
“Giudizio sul bolscevismo”. Il progetto si rifaceva a modelli di fabbriche
italiane, e in particolare alla Fiat Mirafiori.
La mostra coincide con il ritorno in Russia della Fiat, che ha siglato con Sberbank, la più grande banca statale pubblica russa, una lettera d’intenti per l’investimento di 850 milioni di euro in due stabilimenti che produrranno circa 120mila veicoli l’anno.
Tante notizie, dall’economia alla cultura, che adesso sono anche su Facebook: l’attività dell’Ambasciata d’Italia a Mosca prende vita anche sul social network più popolare del mondo.
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