La Siberia che si tinge di giallo

"Una volta ancora" di Alberto Caspani è l'ideale per scoprire, tra intrighi e suspence, terre e culture russe ancora poco note agli italiani

Parlare di terre lontane e molto spesso ignorate non è facile. Parlare della Siberia, dei suoi territori e delle sue culture è ancora più difficile se la maggior parte dell'opinione pubblica internazionale la immagina semplicisticamente come una terra fredda e desolata.

Spinto dal desiderio di far conoscere fuori dagli stereotipi e in maniera autentica terre e storie a molti sconosciute, il giornalista Alberto Caspani ha cercato di rompere il silenzio e di descrivere quelle zone a lui care nel romanzo °Una volta ancora” pubblicato online e acquistabile su www.ilmiolibro.kataweb.it.

Come spiega l’autore, in realtà il romanzo è il sequel di “Malgrado tutto”: “Dal momento che il finale di quest'ultimo era lasciato aperto e alcuni personaggi si prestavano ad un ulteriore approfondimento psicologico, la voglia di dar loro maggior caratterizzazione è cresciuta pari passo con le esperienze che, nel frattempo, stavo vivendo in Russia”.

In particolare l'idea di “Una volta ancora” è nata in seguito a un viaggio intrapreso nella regione del Bajkal che ha dato all’autore la possibilità di conoscere le problematiche e le lotte che in quegli anni vi erano in corso. “Il fine doveva essere al contempo quello di suscitare curiosità verso una località geografica scarsamente conosciuta, far scoprire la ricchezza culturale di un mondo sospeso fra Occidente e Oriente, così come fra l'immagine ancora morente dell'ex Unione Sovietica e quella in transizione della Nuova Russia. Su tutto, però, il romanzo voleva essere una mia dichiarazione d'amore verso una terra magnifica, la Russia che di anno in anno ritrovavo sempre più disorientata e in cerca di una nuova identità.”

“Una volta ancora” è un giallo affascinante non solo per la storia e per le vicende che l'alter ego dello scrittore vive, ma anche e soprattutto per le dettagliate e approfondite digressioni storiche ed antropologiche e per le descrizioni paesaggistiche, culturali e religiose che l'autore vi raccoglie. Le tematiche ambientali ed energetiche, le indagini sulla costruzione di un gasdotto, l'incontro con sciamani e trafficanti d'arte, episodi di superstizione: tutto è amalgamato in maniera tale da costituire un unicum affascinante e coinvolgente.

Al di là del fatto che il titolo si riferisca anche al suo prequel non ancora edito, nasconde anche per l'autore un significato più profondo: "Una volta ancora, perché qualunque sia il fine del protagonista o dell'uomo, non si esce mai dal proprio orizzonte di vita, dalla propria prospettiva, ma la si rivive e reinterpreta solo sotto angolazioni diverse; Una volta ancora, perché, al di là di tutto, l'uomo che diviene consapevole dell'eterno ritorno dell'uguale è anche un uomo che lo sa accogliere con entusiasmo, lo desidera nella sua eroticità esistenziale, e dunque lo invoca per riattualizzare di volta in volta le possibilità mancate, ma sempre presenti. Con Nietzsche, potremmo anche dire che Una volta ancora è l'eterno motivo musicale che scandisce la danza del nostro passo”.

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