Pedalando a Sochi

Foto: PhotoXpress

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La cittadina sul Mar Nero, capitale dei Giochi olimpici invernali del 2014, intende organizzare una competizione a tappe con i campioni del ciclismo. L'anteprima del Pro Tour

Sochi vuole realizzare un ambizioso progetto, il "Russia Tower", una versione ridotta del famoso Tour de France. La capitale dei Giochi invernali del 2014, spera di aggiungere una grande gara in bicicletta alla sua lunga lista di eventi sportivi e internazionale di grande rilievo. 

Aleksandr Gussiatnikov, alto funzionario della Federazione russa di Ciclismo, ha rivelato che il suo Paese ha voluto organizzare una corsa Pro Tour di una settimana, a partire dal 2013.  "Questo è un progetto ambizioso, ma pensiamo di poterlo realizzare", ha dichiarato dopo il Giro di Sochi, una corsa internazionale a tappe che si svolge ogni anno lungo il Mar Nero.  "Abbiamo in programma di chiamarlo Russia Tower: una versione ridotta del famoso Tour de France -, ha aggiunto. - I ciclisti potrebbero toccare San Pietroburgo e Mosca prima di volare a Sochi e gareggiare per altri tre o quattro giorni sulle montagne del Caucaso". 

La Russia avrebbe intenzione di presentare la proposta all'Uci (l'Unione Ciclistica Internazionale) entro giugno 2012, in modo che la gara possa essere inclusa nel calendario del 2013. "Se non saremo pronti per la prossima stagione - ha aggiunto Gussiatnikov - potremmo rinviare il progetto al 2014".

Oltre alle Olimpiadi Invernali e ai Mondiali di calcio del 2018, Sochi ospiterà anche nel 2014 il primo Gran Premio di Formula 1. Un appuntamento importante di ciclismo si adatterebbe molto bene con il progetto globale lanciato da Igor Makarov, ricco uomo d'affari e patrono della Federazione russa di ciclismo, che ha anche fondato il Pro Tour Team Katusha. Makarov, un ex pilota professionista che ha fatto fortuna nel settore del gas, pensando al tour di Sochi, ha organizzato il Pro Tour. 

Ma per raggiungere questo obiettivo, la Russia deve prima costruire strade in buone condizioni. Quando gli fu chiesto che cosa era necessario per la Russia per ospitare una corsa Pro Tour, Gussiatnikov ha risposto in modo diretto: "Abbiamo bisogno di due cose, denaro e strade". Il governo russo ha speso circa 200 milioni di dollari per costruire una pista a Sochi e migliorare le autostrade intorno alla città. Secondo Gussiatnikov, il progetto dovrebbe coinvolgere anche la ristrutturazione delle strade da prendere in prestito per la gara. 

Ironia della sorte, per il secondo anno consecutivo, la gara delle due ruote a Sochi iniziava e finiva a Krasnodar, capitale della regione, perché il resort sul Mar Nero e i suoi dintorni hanno ancora l'aspetto di un cantiere enorme, in vista dele Olimpiadi 2014. Il croato Mladen Durlen, commissario all'Uci, ha commentato: "Penso che questo Pro Tour possa crescere e accoglierà ciclisti forti. Inoltre, diverse squadre europee ne hanno preso parte quest'anno". L'evento si è svolto dal 4 all'8 aprile 2012 ed è stato vinto dal serbo Ivan Stevic. Il ciclista ha aumentato le possibilità di rappresentare il suo Paese ai Giochi di Londra. "Penso che sia stata una gara molto buona. Tutto era perfetto: l'organizzazione, l'ospitalità...", ha commentato il vincitore che ha battuto più di 150 avversari provenienti da 10 Paesi europei, gestendo perturbazioni, montagne e strade pericolose per cinque giorni e quasi 900 chilometri.

"Le strade potrebbero essere migliori, ma credo che i russi potrebbero facilmente risolvere questo problema con tutti i soldi che hanno. Sono ancora felice di aver partecipato - ha concluso il serbo -. La Russia mi ha portato fortuna negli ultimi tempi, perché ho vinto anche una gara a Mosca nel 2011". Tuttavia, non tutti condividono l'entusiasmo di Stevic. "Le strade sono pessime", ha borbottato l'altro serbo, Der Zolt: "C'erano così tante buche e detriti che le forature erano all'ordine del giorno". L'austriaco Michael Gogl si è espresso in maniera più indulgente: "Abbiamo davvero apprezzato il nostro soggiorno. Strade? Ne abbiamo conosciute di peggio, come, ad esempio, in Centro-America".

L'articolo originale è stato pubblicato su "The Moscow Times"

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