Il presidente di Gazprom, Aleksei Miller, allo stadio con la sciarpa dello Zenit San Pietroburgo (Foto: Photoxpress)
Il nuovo colosso del calcio e dello sport mondiale. Gazprom Neft, prima estrattrice di gas naturale globale. Che vede soprattutto nel pallone uno strumento per accrescere peso e visibilità a livello commerciale.
Di recente la compagnia petrolifera russa ha acquisito il 25 per cento delle quote del Tom Tomsk, club della Russian Premier League in odore di retrocessione, in crisi di rubli da anni e vicino al fallimento durante la pausa invernale del torneo, dopo aver perso anche gli investimenti regionali. Un intervento sollecitato in prima persona da Vladimir Putin e che ha richiesto l’ingresso nelle quote societarie anche di Rosneft, altra azienda petrolifera statale.
Prima di diventare azionista del Tom Tomsk, Gazprom aveva già investito nel calcio russo, sponsorizzando il Volgar (club di First Division) e finanziando la ristrutturazione dello stadio dello Zenit San Pietroburgo. Ultimamente il club di Spalletti, a un passo dallo scudetto bis, gli ha strappato pure una sponsorizzazione da oltre 16 milioni di euro.
Dunque, un Leviatano che ha esteso il suo potere anche nella Bundesliga, il campionato tedesco. Per piazzare il logo dell’azienda sulle maglie dello Schalke 04, Gazprom porta nelle casse del club circa 15 milioni di euro annui. E in questi giorni la compagnia ha siglato una partnership anche con il Bayern Monaco, finalista di Champions League, per una cifra superiore all’assegno staccato ogni dodici mesi per lo Schalke.
In precedenza, arrivava anche l’intesa commerciale con la gloriosa Stella Rossa Belgrado. E ulteriori risorse, migliaia di miliardi di rubli, sono state destinate alla realizzazione delle infrastrutture per le Olimpiadi invernali di Sochi 2014.
Tra gli altri investimenti c’è anche il logo della multinazionale sulla divisa del Team Katusha di ciclismo, presenza fissa al Giro d’Italia. E se Gazprom taglia, come avvenuto a febbraio 2012, le forniture di gas al Belpaese, mette gli occhi sulla serie A. In particolare sulle due società milanesi, Inter e Milan, alla ricerca di finanziatori prima di essere strangolate dal rigore del fair play finanziario.
L’interesse per una quota del club di Berlusconi – investimento da 180 milioni di euro - risale al 2010, più recenti (dicembre 2011) le avances per una fetta di azioni nerazzurre dopo l’accordo commerciale con la Saras, azienda petrolifera della famiglia Moratti.
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