Mosca, overdose di Zucchero

Oltre 1.500 biglietti venduti per il cantante emiliano, che dal palco scherza con i fan e confessa: "Qui non è più come negli anni Novanta"

Ci sono i bagarini fuori dalla fermata Myakininskaya, una delle ultime stazioni a Ovest di Mosca. Un ragazzo sui vent’anni, giacca in pelle e capelli corti, si avvicina ai passanti e allunga la mano. “Biliet na konzert Zucchero?”.

Alle otto di sera, davanti al Crocus City Hall di Mosca, di coda non ce n’è ormai quasi più. La gente è già in sala ad attendere l’entrata in scena di Adelmo “Sugar” Fornaciari, quello stesso Zucchero che negli anni Novanta organizzò il suo primo concerto nella capitale russa. Ora è tornato qui, per una nuova tappa del suo tour mondiale che lo ha portato a esibirsi nelle maggiori città dei Paesi dell’Est.

Oltre 1.500 i biglietti staccati in questa performance moscovita, per uno show che, seppur non da tutto esaurito, ha lo stesso richiamato fan di ogni età, dalla coppia di giovani innamorati che azzardano un ballo tra le file di poltrone sulle note di “Sere d’estate”, ai più composti signori over sessanta con figli e nipoti a seguito. Molti gli italiani. Tanti, tantissimi i russi.

Zucchero in concerto al Cremlino nel 1991


Sulla scenografia leggera di campane e giganti grappoli d’uva, dietro i quali si intravede uno scorcio di campagna emiliana, attaccano le note di “Un soffio caldo”, secondo singolo dell’album "Chocabeck", scritto a quattro mani con Francesco Guccini, introdotto al pubblico russo con la ricorrente spiegazione del mondo, il suo mondo, che si cela dietro questa espressione dialettale.

In sala è un crescendo di entusiasmo che esplode sui primi accordi di “Vedo nero”, con uno Zucchero particolarmente loquace, seppur chiuso sotto quel suo cappello bianco vicino ai chitarristi Mario Schilirò e Kat Dyson, divertito mentre duetta con il pubblico in un inglese che strappa qualche sorriro e un “Adelmo we love you”, urlato a gran voce dalle ultime file.

Ma l’omaggio non è solo a Mosca, al suo pubblico e ai suoi fan che negli anni sono arrivati ad amare l’artista emiliano grazie a successi come "Baila Morena" e "Wonderful Life", supportati dalle incredibili collaborazioni internazionali. L’omaggio è anche a loro, ai grandi amici di “Sugar” che lo hanno accompagnato nella vita e sul palco: Lucio Dalla e Luciano Pavarotti. È a loro che l’artista dedica infatti due delle canzoni del concerto, “Spicinfrin Boy” e, naturalmente, “Miserere”.

“Sapete – intona a un certo punto, dal palco, in inglese -, ero stato a Mosca per la prima volta venti anni fa”. Poi, riprendendo fiato, mentre la gente in sala si infiamma applaudendo, continua: “È stato incredibile. Tutti seduti, composti, neanche un’ovazione. Nessuno mi aveva spiegato che era questa l’abitudine. Che qui ai concerti funzionava così. Dopo venti minuti di spettacolo ho pensato: Ho toppato tutto, sono finito nel posto sbagliato. Se non fosse che, alla fine, lo show si è concluso con un’incredibile standing ovation e con mazzi di fiori da ogni parte”.

Anche stasera non mancheranno rose e tulipani, ma ora il suo pubblico, venti anni dopo, sull’attacco di “Baila Morena”, si alza in piedi scatenandosi fin sotto al palco. “Quelli - conclude -, dopotutto, erano gli anni Novanta”.

Le foto della serata sul blog Live Journal

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