Foto: Itar-Tass
L’Ucraina dopo la Russia. Con l’exploit del Metalist Kharkiv, ennesima prova che il calcio dell’Est si mostra sempre più competitivo, all’inseguimento delle massime potenze continentali. E in scia alla Russian Premier League, che ha portato Zenit San Pietroburgo e Cska Mosca negli ottavi di finale di Champions League.
Il club ucraino è stato invece la rivelazione dell’ultima Europa League dominata dalla Liga spagnola, che piazza tre squadre su quattro in semifinale. Una cavalcata fermata solo dallo Sporting Lisbona nei quarti di finale e iniziata nel novembre 2011, passata attraverso sfide a Malmoe, Austria Vienna, Az Alkmaar, Salisburgo, Olimpiakos Pireo, sino ai portoghesi.
Tutti club che frequentano da tempo le competizioni internazionali, che non hanno avuto la meglio di un gruppo con forte connotazione sudamericana: un brasiliano e sei argentini in rosa. Tra cui talenti in attesa di rilancio, come l’ex centrocampista del Napoli Josè Ernesto Sosa, che dopo la deludente esperienza italiana ha riconquistato la casacca della nazionale argentina, tra i trequartisti alle spalle di Leo Messi.
La sfida alle superpotenze storiche, Dinamo Kiev e Shakthar Donestsk (81 trofei in due) è lanciata, anche se le prime hanno undici punti di vantaggio nel campionato in corso. Niente male per un club nato ottantasette anni fa, con l’azienda cittadina produttrice di locomotive diesel che accettava di stanziare fondi e campi per creare una squadra di calcio. Si chiamava KhPZ e prendeva le iniziali dalla fabbrica Kharkiv. Cominciava a giocare a livello nazionale solo dopo aver vinto il campionato locale.
Quindi, la partecipazione all’Urss Cup, un torneo che raccoglieva squadre da ogni latitudine dell’Unione Sovietica. Dalla Lettonia all’area occidentale, dal Tagikistan alle regioni meridionali, sino alla zona orientale. I primi momenti di gloria arrivano nella metà degli anni Cinquanta, con tre promozioni consecutive che portano diritto alla massima serie del campionato sovietico.
Poi la decadenza e gli anni Ottanta, vissuti al vertice sino alla caduta dell’Urss. Nel 1983 è il primo club della regione Sloboda a raggiungere la finale dell’Urss Cup, competizione poi vinta (unico successo in bacheca) nel 1988, battendo la gloriosa Torpedo Mosca, che portò a un cameo nella scomparsa Coppa delle Coppe contro il Borac, società jugoslava, superata 4-0 in casa con doppietta della leggenda Yuri Tarasov, goleador principe nella storia del club ucraino sino al 2010.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email