"E se incontrassi il signor Woland?"

L'attrice Valeria Solarino (Foto: Ufficio Stampa)

L'attrice Valeria Solarino (Foto: Ufficio Stampa)

Valeria Solarino, a Mosca come madrina del festival cinematografico Nice, rivive le pagine di Bulgakov che hanno segnato la sua carriera di attrice

Fasciata in un elegantissimo abito da sera farà il suo ingresso trionfale al Cinema 35mm di Mosca per la serata inaugurale del Festival Nice, nelle vesti di madrina e di testimonial del cinema italiano. L'attrice Valeria Solarino, dopo la tappa pietroburghese della manifestazione che propone da 15 anni in Russia pellicole di registi e attori emergenti del Belpaese, si trova a Mosca e non perde l'occasione di far visita ai luoghi che tanto ha amato attraverso gli studi teatrali. Per primi, quelli descritti da Mikhail Bulgakov ne "Il maestro e Margherita".

Partiamo dalla serata che la vedrà protagonista del primo evento in calendario del Nice: l'11 aprile 2012, con la proiezione de "Il cuore grande delle ragazze" di Pupi Avati. Che effetto le fa rappresentare il cinema italiano a Mosca?

Farò un breve saluto nel mio ruolo di madrina del Nice Russia 2012. Ma è una grandissima emozione. Sono molto legata a questo festival, che mi ha portato tanta fortuna. Il premio vinto con Viola di Mare è stato il più bello della mia vita e mi ha portato a conoscere Susan Batson e la sua accademia di cinema a New York. È stato importante allora nel 2009, ma Nice lo è ancora oggi, dal momento che è uno dei pochi festival dove c'è uno scambio di opinioni e di cultura vera e propria tra il pubblico e chi fa cinema: dopo la proiezione del film, infatti, guardi in faccia uno ad uno i tuoi spettatori che ti chiedono della tua parte; mentre negli altri festival, c'è una piccola presentazione, poi la visione del film e la proclamazione del vincitore. Invece è bello sentire le reazioni sul tuo lavoro espresse da gente che parla un'altra lingua e vive in un altro modo. Così posso riconoscere con piacere che ci sono davvero tanta attenzione e tanto interesse per il cinema italiano all'estero. E non parlo solo del Divo di Sorrentino o di Gomorra di Garrone, ma penso che lo stesso successo possa essere riscosso dal film di Giordana sulla strage di Piazza Fontana e dall'ultimo lavoro in uscita in Italia di Valerio Vicari, Diaz.

Il trailer di Viola di Mare

Per quanto riguarda il cinema russo che tipo di conoscenze ha?

Ho studiato molto più il teatro del cinema russo. E quindi apprezzo molto la letteratura teatrale russa, da Cechov a Bulgakov. A proposito di Bulgakov, ho fatto un giro nei pressi dei Laghetti del Patriarca dove si svolge la prima scena de Il maestro e Margherita, un testo che ho studiato alla scuola di teatro. Un bel momento pensare che lì poteva apparire il diavolo, il signor Woland. E ancora ricordo di aver assistito a Torino a uno spettacolo in lingua del regista teatrale russo Lev Dodin, nel 2001, quando frequentavo la scuola di recitazione. In scena c'era Tre sorelle; ovviamente era in russo e non potevo capire nulla, ma ricordo di essere rimasta a bocca aperta, mentre tanta gente usciva dalla sala a metà spettacolo perché si annoiava per un testo molto lungo e tutto in russo. Io invece esclamavo: Questo è il teatro! Questa è la magia! Pur non capendo nulla, mi arrivava un'emozione molto forte.

È stata in Russia altre volte?

Sei anni fa sono stata a Mosca, sempre per un festival, con il film di Alessandro D'Alatri, La febbre. Poi ho visitato San Pietroburgo da turista.

L'attrice Valeria Solarino in conferenza stampa con Adriano Dell'Asta, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura (Foto: Ufficio Stampa)


Quindi, la sua città preferita tra Mosca e San Pietroburgo?

San Pietroburgo è una città molto più europea, ha una eleganza molto più vicina al nostro gusto, si vede che ha un marchio di fabbrica italiano, per cui è più facile sentirsi a casa. Mentre Mosca come impatto visivo è più imponente, è più austera, ha un fascino più difficile da cogliere nell'immediato e anche più difficile da vivere. Ma fino al 13 aprile 2012 avrò occasione di conoscere un po' di più della sua imponenza.

Che messaggio si sente di portare in Russia?

Si parla tanto in Italia di crisi del cinema, ma voglio assicurare che si tratta solo di una crisi economica che investe anche il nostro settore, ma esso in realtà è vivo, non si trova in una crisi artistica né di idee. E festival come il Nice vanno sostenuti per il compito importante che svolgono di portare il nostro cinema all'estero.

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