Foto: Itar-Tass
È la prima volta che il pallone europeo valica la vecchia cortina di ferro e si addentra in quello che vent’anni fa era ancora il blocco sovietico. I tempi sono cambiati e ora, dopo le coppie Belgio-Olanda (2000) e Svizzera-Austria (2008), arrivano le cugine orientali Polonia-Ucraina.
Una bella sfida voluta dall’Uefa e alla quale l’ex repubblica dell’Urss ha partecipato non senza qualche problema, basti pensare ai ritardi che nel 2011 avevano fatto pensare a un possibile spostamento in Germania delle partite previste nelle quattro sedi ucraine (Kiev, Dontesk, Kharkiv e Leopoli).
Alla fine però la decisione presa nel 2007 è rimasta tale e adesso arriva il momento di giocare. Dal punto di vista sportivo non ci saranno problemi: gli stadi sono pronti (la Donbass Arena a Donetsk e lo stadio del Metallist a Kharkiv lo erano già nel 2010; quelli di Kiev e Leopoli sono stati completati in tempo limite) e lo spettacolo nelle città ospitanti sarà dunque assicurato.
Qualche difficoltà potrebbe invece esserci dal punto di vista logistico, dato che le infrastrutture previste non sono state tutte completate e forse i tifosi che si riverseranno in massa dai Carpazi al Donbass potrebbero trovare problemi, dai trasporti ai pernottamenti.
In Ucraina si stanno dando comunque da fare per arrivare all’appuntamento nel migliore dei modi e, anche se il presidente Victor Yanukovich ha già detto che con tutto quello che lo Stato ha sborsato ci vorrà un bel po’ di tempo per rientrare dalle spese, si attende giugno 2012 con trepidazione.
Gli Europei sono sì un’occasione per fare affari (i tifosi che andranno da quelle parti non pensino di giocare al risparmio, i prezzi stanno salendo già ora), ma anche per mettere in mostra il Paese. L’Ucraina, nazione tutto sommato sconosciuta agli italiani se non per un paio di temi mainstream (Chernobyl e badanti), vale la pena di essere visitata proprio perché c’è molto da scoprire. Al di là dei cliché e del calcio.
Il mondo politico occidentale, intanto, è in subbuglio per il caso di Yulia Tymoshenko, la leader dell’opposizione condannata a sette anni di prigione, e l’Unione Europea sta insistendo perché si possa raggiungere con Yanukovich un compromesso che soddisfi tutte le parti in campo. Qualcuno ha persino suggerito di boicottare lo show del pallone, vista l’irremovibilità mostrata da Kiev. Una soluzione sbagliata, che non porterebbe a nulla. Tanto più che lo sport deve essere tenuto, per quanto possibile, separato dalla politica.
L’Ucraina sta finendo i preparativi per salire sul palcoscenico estivo e solo quando calerà il sipario si potrà trarre un bilancio. Intanto le febbre, pian piano, sale.
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