Samba (Anzhi) spizza la palla davanti a Pavlyuchenko (Lokomotiv) (Fonte: fc-anji.ru)
Il razzismo negli stadi. Un fenomeno che tarda ad arrestarsi. Che rischia di ostacolare l’ascesa del calcio russo, soprattutto l’organizzazione degli attesi Mondiali di calcio 2018. E che continua a essere al centro del dibattito pubblico in Russia. Due episodi in altrettante settimane. E l’attenzione delle prime pagine dei quotidiani sportivi europei.
Un’eco mediatica che potrebbe allontanare i top player a trasferirsi nella Russian Premier League. L’ultimo caso vede i tifosi vittime di un calciatore, l’attaccante nigeriano dello Spartak Mosca Emmanuel Emenike, che ha mostrato il dito medio ai sostenitori dell’avversaria Dinamo, nello storico e focoso derby della capitale della Federazione. Era stato ripetutamente insultato con cori a sfondo razziale. Una reazione scomposta, volutamente esagerata. E in diretta televisiva nazionale.
Il gesto di Emenike sarà giudicato il 2 aprile 2012 dalla commissione etica della Federcalcio russa. Organismo creato per affrontare e risolvere, almeno in parte, i casi d’intolleranza razziale, estremismo e xenofobia. Il nigeriano avrebbe violato il codice etico in cui si stabilisce che "i giocatori respingono ogni manifestazione di rozzezza e maleducazione dentro e fuori il campo da calcio".
L’attaccante nigeriano dello Spartak Mosca Emmanuel Emenike (Foto: Getty Images/Fotobank)
Pur ammettendo di aver sbagliato, l'attaccante nigeriano ha confidato di non aver mai avuto a che fare con un razzismo "così animalesco". "Ora capisco perfettamente cosa hanno provato Roberto Carlos e Christopher Samba", ha detto lo stesso Emenike.
Prima di lui, Christopher Samba, 27enne difensore centrale congolese, da poco arrivato all’Anzhi Makhachkala dai Blackburn Rovers per circa 11 milioni di euro, si è visto piombare ai suoi piedi una banana, il 18 marzo 2012, mentre rientrava negli spogliatoi al termine dell'incontro di Russian Premier League contro il Lokomotiv Mosca. Autore del lancio, un tifoso della squadra dei ferrovieri.
Secondo quanto riportato dai giornali locali, il difensore avrebbe raccolto il frutto per poi rilanciarlo verso le tribune. "Sono veramente scioccato da quello che è successo - ha commentato Samba - soprattutto perché c'erano dei bambini sugli spalti”.
L’intolleranza ultranazionalista ha colpito anche un fuoriclasse come Roberto Carlos, il primo top player che ha deciso di giocare gli ultimi anni di carriera in Russia. Anche lui destinatario di una banana, che arrivava da un tifoso del Krylia Sovetov Samara
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