Foto: Itar-Tass
Quando Vladimir Putin fu eletto Presidente per la prima volta nel 2000, i giornalisti passarono i sei mesi successivi a cercare di capire chi fosse. In poco tempo emersero, non uno, bensì due Putin. Il primo, meglio conosciuto in Occidente, è il Putin politico, che ha eliminato l’elezione diretta dei governatori regionali e ha cacciato gli oligarchi dal Cremlino. L’immagine di Putin, quale uomo forte, ha raggiunto il suo zenit, nel 2003, con l’arresto di Mikhail Khodorkovsky, ex proprietario della società petrolifera Yukos. Con l’inizio del suo secondo mandato, nel 2004, Putin ha assunto il pieno controllo della Russia e ha condotto il Paese verso la stabilità politica di cui gode ancora oggi. Sebbene il Putin politico sia stato demonizzato dalla stampa occidentale, i cittadini russi hanno accolto favorevolmente i cambiamenti che egli ha portato dopo il caos dell’era di Boris Eltsin.
Il secondo Putin, invece, è conosciuto soprattutto dai cittadini russi, ed è la
ragione per cui così tanta gente continua a votare per lui alle elezioni
nazionali. Si tratta del Putin “economico”.
Ancor prima che gli arresti degli oligarchi e l’eliminazione delle elezioni
regionali avessero luogo, Putin ha ridotto le imposte sui redditi delle persone
fisiche a un tasso fisso del 13 per cento e quelle sui redditi delle società a un 24 per cento. Ha
poi introdotto un sistema di tesoreria con cui ha di nuovo centralizzato il
controllo delle finanze dello Stato, ponendo così fine ai furti perpetrati dalle
amministrazioni regionali. In seguito, ha promosso il piano di riforme liberali
Gref. Queste riforme, insieme al rapido aumento dei prezzi del petrolio, hanno
portato a una crescita economica sostenuta che ha trasformato l’economia russa.
E non c’è da stupirsi se il Putin economico sia così genuinamente popolare tra
i russi. Quando è stato eletto Presidente per la prima volta, il reddito medio
era di soli 50 dollari al mese; oggi è di 800 dollari, un aumento 16 volte
superiore.
Nel corso della campagna elettorale per le presidenziali del 2012, si è capito
che il Paese ha bisogno di un nuovo modello di crescita; quello vecchio, basato
su prezzi del petrolio elevati e spese ingenti, non funzionerà ancora per molto.
Allo stesso tempo, Putin, da parte sua, è ritornato a ricoprire la figura
politica di uomo forte.
Ora, mentre Putin si appresta nuovamente a occupare il suo vecchio incarico di
Presidente, gli esperti si trovano ancora una volta dinanzi al dilemma che si
erano posti nei primi mesi del 2000: “Chi è Putin?”. Sarà il leader che garantirà
la stabilità e la crescita economica della Russia o sarà qualcuno che
l’Occidente dovrà temere sulla scena internazionale?
La risposta ovvia è che nulla è cambiato e che Putin continuerà a essere la
persona che è stata in questi ultimi dodici anni: una personalità pungente sul
fronte politico, ma progressista sul piano economico.
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