Foto: AP
È scaduto il 15 marzo 2012 il termine per volare nello spazio. Alla fine del 2011 l’Agenzia Federale Spaziale russa Roskosmos aveva annunciato l’apertura di un bando di concorso per astronauti. In quell’occasione il capo della Roskosmos Popovkin aveva affermato: “Apporteremo qualche modifica nel principio di selezione”.
Ma solo in 25, in tutta la Russia, hanno presentato i documenti per partecipare al concorso. Per fare un confronto, durante la selezione dei candidati del 2009 la Nasa ha ricevuto più di 3.500 richieste; nove persone hanno alla fine superato le prove.
La scelta dei nuovi aspiranti astronauti avverrà tramite una commissione concorsuale del Centro di preparazione degli astronauti “Yuri Gagarin” nella regione della Podmoskove. Dei venticinque candidati soltanto quattro soddisfano i requisiti necessari. “Presa visione dei documenti pervenuti dai pretendenti, la commissione concorsuale ha deciso di convocare alla successiva fase di selezione dei colloqui quattro candidati, risultati idonei ai requisiti richiesti”, ha dichiarato il direttore di Roskosmos Vladimir Popovkin.
I requisiti per diventare astronauti sono molti: possedere una laurea e un’esperienza di lavoro nel campo di specializzazione di almeno cinque anni, avere una buona padronanza del russo e dell’inglese, conoscere le basi di pilotaggio nello spazio, avere un’ottima preparazione fisica, conoscere la storia russa della conquista dello spazio. L’esperienza di volo – dei piloti e dei piloti-collaudatori – deve essere di almeno cinque anni e di classe non inferiore alla terza. Nel processo di scelta non vengono valutate solamente le qualifiche e le caratteristiche intellettuali e fisiche, ma anche “i valori morali, il rapporto con le persone, la disponibilità al perfezionamento individuale del pretendente”, precisa poi il bando.
Non è un caso che gli astronauti si sottopongano a una grande quantità di allenamenti prima di andare nello spazio. L’assenza di gravità è un’autentica sfida per l’organismo umano, ma bisogna precisare che lo stato di salute di una persona è sempre una questione individuale e la durata e il grado di ogni manifestazione legata al carico eccessivo nello spazio si presenta in modo diverso in ciascun astronauta.
La prima reazione dell’organismo è di illusione: all’astronauta sembra che il suo corpo sia inclinato o si trovi in posizione “a testa in giù”. In seguito avviene un cambiamento nel sistema di funzionamento cardiocircolatorio: il flusso sanguigno innesca l’anossia cardiaca e cerebrale. C’è anche il rischio di disturbi della coordinazione motoria e della vista. A seguito dei danni nel ricambio minerale dell’organismo le ossa iniziano un processo di disgregazione e perdono sali minerali quali il fosforo e il calcio. Inoltre i muscoli dell’astronauta si indeboliscono, cresce l’ipodinamia. A causa della limitata attività motoria possono comparire sintomatologie legate all’atrofia del sistema muscolare.
Il ritmo di vita monotono a bordo, nelle medesime condizioni e in uno spazio ristretto con un paesaggio dagli oblò che non cambia praticamente mai, può provocare i primi sintomi di uno stato depressivo: fiacchezza, apatia e rapido affaticamento. Le tensioni nervosa ed emotiva dell’astronauta sono più elevate e aumenta anche l’ansia.
Le radiazioni cosmiche rappresentano, inoltre, un serio pericolo in orbita. Le fonti possono essere l’irraggiamento elettromagnetico e i flussi di elettroni, positroni e di altre particelle cariche e neutrali. Massicce dosi di irraggiamento possono provocare delle mutazioni nei cromosomi dell’astronauta.
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