Max Katz nel seggio 2997 di Shchukino, Mosca (Foto: Moritz Gathmann)
I cittadini russi, che si auguravano che le elezioni presidenziali avrebbero portato dei cambiamenti sulla scena politica russa, sono rimasti delusi quando, all’indomani del voto del 4 marzo 2012, sono stati pubblicati i risultati. Non è stata così per il ventisettenne Max Katz, che ha festeggiato, invece, la sua vittoria.
Sono quasi le otto del mattino, e tutto sembra ormai essere ufficiale, quando un affaticato ma esaltato Max Katz, candidato alle elezioni amministrative nel distretto Shchukino di Mosca, esce barcollando dalla commissione elettorale comunale e scrive sul suo account di Twitter “Sono sicuro al 90 per cento di avercela fatta”. Poco dopo, prende l’ascensore diretto al suo appartamento, al decimo piano di un nuovo edificio residenziale nella parte nordorientale della città, e si fionda a letto. La maggior parte dei suoi amici dorme già da diverse ore e ricorderà quella domenica alle urne come un incubo: grazie al 64 per cento dei voti, Vladimir Putin è il nuovo Presidente della Russia e rimarrà in carica fino al 2018.
Ventiquattro ore prima: è ancora buio quando Katz compie il suo primo passo nella marcia verso la pubblica amministrazione. “Mi chiamo Max Katz. Ho 27 anni. Le elezioni per il consiglio comunale di Shchukino si svolgeranno il 4 marzo 2012. L’attuale consiglio è completamente inutile. Non ha nessun potere”, così recita il suo volantino elettorale. “Tutti mi dicevano che dovevo fare le stesse promesse che stavano facendo gli altri politici, che dovevo giurare di punire i politici corrotti e di ridurre le spese di gas e acqua, ecc. Ma io ho scelto di essere onesto”, ha dichiarato Katz.
Max Katz (Fonte: max_katz/www.flickr.com)
Si è guadagnato la maggior parte dei suoi soldi giocando a poker online. È un campione in Russia, ma è molto temuto anche nel resto del mondo. Katz ha poco a che vedere con il resto dei politici e commissari che presenziano la sua stazione elettorale. Il seggio è pieno di signore di una certa età, per la maggior parte ex presidi di scuola, tutte ben vestite con acconciature classiche e conservatrici, mentre gli uomini sfoggiano tutti un rigoroso completo grigio ed esibiscono un’espressione seria in volto. Vi sono poi i ventenni, in jeans e scarpe da tennis, seduti sui divanetti, accanto a degli alberi di plastica e a delle tende rosse ricoperte di polvere, che non fanno altro che pubblicare i loro commenti su Twitter e Facebook. Per molti è la prima volta che si trovano a dover monitorare un seggio elettorale.
Un cambiamento dalla base
Verso metà pomeriggio sono rimasti pochi quelli che credono ancora che Putin dovrà sostenere un secondo round di voti. Questo è anche il motivo per cui Katz ha deciso di candidarsi al consiglio comunale. “È l’inizio di qualcosa di nuovo, partire dalle basi in su”. Era dicembre 2011, poco dopo le manifestazioni di piazza, quando Katz lesse un annuncio di Yabloko, il partito dell’opposizione, in merito alle elezioni municipali. “A essere sincero, volevo diventare sindaco di una piccola città della Russia verso i 35 anni, per testare i miei piani di sviluppo urbano”, spiega Katz. Ci tiene a precisare che non è uno dei tanti “cittadini frustrati” e non vuole essere etichettato dai media come uno dei manifestanti. “A dire il vero, mi ritengo piuttosto soddisfatto”, afferma.
È già buio a Shchukino. I seggi elettorali hanno chiuso alle 18. Le elezioni si sono concluse e Max Katz è ritornato al seggio elettorale n. 2997. Verso le 2 del mattino, escono i primi risultati ufficiali: Putin si è aggiudicato il 52% dei voti solo nel suo seggio elettorale. “È impossibile”, sussurra, in lacrime, una giovane commissaria incaricata di monitorare le operazioni di voto. E Max Katz? In un totale di sedici candidati, è arrivato terzo per numero di preferenze ottenute ed è stato votato nel consiglio municipale assieme ad altri quattro membri. Il primo passo è stato fatto.
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