Bashmet: "La musica è italiana"

Il Maestro russo è in tournée nel Belpaese con la sua orchestra e la sua viola Made in Milan: "Solo qui ha un suono speciale"

È iniziato da Milano il 12 marzo 2012 il nuovo tour italiano di Yuri Bashmet e dei Solisti di Mosca. Gli anniversari si rincorrono per il grande violista russo, che torna al Conservatorio nel cartellone delle Serate Musicali per la 29ma stagione consecutiva e che proprio nel 2012 festeggia il ventennale della sua orchestra.

 

Nell’intervallo di un concerto che accosta Telemann a Denisov, Bach a Brahms, incontriamo il Maestro nel suo camerino. Il tempo fugace di qualche battuta, mentre da fuori le maschere scandiscono i minuti che mancano alla ripresa del concerto, è sufficiente per restare affascinati da quest’artista imprevedibile e generoso, molto legato all’Italia.

 

“Un profondo e lungo legame mi unisce al vostro Paese”, esordice mentre aspira velocemente una sigaretta. “Tutto è iniziato quasi trent’anni fa, proprio a Milano, con un concerto che organizzarono per me: un grande rischio, perché si trattava del Teatro alla Scala”.

 

Poco dopo venne l’incarico di Professore all’Accademia Chigiana. “Da ventotto anni, ogni estate, insegno a Siena: in questo lungo periodo ho avuto moltissimi allievi italiani, come Danilo Rossi e Bruno Boano”.

 

“Molto importante” definisce anche il suo ruolo di direttore musicale del festival “Elba Isola Musicale d’Europa”. “Una manifestazione internazionale, dove si esibiscono grandi star ma anche giovani di talento. Abbiamo istituito anche un concorso internazionale, l’Elba Prize: tra i premiati italiani vorrei citare la pianista Vanessa Benelli Mosell, che vinse giovanissima qualche anno fa, e lo scorso anno un’ottima flautista, Francesca Milano”.

 

E come ricordare tutti i grandi musicisti italiani con i quali Bashmet, amante degli incontri artistici audaci, ha suonato? “Mario Brunello, Uto Ughi, Salvatore Accardo: ma sicuramente ne dimentico qualcuno”, incalza lui.

 

Scandisce le parole in italiano il Maestro quando cita orgoglioso l’onorificenza della quale è stato insignito: “Commendatore della Repubblica italiana”, per concludere affermando che “la musica è italiana”. Italiana è anche la sua viola, fabbricata nel 1758 dal liutaio milanese Paolo Testore, che Bashmet ci indica riposta nella custodia, tra alcune foto di famiglia: “Il mio strumento ora è a casa. È interessante: a Milano ha un suono speciale, che non riesco mai ad ottenere in Russia, in America o in Giappone, e neppure in un’altra città italiana. Si vede che qui è in una condizione speciale, forse perché è felice di essere tornato nella sua città”.

 

Un ultimo ricordo per la tournée che due anni fa fece con la sua orchestra prendendo in prestito dal governo russo meravigliosi archi italiani, Guarneri e Stradivari: “Purtroppo poi abbiamo dovuto restituirli, ma è stato un grande avvenimento per la musica”, racconta scherzando.

 

Il tempo è scaduto, il concerto sta per ricominciare, il congedo di Yuri Bashmet non poteva che essere questo: “Sì, amo molto il vostro Paese, se non vivessi in Russia, sceglierei sicuramente l’Italia”.

 

Le date del tour italiano, marzo 2012

13 Brunico

14 Macerata

16 Pescara

17 Modena

18 Fiorenzuola

19 Bologna

21 Torino  

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