Foto: Georges Jansoone
Nel Centro di studi “Il Mondo Russo” di Pisa, città famosa nel mondo per la sua università e per la sua Torre pendente, si è svolta la presentazione del volume Aksjonov di Aleksandr Kabakov ed Evgeny Popov. Il Centro, che è stato aperto dalla Fondazione “Russkij mir” nella sede della più antica università d’Europa, presso il Dipartimento di Lingua e Letteratura russa, è il 76esimo nel mondo e il secondo, dopo quello inaugurato a Roma, in Italia. Il suo scopo principale è la diffusione della lingua e della cultura russa all’estero. All’Università di Pisa, nell’ultimo anno, il numero degli studenti di russo è quasi raddoppiato. Abbiamo intervistato il professor Stefano Garzonio, titolare della cattedra di Lingua e Letteratura russa e insigne slavista.
Sono molti gli studenti di Russistica all’Università di Pisa?
Moltissimi. Al primo anno abbiamo 230 studenti, naturalmente, in prevalenza, italiani, ma vi è anche un gran numero di studenti slavi, ragazzi adottati (di solito di origine bielorussa) o provenienti dall’Ucraina, dal Kazakhstan e da altri Paesi.
E come mai scelgono di studiare il russo?
La maggior parte di questi giovani sono attratti da Forte dei Marmi, dove si sono stabiliti gli oligarchi russi e pensano di potervi trovare un lavoro. Così se lo troveranno, i nostri laureati potranno spiegare agli oligarchi chi erano Pjotr e Fevronija… Ma gli altri hanno un interesse di tipo scientifico, e non pratico. Così, per esempio, una mia tesista ora sta traducendo le tragedie di Annenskij. Si è diplomata al Liceo Classico e forse l’appassiona l’argomento. Molti studiano traduttologia e vogliono diventare traduttori. Il francese ormai non lo studia più quasi nessuno, malgrado l’illustre tradizione di studi in ambito francesistico: ormai a Francesistica vi sono più docenti che studenti. Anche il tedesco è ritenuto una lingua poco utile. Alle lezioni non va nessuno; sono lingue cadute in disgrazia. Le lingue più popolari sono inglese, spagnolo e russo.
E lei come mai ha scelto la russistica? Parafrasando Svetlov: “Perché, ragazzo, si è fatto irretire dalla tristezza russa?”
La colpa, come sempre, è di Tolstoj: mi sè talmente piaciuto il suo racconto I cosacchi che tre mesi dopo ero pronto per affrontare Guerra e pace. Mi ero ripromesso di leggere almeno 150 pagine al giorno, ma riuscivo ad arrivare a malapena a cento… A nove anni avevo già la sindrome del collezionista e collezionavo i volumetti di una collana popolare dalla copertina grigia, che acquistavo al prezzo di 50, 100 lire. E li divoravo tutti.
E i suoi genitori non hanno cercato di scoraggiare la sua passione per la letteratura russa?
Mia madre era molto religiosa e le faceva piacere che trascorressi tutto il tempo leggendo: pensava che mi sarei fatto prete, ma è accaduto tutto l’opposto… Scherzo, naturalmente … Finito il liceo, non sapevo che cosa fare e siccome mi dilettavo a scrivere decisi di iscrivermi a Lettere. Proprio allora cominciai a leggere Majakovskij, tutto l’immenso Vladim Vladimych. Ora, invece, leggo Prilepin e altri autori contemporanei, è il mio lavoro. È buffo che in Russia ora vi siano più associazioni di scrittori che non scrittori… Vorrei approfondire la storia della letteratura studiando le vite dei santi russi del XIV e XV secolo…
Quali opportunità le ha dato l’apertura del Centro di studi “Il Mondo Russo”?
Qui si tengono corsi di lingua russa, invitiamo scrittori (sono già venuti a trovarci Evgeny Popov e Mikhail Elizarov), organizziamo incontri, feste per russofoni e proiettiamo film sovietici.
Quali?
Uno dei nostri docenti fa vedere continuamente agli studenti L’ironia della sorte e Notte di Carnevale, anche se i nostriragazzi non riescono davvero a capire questi film. Del resto, i nostri studenti non sanno neppure che in Russia c’è stata la rivoluzione, e poi la guerra civile, né che è esistita l’Unione Sovietica e che ora non esiste più. Sono tabula rasa. Sono pronti ad assorbire qualunque nozione. Il mio collega, Guido Carpi, spiega agli studenti che cosa sono il rock e il punk russo. Secondo la sua opinione il rap russo è il migliore del mondo.
Ha risentito della crisi la slavistica?
In tutte le università ci sono stati dei tagli: i docenti che sono andati in pensione non sono stati sostituiti e i loro posti scompaiono. Ma io sono comunque riuscito a ottenere nuove nomine e così a Pisa la Slavistica resiste, ma a Firenze, temo stia morendo e a Siena è già morta.
Stefano Garzonio, è professore alla Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Pisa e un eminente studioso di letteratura russa. Per un decennio è stato presidente dell’Ais (Associazione italiana slavisti), nonché membro del Comitato internazionale degli slavisti. Nel 2007 è stato insignito dal presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, della medaglia “Aleksandr Pushkin”, e nel 2011 gli è stato conferito il premio letterario “Globus”. Instancabile bibliofilo e collezionista, ha racconto un’immensa biblioteca in lingua russa. Il suo primo racconto in russo "La schiava ricciuta" è stato pubblicato nel 2011 sulle pagine della rivista “Notte e giorno”.
BOX
Evgeny Popov, scrittore:
"È davvero una grande gioia per me che a Pisa si sia inaugurato il Centro di studi “Il Mondo Russo”, che raccoglie un potente gruppo di russisti, tra cui il professor Garzonio, Guido Carpi e Galina Denisova. In molti Paesi si è verficata una situazione davvero triste: la vecchia generazione di russisti, che adorava la letteratura russa, se n’è andata, senza essere rimpiazzata. Ma a Pisa è accaduto il contrario, Pisa è un luogo vivo. Non bisogna dimenticare che fu proprio l’Italia a far conoscere al mondo, con la sua pubblicazione, il grande romanzo Il Dottor Zhivago. Mi sono esibito in molte università italiane e dovunque ho sentito dire che gli studenti desiderosi di studiare il russo sono in cstante aumento e non solo perché adorano la cultura russa e vogliono leggere Guerra e pace in originale, ma perché il russo serve per il mercato. Ragione per cui agli incontri organizzati dalla cattedra di Russistica la sala è sempre affollata… Così anche a Pisa ora c’è un pezzetto di mondo russo, a soli cinque minuti a piedi dalla Torre"
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