Mosca torna in piazza?

Sonia, 16 anni (Foto: Dmitrij Zaika)

Sonia, 16 anni (Foto: Dmitrij Zaika)

I cittadini della capitale si dividono tra chi parteciperà alla prossima manifestazione antigovernativa del 4 febbraio 2012 e chi ritiene che sia una protesta inutile

Scenderanno dunque di nuovo in piazza i moscoviti il 4 febbraio 2012 alla prossima annunciata manifestazione contro il governo per chiedere elezioni giuste? Ecco cosa rispondono alcuni cittadini per le vie della capitale russa.

Sonia, 16 anni

Vado ancora a scuola, alle altre manifestazioni non ho partecipato. In tutte le scuole erano già stati programmati i compiti in classe di lingua russa e di matematica e i miei genitori, che erano già stati alla precedente, mi avevano pregato di non andare. Però gli insegnanti del nostro ginnasio hanno indirizzato una lettera aperta agli studenti che quest’anno avranno la maturità, facendo appello alla coscienza civile di ognuno ed esortandoli a partecipare alla chiamata di piazza. Molti miei amici sono andati alla manifestazione e sono rimasti stupiti vedendo che accanto a loro c’erano delle persone educate, acculturate e non orde urlanti di manifestanti. Penso che parteciperanno anche alla manifestazione del 4 febbraio 2012. Forse, se i miei genitori non mi avessero pregato di non correre rischi quel giorno ci sarei andata anch’io. Il 4 febbraio non so ancora che cosa farò.

 

Irina, 27 anni

Appartengo al ceto medio. La maggior parte dei miei amici sono scesi in piazza, ma io no. Non andrò neppure alla manifestazione del 4 febbraio, la seguirò a distanza. Studio informatica e so quale significato hanno le guerre informatiche nella nostra società civile. Le manifestazioni di piazza Bolotnaja e di corso Sakharov hanno dimostrato, a mio parere, che nella nostra capitale ci sono persone colte che possono scendere in piazza a manifestare per le proprie idee civili. Quando avrò le stesse convinzioni anch’io, scenderò in piazza a manifestare con loro.

 

Un cadetto dell’Accademia militare "Suvorov" che preferisce mantenere l’anonimato

Non ho mai partecipato a nessuna manifestazione e non penso che andrò. Chi lo ha fatto evidentemente riteneva importante manifestare. Credo che non servirà a niente, non vale nemmeno la pena provarci.


Aleksandr, 24 anni

Scritta sul manifesto: i militari senza tetto hanno proclamato un nuovo sciopero della fame

Mi chiamo Aleksandr Vladimirovich Kucherenko, sono figlio di un tenente colonnello. Purtroppo, io e i miei compagni, insieme ai nostri familiari e ad altri ufficiali, siamo costretti a partecipare a iniziative come questa. Abbiamo promosso e organizzato anche noi manifestazioni e picchetti. Ora sono rimasto qui da solo a picchettare e ieri abbiamo proclamato un nuovo sciopero della fame. Utilizzo vari social network, soprattutto vkontakte.ru e sono iscritto anche a Facebook. Ci scambiamo informazioni, notizie su tutte le manifestazioni e le iniziative. Ritengo che sia giusto manifestare il 4 febbraio per reclamare elezioni regolari e cercherò di esserci, sempre che le mie condizioni me lo permettano e che non debba cominciare l’ennesimo sciopero della fame.  

 


Zina, 33 anni

Lavoro a Mosca in un negozio di alimentari. Non ho mai partecipato a nessuna manifestazione ed escludo di andarci anche in futuro. Ogni epoca ha i suoi problemi: cinque anni fa c’erano dei problemi, oggi ce ne sono altri, diversi. Non credo che cambierà tutto di colpo, se scendo in piazza a esprimere le mie opinioni.

Artem, 28 anni

Lavoro in un’agenzia pubblicitaria come pierre. Non ho partecipato alle manifestazioni,  ma mi sento di dire che le manifestazioni non servono a niente. I miei amici sono scesi in piazza, ma non hanno ottenuto nessuno dei risultati sperati.

 


Marcel, 35 anni

Sono andato alla prima manifestazione del 10 dicembre 2011 per reclamare elezioni regolari. Era la prima volta ed ero curioso di vedere come sarebbe andata. Ho raggiunto Piazza della Rivoluzione dove c’era il concentramento dei manifestanti che poi si sarebbero uniti alla colonna principale del corteo. Sono francese e per me era interessante vedere come si sarebbe svolta una manifestazione pacifica di cittadini russi ed è andato tutto bene. Appoggio questo movimento e parteciperò anche alla prossima manifestazione.

Takashi, 21 anni

Mi chiamo Kyodo Takashi, ho 21 anni. Studio russo e vivo a Mosca con una borsa di studio. Sono qui ormai da 4 mesi. Da dicembre ai primi di gennaio sono stato in Europa e non sono riuscito a seguire le notizie, ma molti miei amici russi hanno partecipato alle manifestazioni. Hanno invitato anche me a partecipare ai cortei, ma dato che la nostra ambasciata aveva avvertito noi giapponesi che sarebbe stato meglio non partecipare perché poteva essere pericoloso, non ho accettato il loro invito. Comunque, attraverso le foto e i video postati dai miei amici su Facebook, ho potuto vedere che c’era tanta gente e mi sono fatto un’idea di com’è andata la manifestazione. Ho l’impressione che qui, a differenza di quanto avviene in Giappone, i miei amici prendano sul serio la politica. Anche in Giappone si fanno manifestazioni, ma non di questa portata. Penso che l’interesse per la politica in Giappone sia qualcosa di più artificioso.

Polina, 23 anni

Mi chiamo Polina, ho 23 anni e faccio la giornalista. Ho partecipato alla prima manifestazione del 10 dicembre 2011 in piazza Bolotnaia, e non perché dovessi fare un servizio giornalistico, ma per mia scelta. Sono andata perché non ho votato per Russia Unita e non accetto questi risultati elettorali. Sono una giornalista e non posso non partecipare a iniziative come questa; ci sono andata per vedere come  si vive oggi a Mosca e nel nostro Paese. Il dato interessante è che alla manifestazione hanno partecipato anche molti miei amici che non hanno niente a che fare col giornalismo politico, né coi movimenti per i diritti umani. Questo è accaduto secondo me perché quattro anni fa erano ancora troppo giovani per scendere in piazza, ma ora, che hanno raggiunto l’indipendenza e si sono messi a pensare in modo autonomo, hanno cominciato a riflettere sulla nostra situazione. Ho parlato dei miei coetanei, ma alle manifestazioni c’erano anche i miei genitori e i loro amici che appartengono a un’altra generazione, più vecchia. Penso che andrò anche alla manifestazione del 4 febbraio.

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