Foto: Lori/Legionmedia
Gli investimenti italiani ammontano a 100 milioni di euro: uno dei progetti prevede la costruzione di uno stabilimento per produrre acciaio di alta qualità nel distretto degli Urali meridionali, e la creazione, nelle vicinanze del capoluogo, di un parco industriale per l’innovazione.
Tutto è cominciato da una visita ufficiale del governatore della regione di Cheljabinsk, Mikhail Jurevich, che si è recato in Italia nel dicembre 2010. Il nuovo governatore, che proviene dal mondo dell’impresa, ha indicato, tra le priorità dell’amministrazione locale, la creazione di un clima favorevole agli investimenti negli Urali meridionali, anche da parte di imprenditori stranieri.
Eppure, gli italiani finora sono stati molto cauti nel fare business in Russia, adducendo le esperienze negative di quanti hanno cercato di aprire un’attività in un Paese lontano. I potenziali investitori si lamentavano del fatto che spesso, nelle regioni della Russia, nel migliore dei casi ai loro problemi non veniva data alcuna attenzione, e nel peggiore erano addirittura trattati con arroganza.
L’Italia rappresenta per la regione di Cheljabinsk uno dei maggiori partner nel commercio estero. Le principali categorie dell’export sono: metalli ferrosi e non ferrosi, accessori per l’illuminazione e prodotti della chimica inorganica. L’import riguarda principalmente attrezzature e macchinari per i settori alimentare, estrattivo, metallurgico e sportivo; beni di largo consumo, macchinari e strumenti. Il volume degli scambi commerciali con l’Italia viene stimato in oltre 380 milioni di dollari
Ben presto nel centro di Cheljabinsk è stato aperto un apposito spazio per gli imprenditori stranieri che hanno già avviato la loro attività nella zona, ma non hanno ancora un proprio ufficio di rappresentanza. Questo “ufficio per lo start-up”, completamente attrezzato e fornito di un servizio di traduttori, ha il compito di risolvere almeno in parte i problemi dei potenziali investitori, affinché essi possano concentrarsi sul proprio business. Agli imprenditori stranieri viene data assistenza anche sul piano amministrativo, fornendo consulenze sulla gestione dei rapporti con le autorità, supporto nelle questioni giuridiche e per l’ottenimento di documenti.
“Per un investitore straniero non è facile districarsi tra le peculiarità e le caratteristiche del nostro modo di fare business nella realtà russa; pertanto il supporto dello stato non è superfluo”, spiega il ministro per lo sviluppo economico della regione di Cheljabinsk Elena Murzina. “Siamo pronti a condurre letteralmente per mano gli investitori, per i primi tempi”.
Talvolta è il governatore stesso a dover intervenire in prima persona. Così è stato nel caso di Alessandro Marzollo, proprietario dell’omonima azienda produttrice di impianti di risalita per le località sciistiche. Era stato approvato un programma di modernizzazione dell’impianto sciistico “Solnechnaja Dolina” per 95 milioni di euro, ma l’inizio dei lavori era stato ritardato dalla lentezza della conversione dei terreni agricoli in edificabili. Quando la questione è passata sotto il diretto controllo del governatore, le tempistiche si sono notevolmente ridotte.
“Sono pronto a incontrare personalmente ciascuno degli investitori”, ha dichiarato più volte Jurevich. I propositi degli italiani nella regione sono ambiziosi: a partire dalla creazione di un centro italiano per l’ottenimento dei visti e fino all’istituzione di un volo diretto tra Cheljabinsk e l’Italia. Attualmente gli imprenditori del Belpaese per raggiungere il capoluogo degli Urali meridionali fanno scalo a Mosca, il che, ovviamente, non è molto comodo.
All’inizio del 2012, in occasione di una serie di incontri con le amministrazioni dei distretti industriali del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, i colleghi degli Urali meridionali hanno presentato ai potenziali partner italiani il piano per la creazione dell’innovativo parco industriale che sorgerà nei pressi del capoluogo, Cheljabinsk. Le autorità della regione non contano solo sugli investimenti italiani: per realizzare il progetto saranno stanziati oltre 185 milioni di rubli dal bilancio regionale. L’area su cui sorgerà il parco è già stata collegata all’autostrada federale e sono stati allacciati gas ed elettricità; il parco ospiterà diverse imprese.
“Nella regione di Cheljabinsk e nelle zone limitrofe si concentrano un gran numero di industrie metallurgiche, molte delle quali sono nostre clienti,” dice Franco Alzetta, direttore della Danieli & C. Officine Meccaniche S.p.A. “Contiamo di trovare anche nuovi partner. Il primo passo sarà l’apertura di un ufficio di rappresentanza dell’azienda e di un centro di assistenza tecnica. Poi, se le condizioni saranno favorevoli, avvieremo la costruzione di una fabbrica per la produzione di attrezzature”.
Il principale risultato degli incontri è stato la stipula di un accordo di cooperazione tra la holding italiana – uno dei maggiori gruppi dell’acciaio –, un’azienda di Cheljabinsk e dei partner kazaki. La specialità dei partner italiani è la produzione di grandi colate di acciai di qualità, fino a 120 tonnellate, realizzate con la massima precisione. Questo tipo di prodotti trova impiego nelle costruzioni navali, nell’industria energetica e in altri settori. A Cheljabinsk la produzione comincerà dagli impianti per i tubifici e per l’industria petrolifera. Come ha dichiarato Chiara Valduga, presidente di un’altra holding dell’acciaio, ad oggi in Russia prodotti di questa qualità non erano ancora stati realizzati.
Gli investimenti nel progetto supereranno i 50 milioni di euro. È già iniziato l’allestimento dei reparti della futura fabbrica. “Questa è già la seconda visita della delegazione degli Urali meridionali in Italia,” dichiara il vicegovernatore Jurij Klepov. “Grazie ai precedenti incontri, nella nostra regione stiamo realizzando una serie di progetti congiunti: una delle aziende italiane ha aperto il suo ufficio di rappresentanza e stiamo sviluppando l’impianto sciistico Solnechnaja Dolina. Considerando anche l’accordo siglato con la holding dell’acciaio, gli investimenti italiani ammonteranno a oltre 100 milioni di euro. Il capitale italiano è già investito in una decina di aziende della regione, e a tutela di questi investimenti sul territorio della Federazione Russa è stata aperta di recente una filiale dell’associazione Gim-Unimpresa”.
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