La tragedia cecena a fumetti

L'artista italiano Igort torna in libreria con un reportage disegnato "Quaderni russi. La guerra dimenticata del Caucaso" nel nome della giornalista Anna Politkovskaja

“Anna era la Russia migliore, e forse quello che ci lascia in eredità è il senso della memoria, quello che ci consente di non chiudere gli occhi, di voltare la testa dall'altra parte. Di non accettare verità preconfezionate, per difendere a tutti i costi i valori, quelli che ci rendono, dopotutto, umani”.

Ed è un vero e proprio viaggio nella memoria alla ricerca della verità sulla storia russa e sul genocidio ceceno (prima e dopo il regime) quello compiuto dal fumettista cagliaritano Igort (nome d'arte di Igor Tuveri) nella sua nuova graphic novel “Quaderni russi. La guerra dimenticata del Caucaso” edito da Mondadori.

La pistola Makarok Izh, l'ascensore e due inquiline del palazzo in cui viveva e fu uccisa il 7 ottobre 2006 la giornalista Anna Politkovskaja sono le prime immagini crude e toccanti di questo reportage a fumetti,  seconda tappa di un percorso iniziato nel 2010 con “Quaderni ucraini”.

Attraverso i suoi disegni, le testimonianze di vittime, carnefici, di amici della giornalista russa e degli stessi scritti della Politkovskaja, Igort disegna un viaggio personale durato due anni attraverso Ucraina, Russia e Siberia “per cercare di registrare, ascoltare, vedere e capire. Cos'era stata davvero l'Unione Sovietica? (…) Così è nato questo libro, un libro di storie di persone piccole, che attraverso il racconto mi hanno aiutato nel mio intento di dare dei contorni, delle chiavi di lettura del mistero russo”.

Un viaggio iniziato lo stesso giorno (il 19 gennaio 2009) in cui venivano uccisi la stagista della Novaja GazetaAnastasia Baburova e l'avvocato e amico di Anna Politkovskaja Stanislav Markelov, morti nell'indifferenza generale vicino al Cremlino.

Il suo è uno sguardo lontano, distaccato, ma non del tutto freddo. Anzi sembra una sorta di elaborazione del lutto che entra a fondo in tragedie come l'assedio del Teatro Dobruvka del 2002 o la strage nella scuola di Beslan quattro anni dopo per cercare di  dare risposte a degli interrogativi, a delle verità rimaste senza risposta anche dopo la morte di Anna Politkovskaja, vittima di quella che i sovietologi chiamano "democratura" (ossia democrazia travestita).

“Quaderni russi” è un viaggio a disegni  introspettivo e a volte crudo che si conclude in maniera ancora più toccante nel "cuore di deserto di neve" della Siberia. Un viaggio nella memoria emozionante e commovente.

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