Foto: Reuters / Vostock Photo
Vladimir Putin ha reso pubblico il suo programma elettorale. Il primo ministro, candidato alla Presidenza della Russia, promette uno sviluppo non solo economico ma anche nella sfera “spirituale”.
Lo stesso Putin non considera il documento completo. “Si tratta, ovviamente, del programma di base che rappresenta, in sostanza, le richieste, raccolte ed elaborate, dei nostri cittadini , relative a tutti gli ambiti e settori di attività”, scrive il primo ministro nella prefazione al manifesto pubblicato il 12 gennaio 2012, sul suo sito elettorale. Il programma verrà perfezionato da esperti.
Stando alle parole dell’addetto stampa del premier, Dmitri Peskov, è stato Putin, di suo pugno, durante le vacanze natalizie, a mettere nero su bianco il programma “sulla base delle proposte dei cittadini di tutte le regioni della Russia”, dimostrando “una nuova visione in linea con un mondo in continuo cambiamento”.
Il documento non menziona mai il partito Russia Unita, che aveva formalmente proposto la candidatura di Putin per l’incarico di Presidente. In precedenza, molti osservatori avevano ipotizzato che il Premier si sarebbe allontanato, durante la campagna elettorale, dal partito del potere, già compromesso agli occhi degli elettori dai brogli delle elezioni parlamentari di dicembre 2011. Avevano, a quanto pare, ragione.
Nel primo capitolo del programma, intitolato “Risultati del decennio scorso e sfide future”, Putin menziona ancora i problemi che la Russia ha ricevuto in eredità dall’Unione Sovietica e che si sono originati nei turbolenti anni '90, così come quelli che, invece, il Paese è stato in grado di risolvere. Il candidato alla Presidenza sostiene di nuovo che proprio “grazie alla stabilità politica raggiunta è stato possibile un periodo di crescita economica”, e una conseguente crescita del Pil e dei redditi delle famiglie, e in parallelo, un calo di disoccupazione, inflazione e tasso di mortalità. Il primo ministro non nomina i prezzi alti di carburanti ed energia quali fattori di crescita economica.
“Siamo entrati nel club dei Paesi in rapida via di sviluppo”, scrive Putin. “Dalle condizioni economiche rovinose degli anni '90, la Russia è schizzata al sesto posto delle economie mondiali”. Riconosce, tuttavia, che “la Russia è in ritardo di due/tre volte in termini di produttività ed efficienza energetica, rispetto ai Paesi in testa al ranking delle economie mondiali”. La ricetta per colmare questo divario non è nuova: “Modernizzazione del tessuto economico e incremento dell’attività imprenditoriale”.
Il capitolo “Spiritualità e unità del popolo russo” è dedicato in particolare ai mezzi di comunicazione di massa e a Internet. Putin, riconoscendo il loro valore conoscitivo ed educativo, ha promesso di “voler contrastare ogni tentativo di utilizzo dello spazio informativo per promuovere odio, nazionalismo, pornografia, tossicodipendenza e dipendenza da fumo e alcol”.
Il candidato alle presidenziali pone inoltre l’accento sullo sviluppo regionale della Russia. Il governo federale ha promesso aiuti finanziari alle regioni. Tuttavia, Putin non ha confermato l’idea, espressa in precedenza sia da lui che dal Presidente Dmitri Medvedev, di ripristinare l’elezione dei governatori.
Grande attenzione viene dedicata inoltre alle case popolari. Nel corso della linea diretta televisiva di dicembre 2011 proprio su questo tema si era concentrata la maggior parte delle domande indirizzate al premier. “I problemi in questo settore sono molteplici, mentre le responsabilità poche”, ha riconosciuto Putin, dichiarando inoltre che la soluzione chiave di questi problemi risiede nella “creazione di condizioni favorevoli che attraggano gli investimenti privati in questo settore”.
Il punto centrale della parte economica del programma è costituito dall’aumento degli investimenti, “minimo fino alla soglia del 25% del Pil entro la metà del prossimo decennio, contro il 20% attuale”. A tal fine Putin promette, in particolare, di incoraggiare lo sviluppo del settore energetico, dell’industria manifatturiera, dell’agricoltura , nonché, ovviamente, delle telecomunicazioni e delle tecnologie dell’informazione, della biotecnologia e di altri settori hi-tech. Agli imprenditori il primo ministro assicura “la tutela da qualsiasi violazione della proprietà privata”.
“Una riduzione dei tassi di interesse rappresenta un incentivo per gli investimenti nel settore dell’economia reale”, scrive Putin. “Risolveremo questa questione, in primo luogo, grazie all’inflazione bassa e allo sviluppo del mercato finanziario nazionale e al ricorso a investimenti e crediti a lungo termine”. Nel 2011, stando alle statistiche pubblicate dal Rosstat, l’inflazione ha toccato il 6,1%, il livello più basso dal 1991.
Putin promette inoltre di sostenere gli esportatori nazionali di beni con un alto livello di lavorazione e di promuovere l’innovazione “per ottenere un salto di qualità nell’economia e migliorare la competitività nazionale”.
A giudicare dal contenuto del capitolo del manifesto dedicato alla politica internazionale, la priorità di Putin rimangono i territori dell’ex Unione Sovietica. “L’unione doganale di Russia, Bielorussia e Kazakhstan funziona. Con il 2012 lo spazio economico comune diventa realtà, e ciò rappresenta un livello ancora superiore di integrazione. Avanziamo verso la creazione di un’unione euroasiatica, che inauguri una nuova epoca di relazioni tra i Paesi del vecchio blocco sovietico”, scrive il primo ministro.
In altri Paesi, Putin intende estendere l’influenza economica e culturale della Russia e difenderne gli interessi politici ed economici. “I passi unilaterali dei nostri partner, che non tengono conto dell’ opinione della Russia e dei suoi interessi, riceveranno in risposta una debita valutazione e una reazione adeguata”, avverte Putin, anticipando gli ultimi paragrafi del programma, nei quali si parla della modernizzazione delle forze armate e dell’aumento della loro capacità combattiva.
Gli esperti hanno accolto in modo diverso il programma proposto da Putin. Secondo l'esperto in Scienze politiche Sergej Černjachovskij, uno dei punti principali del documento è l’idea secondo cui Putin darebbe priorità agli obblighi sociali dello Stato nei confronti dei cittadini rispetto al compito di uno sviluppo rapido e immediato dell’economia. “I punti chiave sono: l’attuazione di modifiche alla base tecnologica della società e l’idea che il potere debba essere sottoposto al controllo dei cittadini e che questi ultimi decidano come debba essere il loro Paese”.
Il direttore della sezione politica del quotidiano Kommersant’, Gleb Čerkasov, al contrario, non vede, nel programma di Putin, nulla di innovativo. “È il classico programma a favore di tutto ciò che è bene e contro tutto ciò che è male. È evidente che è stato scritto in modo che in seguito sia possibile eliminare una parte per sostituirla con un’altra. Un deposito di missili, senza testate”, chiarisce la sua posizione Čerkasov.
Il Presidente del fondo Peterburgskaja politika, Michail Vinogradov, sostiene che la particolarità del programma risiede nel fatto che Vladimir Putin “si appoggia non sul partito, bensì sul Fronte Popolare Panrusso”. “Certamente il programma non è studiato per quelle parti della società che sono scese in piazza a protestare . È rivolto soprattutto a quella porzione di popolazione che è convinta che la Russia sia il miglior Paese del mondo e abbia una missione e spiritualità speciali”, sottolinea.
“Nel complesso il programma rimane evasivo: sono delineate le priorità essenziali ma in modo vago”, sostiene il vicepresidente del Centro di Tecnologia Politica, Georgij Čižov. A suo parere, il programma è stato redatto con cautela, forse, al fine di accontentare tutti i segmenti della società.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email