In ricordo di zio Lenin

La Russia è disseminata di statue commemorative del fondatore dell’Urss. Ma, a 88 anni dalla sua morte, i tempi sono cambiati, mentre i monumenti restano dov’erano

Foto: Grigory Kubatyan


Il 21 gennaio 1924 moriva Lenin. Ricordo che alla scuola materna nel giorno del suo compleanno, il 22 aprile, ci facevano cantare e recitare poesie sul capo di tutti i lavoratori. I miei genitori erano costretti a chiedere una giornata di ferie, per riuscire a presenziare a questa solenne festa mattutina. In piedi sotto al ritratto di quest'uomo calvo, sorridente e  bonario cantavo insieme agli altri bambini di 5 anni canzoni intrise di patriottismo. E mi sentivo molto fiero di lui, di me stesso e della nostra Patria sovietica. I bambini russi di oggi non hanno neanche idea di chi sia lo zio Lenin e del perché le sue statue siano disseminate per tutto il Paese.

Sul pianeta Terra non esiste un altro personaggio storicamente esistito al quale abbiano dedicato altrettanti monumenti, a parte Gesù Cristo e Buddha. Di pietra, cemento o bronzo, le immagini del capo del proletariato hanno conquistato mezzo mondo, sono un'intera legione. Anche l'armata di terracotta dell'imperatore cinese scapperebbe a gambe levate se venissero riunite in un unico posto tutte le statue di Lenin. E' molto difficile contare esattamente quante ne siano state prodotte nel XX secolo. Ma gli studiosi che si dedicano a tale questione ipotizzano che ad oggi in tutto il mondo si siano conservati circa 6 mila monumenti di Lenin. Ce ne sono anche al Polo Sud, nella stazione scientifica in disuso.

La maggior parte dei “capi” indica col dito in varie direzioni. In Urss questo era oggetto costante di scherzi. O che saltava fuori che Lenin indica col dito verso il carcere, un altro invece sembrava voler guidare il popolo verso l'ospedale psichiatrico. Altri notavano che un monumento punta il dito verso un altro come a dire: non sono io il colpevole! E qualcuno invece affermava che esiste un piano, una sorta di “Codice Lenin”, secondo il quale tutti i Lenin del Paese si indicano l'un l'altro formando così un disegno misterioso.

Oltre al Lenin che indica la via, esistono anche altre raffigurazioni. A volte il primo bolscevico russo se ne sta pensieroso con le mani in tasca, o va avanti fiero con le falde del cappotto che si sollevano ai lati come il mantello di un moschettiere, oppure se ne sta seduto su un ceppo di legno tutto intento a scrivere qualcosa,  o ancora abbraccia allegramente dei bambini. Di solito gli scultori hanno preferito mettergli indosso un abito a giacca col panciotto  e in mano la classica coppola, (il capo voleva mostrarsi vicino ai lavoratori), anche se, si dice, che quando viveva in Europa preferiva indossare frac e cilindro.

In Urss, Lenin poteva stare su un mappamondo, su un obelisco egiziano, su un carrello ferroviario, su un bullone gigante e anche su un mucchio di libri di propria composizione. A volte è stato raffigurato mentre si rivolge al popolo dalla torre di un'autoblindo. Ed è interessante notare che molti politici sovietici, che pure si dissociarono dagli ideali comunisti e scelsero invece di distruggere l'Urss, ebbero spesso atteggiamenti simili a quelli di Lenin, volutamente o no. Il primo Presidente della Russia, Boris Eltsin si rivolse alla folla dalla torretta di un carro armato, e l'ex sindaco di Mosca Yuri Luzhkov non appariva in pubblico se non con l'immancabile coppola in testa.

In epoca sovietica le statue del grande rivoluzionario erano uno dei principali mezzi di propaganda del nuovo corso socialista. Avevano tolto alla gente il vecchio dio, trasformando le chiese in magazzini e stalle, ma gliene avevano dato in cambio uno nuovo. I monumenti del fondatore dello stato sovietico venivano poste, su richiesta dei lavoratori, nei luoghi in cui i lavoratori stessi solitamente si riunivano: nelle piazze centrali, nei parchi, nei territori di fabbriche e strutture amministrative. I tempi cambiano, ma i monumenti sono rimasti dov'erano e sotto lo sguardo accigliato di Lenin si svolge la maggior parte delle feste e delle manifestazioni per tutta la Russia. Ai piedi del condottiero bolscevico gli innamorati si danno appuntamento, gli animalisti protestano con i loro picchetti, medici e insegnanti esigono un aumento di stipendio, i ragazzi vanno sui pattini a rotelle, e i venditori di gelato e pop corn fanno giornata.

Eppure le statue di Lenin non sono solo un reperto di epoca sovietica o un pezzo del patrimonio culturale della Russia. Per molte persone sono anche il simbolo della catastrofe sociale del Paese, della rivoluzione e guerra civile, in cui hanno perso la vita milioni di russi. I democratici occidentalisti vorrebbero che le statue venissero eliminate, per cancellare dalla storia tutta la vergognosa epoca sovietica, e al tempo stesso anche per indebolire un po' i comunisti che esistono ancora in Russia. Ma anche i patrioti russi detestano questi monumenti sovietici, ritenendoli fonte di tutti i problemi della Federazione e indicandoli addirittura come oggetti di culto demoniaci.

A partire dalla fine degli anni '80 si sta svolgendo una guerra silenziosa contro i monumenti a Lenin. Li spezzano, li fanno esplodere, li ricoprono di vernice e li mandano in rottamazione. C'è da dire che i monumenti di Stalin hanno perso questa guerra già molto tempo fa, negli anni '60, quando il potere era in mano al demolitore del “culto della personalità” di Stalin, Nikita Khruschev. Ma la “Guardia leninista” resiste ed è molto più numerosa.

Così come non si è mai arreso finché era in vita, il condottiero del proletariato mondiale sembra pronto a lottare anche dopo la morte. Nel villaggio di Kalashnikovo, in provincia di Tver, un abitante del luogo, dopo aver alzato un po' il gomito, ha deciso per un qualche motivo di arrampicarsi sul locale monumento a Lenin. Quest'ultimo è crollato direttamente sul vandalo, il quale è finito all'ospedale con diversi traumi gravi. Un fatto simile si è verificato  nella provincia di Tula. Un ragazzo ha cercato di spezzare il braccio di una statua di Lenin, ma il braccio di pietra, staccandosi insieme alla testa del bolscevico, ha travolto il ragazzo uccidendolo.

Nonostante questo, gli attentati alle statue di Lenin non si fermano. Chi gli mette indosso una maschera da coniglio, chi una parrucca da donna, chi ancora gli appende al braccio una busta di spazzatura. Negli avventurosi anni '90, nella cittadina di Orekhovo-Zuevo nella provincia di Mosca, sulle braccia di Lenin finivano appesi i “fratelli” che si erano resi colpevoli di qualche mancanza nei confronti della mafia locale. A Jaroslavl, in occasione del compleanno di Lenin, la gioventù locale aveva l'abitudine di lanciare wurstel alla statua del rivoluzionario. Ai piedi della statua poi si radunavano branchi di cani randagi e ululavano senza pace. E nella città di Nakhodka il piedistallo di granito del monumento è stato completamente ricoperto di formaggio.

Tutta un'altra cosa i razionali cittadini delle repubbliche baltiche! A Liepae, dalla fusione di un Lenin di bronzo hanno ricavato 500 campanelle che vengono vendute a 300 dollari l'una. Ma anche gli ucraini non sono da meno: le statue dell'odiato leader bolscevico  vengono fuse per fare monumenti alla Madre Ucraina o a un qualche vescovo di importanza storica.

E' curioso che, secondo i sondaggi, quasi i due terzi della popolazione russa giudica positivamente il ruolo avuto da Lenin nella storia. Nelle città di provincia sotto le statue del condottiero comunista ancora oggi gli sposi novelli portano fiori nel giorno del matrimonio (anche se forse lo fanno più che altro per mancanza di altre mete).

Il 90% dei monumenti ormai non viene più tutelato dallo Stato e ad occuparsene sono le organizzazioni comuniste e di veterani di guerra locali, sempre pronte a restaurare le statue che vengono colpite da atti vandalici.

Ultimamente poi le statue di Lenin si stanno trasformando in moderni oggetti d'arte. Nella città di Ulan-Ude per la gigantesca testa di Lenin sistemata in una delle piazze centrali hanno cucito un enorme berretto con le orecchie, perché non prenda freddo. E a Krasnojarsk, in occasione della giornata dei musei, hanno deciso di organizzare un insolito show usando il laser per provare a Lenin dei luminosi costumi da tartaruga ninjia e da Batman. Un'altra forma di derisione non diversa, tutto sommato, dal mettere a Lenin una parrucca o una maschera da coniglio. Chi invece di sicuro non perderà il rispetto per il grande condottiero sono gli operai di Saratov. Durante i lavori di restauro del monumento hanno trovato murata nel piedistallo una bottiglia di vodka, lasciata per loro dalla precedente generazione di operai. Dopo essersi scolati la bottiglia, gli operai di Saratov ne hanno comprata un'altra e l'hanno murata nel piedistallo per le generazioni future  insieme a un messaggio solenne.

Quante altre generazioni di russi cresceranno con l'immagine di Lenin sempre sotto gli occhi? Certo, parte dei monumenti col tempo si deteriorerà, ma ce ne sono talmente tanti, che alcuni rimarranno sicuramente in piedi per i secoli a venire, come è stato per le statue dei faraoni. E così, per sempre resteranno i monumenti al grande faraone russo Vladimir Lenin.

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