Foto: Yaroslav Naumkov
Il numero dei burocrati in Russia è aumentato a dismisura e la loro presenza, a detta degli esperti del governo, grava ogni anno di più sulla spesa pubblica della Federazione. Occorre ridurre l’apparato burocratico del 30% e costringere i dipendenti pubblici che restano in servizio a essere più produttivi.
Negli ultimi 10 anni il numero dei dipendenti pubblici è aumentato dell’1,4 per cento. Se alla fine del 2000 erano 1,16 milioni, alla fine del 2010 il loro numero è salito fino a 1,65 milioni, secondo i dati contenuti nella relazione finale sui lineamenti di politica governativa in materia di adeguamento della strategia a lungo termine per il 2020, consegnata al governo; dati reperibili anche sul giornale Vedomosti.
Il numero dei funzionari pubblici è in crescita, mentre la popolazione risulta essere in calo. Secondo le stime del 2010 su 100.000 cittadini russi 1.153 erano funzionari statali, mentre 10 anni prima risultavano 794 (1,5 volte in meno). Per mostrare quanto i burocrati si siano moltiplicati in eccesso, gli esperti del governo hanno confrontato la situazione russa con quella degli Usa, dove su mille abitanti i dipendenti del fisco risultano 4 volte in meno che in Russia e 2,5 in meno quelli impiegati nelle dogane.
Oggi su mille lavoratori russi 25 sono funzionari pubblici, mentre nel 2000 erano 18, e nel 1994, 15. In Russia, secondo gli autori del rapporto, i dipendenti pubblici sono in esubero e rappresentano un freno alla crescita economica, costituendo un onere superiore alle possibilità del Paese.
Per i soli salari dei dipendenti pubblici di ogni ordine e grado si spendono circa 67 miliardi di rubli al mese, ovvero 804 miliardi l’anno. Se i salari venissero riportati ai livelli del 2000, si otterrebbe un risparmio di circa 240 miliardi l’anno. "Includendo la spesa per uffici, trasporti, comunicazioni, e altro, la somma finisce col raddoppiarsi", spiega il direttore dell’Istituto dell’amministrazione statale, regionale e locale, Andrey Klimenko.
Gli esperti del governo propongono di ridurre entro il 2020 i funzionari pubblici del 30%, destinando le risorse così risparmiate ad aumentare i salari dei funzionari rimasti in servizio, risparmiando in tal modo 120 miliardi di rubli, ossia lo 0,3% del Pil. L’obiettivo è quello di aumentare la produttività di chi resta in servizio, attraverso un sistema d’incentivazione dei salari. Attualmente i dipendenti pubblici risultano meno produttivi rispetto ai lavoratori degli altri settori dell’economia. Secondo il vice-direttore del Centro per lo sviluppo economico della Scuola superiore di Economia dell’Università di Stato (Hse), Evgeny Mironov, negli ultimi 10 anni la produttività dei dipendenti pubblici è calata di circa il 20%. “Lavoriamo di notte e anche il sabato - dissente un funzionario del dicastero dell’Economia -. Come si fa a parlare di scarso rendimento dei dipendenti pubblici?”. Ma molto tempo, ammette, se ne va nelle riunioni.
Una riunione della durata di due ore col premier, ipotizza l’inviato di Vedomosti, può equivalere, per esempio, alla perdita di due giornate di lavoro: calcolando il tempo del volo fino in Siberia e tutte le ore sprecate in attesa, perché niente comincia mai in orario.
"Dal 2000 lo Stato ha cercato di ridurre per due volte il numero dei funzionari pubblici", ricorda un collaboratore del Ministero dello Sviluppo economico. All’inizio del 2000 il piano di deburocratizzazione è fallito poiché dopo la riforma amministrativa del 2004 il numero dei dipendenti pubblici ha ricominciato a crescere. L’ultimo tentativo di tagliare i funzionari pubblici risale al 2010. Allora il Ministero delle Finanze assunse l’iniziativa di tagliare 120.507 dipendenti degli organi federali (ossia il 20% dell’organico) con l’obiettivo di risparmiare 43,4 miliardi di rubli. Per ora non vi è stata alcuna riduzione sostanziale del numero dei funzionari pubblici, come sa bene il funzionario dell’apparato governativo: i Ministeri e i dicasteri hanno tagliato dall’organico i posti vacanti e i pensionati, anche se si sta pianificando un taglio graduale per i prossimi anni, aggiunge.
L’espansione della burocrazia è uno dei risultati della politica di Vladimir Putin e negli ultimi 10 anni sono notevolmente aumentati anche gli incarichi statali, afferma il politologo Mikhail Vinogradov. La Russia in questo non costituisce un’eccezione. La spesa per il mantenimento e il funzionamento dell'apparato statale è in crescita in molti paesi, rileva Klimenko, ma è costantemente monitorata dall’attenzione pubblica: “Si tratta sempre di una questione politica. Questo spiega perché si verifichino periodicamente epurazioni di funzionari pubblici. Casi analoghi si registrano anche negli Usa e in Francia”.
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