Foto: AFP/ Eastnews
La Russia si schiera dalla parte delle foche. Cappotti di pelli pregiate, gilet, borse, berretti, sciarpe, stivali al bando: Russia, Kazakhstan e Bielorussia hanno sancito la fine all'esportazione e all'importazione delle pelli di foche artiche e dei loro cuccioli. In particolare di quelle della specie arpa - chiamate così per la chiazza sulla schiena degli esemplari maschi, simile allo strumento musicale, nome scientifico “Pagophilus groenlandica” - più minacciata dalla caccia praticata in maniera estensiva in Canada, primo Paese esportatore al mondo.
Nella Federazione è stato quindi recepito il voto espresso il 31 ottobre 2009 dal Parlamento europeo con il regolamento che “bandisce la vendita di prodotti derivati da foche nell'Unione Europea, a meno che gli animali utilizzati siano il frutto della caccia tradizionale degli Inuit”. Una data storica per gli ambientalisti. Giunta poco dopo la decisione delle autorità russe, a seguito di numerose proteste, di vietare la caccia ai cuccioli di foca con età inferiore a un anno.
Una linea voluta espressamente dal premier Vladimir Putin contro la tratta delle pelli - definendola “sanguinaria” - per produrre carne, olio, grasso, organi, pelli per pellicceria e articoli derivati e praticata soprattutto nel Nord-Ovest del Mar di Barents. "Il massacro sanguinoso delle foche, l’uccisione di animali indifesi, è ora vietato in Russia così come negli altri Paesi più sviluppati", ha affermato il ministro russo per le Risorse Naturali Yuri Trutnev.
Il mercato delle pellicce di foca viene praticato solo in otto Stati, di cui il 60 per cento del totale in Canada, Groenlandia e Namibia. La Russia aveva sinora ricevuto fino al 90 per cento delle esportazioni di foca dal Paese nordamericano, il cui governo si starebbe apprestando a ridurre di un quarto il prelievo di cuccioli per la stagione di caccia 2012.
Nell’Unione Europea, le foche sono uccise in Finlandia, Svezia e Scozia. Tuttavia, la maggioranza dei prodotti ricavati dalle pelli animali nell’Ue provengono dai Paesi terzi. Si calcola che almeno un terzo del commercio mondiale dei prodotti passi o finisca nell’Ue. In Italia la pelliccia di foca è l’emblema del lusso che vende, nonostante l’austerità imposta dalla crisi economica.
Il prossimo passo contro il commercio delle pelli di foca sarà di estendere il veto anche in Cina, mentre il governo di Taiwan ha già annunciato l'avvio per le pratiche.
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