Volti e voci dalla piazza

Gli uomini e le donne di Russia che hanno protestato in corso Sakharov a Mosca il 24 dicembre 2011 si raccontano tra coraggio e speranza

Mentre il 24 dicembre 2011 l'Europa cattolica si preparava al cenone natalizio, a Mosca si riunivano decine di migliaia di manifestanti in corso Sakharov. Un fiume infinito di persone ha superato le transenne all'ingresso del luogo autorizzato per il meeting di protesta, con cartelli fai da te, palloncini e nastri bianchi, il simbolo ufficiale del movimento contro i brogli elettorali.

Dopo la manifestazione di protesta del 10 dicembre 2011 - giorno in cui la società civile russa si era svegliata - era nato anche il comitato organizzativo della prossima azione di protesta, programmata per il 24 dicembre 2011, nella giornata di ufficializzazione dei risultati elettorali del 4 dicembre 2011. Così già l'11 dicembre 2011, l'indomani, su Internet si poteva seguire in diretta la prima assemblea del comitato: politici dell'opposizione, giornalisti, scrittori e musicisti si sono riuniti per preparare in maniera trasparente il prossimo comizio ricco di contenuti. L'intento era quello di incoraggiare chi non aveva trovato la forza di scendere in piazza.

Fino all'ultimo gli organizzatori sono stati scettici se veramente si sarebbe potuto ripetere il successo del 10 dicembre 2011. È bastato poco, invece, per rendersi conto che cittadini qualunque si sono veramente trasformati in soggetti politicamente attivi. Non vogliono la rivoluzione ma cambiamenti sì. E decidere sul futuro del loro Paese.

Chi sono i visi della nuova società civile della Russia e cosa esigono dal potere di Stato? Russia Oggi ha intervistato i manifestanti di corso Sakharov a Mosca. (Foto di Jan Lieske)

Foto: Jan Lieske

Maria, 31 anni, di Mosca, lavora nel commercio d'importazione. Suo marito Dmitri, 33 anni, di Magadan, lavora nel campo dell'antiquariato

“La prima manifestazione della nostra vita è stata quella del 10 dicembre 2011 in piazza Bolotnaya a Mosca. Questi spudorati brogli elettorali del partito Russia Unita ci hanno portato a scendere in piazza; è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Continueremo a manifestare finché il potere di Stato non si dimostri disponibile a dialogare con la popolazione. Secondo noi bisogna reintrodurre le elezioni dei governatori. Bisognerebbe cominciare con le elezioni del sindaco a Mosca. Inoltre ci vogliono urgentemente riforme del sistema giudiziario. Le leggi devono valere per tutti ed essere rispettate da tutti. Solo se noi cittadini siamo uniti c'è la speranza di cambiamento, non solo a Mosca ma anche in altre parti della Russia. In ogni caso siamo pronti a combattere”.

Foto: Jan Lieske


Igor, 31 anni, di Mosca, giornalista

“E' la mia seconda manifestazione; sono stato solo in piazza Bolotnaya il 10 dicembre. Secondo me queste elezioni non sono legittime. Ci vogliono nuove elezioni alle quali possano partecipare diversi partiti. Se non ci sarà una reazione da parte del governo, continuerò a partecipare ai comizi con la mia famiglia e i miei amici. Oggi ho incontrato tanti amici e ne sono molto contento. Per il futuro del mio Paese mi auguro una più semplice procedura di registrazione dei partiti. L'obiettivo principale di queste elezioni politiche è stato non votare Russia Unita. Ma non può essere questa la strada giusta. Ci vuole la pluralità dei partiti per far sì che noi cittadini possiamo avere veramente una scelta. Non può continuare così”.

Foto: Jan Lieske


Alexander, 34 anni, di Rostov sul Don, ingegnere

“Sono venuto appositamente a Mosca da Rostov solo per un giorno, per partecipare a questa manifestazione. Avevo già manifestato il 10 dicembre nella mia città. Mi sento responsabile per la mia patria ed è per questo che oggi sono qui. Sono indignato dai brogli elettorali e penso che bisogna finalmente sostituire queste persone al potere. È dagli anni Settanta che regna una stagnazione politica e Russia Unita e l'odierna élite politica ne sono la conseguenza. Ma qui nella folla ho visto altri visi, una nuova generazione che prenderà in mano il futuro di questo Paese. Il futuro del nostro Stato è nelle nostre mani. Sono contento di essere stato qui oggi”.

Foto: Jan Lieske


Sergej, 62 anni, di Mosca, pensionato

“Ero già stato in piazza Bolotnaja; è per questo che ho il nastro bianco. Di queste elezioni politiche mi ha scandalizzato l'arbitrio del potere di Stato. Anche sotto Boris Eltsin c'erano state delle irregolarità però almeno c'era ancora un certo pudore. C'erano dei brogli elettorali ma nell'ombra. Oggi si buttano spudoratamente le schede per Russia Unita nelle urne mentre quelle vere vengono strappate. E tutti ne sono a conoscenza. È per questo motivo che io ora sto manifestando. E sono contento di vedere così tanta gente diversa qui che probabilmente non si sarebbe incontrata in nessun altro luogo. Finché siamo uniti, io credo in un futuro per la Russia.”

Foto: Jan Lieske


Julia, 30 anni, di Mosca, copywriter

“E' la seconda manifestazione della mia vita. La prima è stata ovviamente quella del 10 dicembre. Voglio dimostrare al potere di Stato che i metodi di governare odierni non funzionano più. Abbiamo bisogno di cambiamento. In questa manifestazione oggi si sono riunite delle persone che hanno tutti dei visi molto piacevoli, i cui occhi brillano. Nessuno vuole la rivoluzione ma semplicemente essere ascoltato dal governo. Pacificamente. Per dare un futuro al nostro Paese bisogna innanzitutto lasciar fare ai giornalisti il loro lavoro, non limitarli, in maniera che possano per esempio parlare dei casi di corruzione. Bisogna non impedire a persone come il blogger Alexej Navalny di svelare la corruzione. Loro sono persone che non bisogna togliere di mezzo ma bisogna lasciarle fare in pace il loro lavoro”.

Foto: Jan Lieske


Nina Semenova, 89 anni, di Mosca, veterana di guerra

“Mi sono fatta un'idea molto positiva della manifestazione di oggi ed ero già stata in piazza Bolotnaja. Ho la sensazione che nessuno, neanche la polizia, che si è comportata in maniera molto garbata, possa ancora sopportare questo sistema. Sono contro questa banda di Putin che si è impadronita del potere statale e che si diverte a spese della popolazione. I giovani non hanno né un futuro né la speranza nel futuro; questa non è una vita: lavorano come pazzi e non guadagnano quasi niente. Neanche Hitler era riuscito a occupare Mosca ma Putin e i suoi seguaci sono riusciti a occupare il Cremlino. Questo potere di Stato criminale mi ha privato di tutto”.

Foto: Jan Lieske


Maria, 27 anni, di Mosca, giornalista

“La mia prima manifestazione è stata quella del 10 dicembre, adesso sono qui in corso Sakharov e non me ne pento per niente. Perché sono dell'idea che non è più tollerabile come il potere di Stato tratta noi cittadini. Sono stufa! Vedo anziani che mendicano in strada, i nostri genitori alla soglia della pensione   con una pensione di 11 mila rubli (circa 270 euro), scuole e asili corrotti e poi queste elezioni: è troppo! Continuerò a frequentare le manifestazioni, non si può più tornare indietro. Vedo che anche la polizia ora sta dalla nostra parte. Ho la sensazione che nella testa delle persone e anche della polizia si sia verificata una rivoluzione. E ne sono più che contenta. Noi tutti vogliamo il cambiamento”.

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