Ded Moroz (Nonno Gelo) e sua amata nipote Snegurochka (la fanciulla della neve) sono i protagonisti delle leggende dell'inverno russo (Foto: ITAR-TASS)
Durante i
primi giorni di dicembre le strade di Mosca sono riccamente decorate per le
feste natalizie con alberi di Natale e luci. La stagione dura fino all'inizio
di gennaio quando la maggior parte dei russi celebra il giorno di Natale il 7
gennaio, momento in cui le decorazioni natalizie sono ormai al sicuro nelle
loro scatole nella maggior parte delle famiglie europee.
In verità a
Mosca le celebrazioni iniziano il 24 dicembre, quando il Ded Moroz (Nonno Gelo)
ufficiale, una figura che rappresenta il leggendario Babbo Natale occidentale,
arriva nella capitale con sua nipote Snegurochka (la fanciulla della neve),
dalla loro residenza ufficiale nella vecchia città russa di Veliky Ustyug, 95 miglia
a Nord da Mosca. Sono loro i protagonisti principali delle festività invernali
russe e il loro arrivo viene festeggiato a Gorky Park.
Questo
evento è stato introdotto quando l'ex sindaco di Mosca Yury Luzhkov era al
potere. Accanto a questa nuova tradizione, buche delle lettere speciali vengono
installate nei parchi di Mosca nel mese di dicembre in modo che i bambini
possano inviare una lettera a Ded Moroz. Se indicano un indirizzo, riceveranno
una risposta da Nonno Gelo.
Come Babbo
Natale, Ded Moroz fa parte della tradizione, portando doni ai bambini in tutto
il Paese. Ma in Russia la data in cui svolge questo compito non è Natale, bensì
Capodanno.
Le origini dell'albero di Capodanno
Circa 300
anni fa, Pietro il Grande è tornato da un viaggio in Europa portando con sé un
albero di Natale. Anche altre tradizioni associate al Natale e al Capodanno -
come scambiarsi i regali - sono state adottate a quel tempo. Per due secoli,
Natale e Capodanno sono stati celebrati nello stesso modo del resto d'Europa.
Ma la situazione si è complicata dopo la Rivoluzione d'Ottobre.
I
bolscevichi, che sono saliti al potere nel 1917, hanno cambiato la tradizione.
Il regime ateo ha proibito alle persone di celebrare la nascita di Gesù Cristo
apertamente e ha persino vietato la decorazione degli abeti. I credenti,
nascondendo la loro devozione per la Chiesa ortodossa, hanno dovuto celebrare
il Natale in segreto. I membri del partito comunista potevano essere espulsi
per aver partecipato a una messa di Natale in una delle poche chiese ortodosse
rimaste.
Pochi anni
dopo, però, i funzionari di partito si sono resi conto che il Paese non avrebbe
potuto fare a meno delle sue festività invernali più sentite. Hanno quindi deciso
di permettere le celebrazioni ancora una volta, ma per il Capodanno - una giornata
che non ha niente a che vedere con il cristianesimo - e non per il giorno di
Natale. Autorizzando, tuttavia, alcune delle tradizioni legate al Natale, come
decorare gli abeti e scambiarsi i regali, da svolgere però il giorno di
Capodanno. Ded Moroz, un personaggio pagano nato dai racconti popolari russi, è
stato invitato a partecipare ai festeggiamenti di Capodanno.
La prima
celebrazione ufficiale sovietica del Capodanno si è tenuta nel 1937. Quell'anno,
Ded Moroz è apparso nella vita dei cittadini sovietici come il personaggio principale
delle celebrazioni del Nuovo Anno, portando i regali sotto gli alberi. Verso la
fine degli anni Quaranta, il Capodanno era diventato un giorno festivo.
Quando il regime
sovietico è crollato più di 50 anni più tardi, le celebrazioni legate al
Capodanno si erano ormai radicate nella coscienza popolare e ancora oggi questa
rimane la festa più amata e conosciuta della Russia.
In questo giorno, ogni anno, le famiglie usano riunirsi intorno a un tavolo bandito a festa e, subito dopo che l'orologio ha segnato la mezzanotte, bere champagne russo e poi scambiarsi i regali nascosti sotto l'albero da Ded Moroz in anticipo.
Il conflitto sui calendari
Il fatto che
il Natale abbia riacquistato popolarità dopo la fine dell'epoca sovietica non
ha compromesso in maniera significativa la tradizione di festeggiare il
Capodanno. Nel 1918 il Consiglio dei Commissari del Popolo ha decretato che il
calendario gregoriano (che era in uso in tutta Europa a quel tempo) avrebbe
sostituito il calendario giuliano. Una decisione che ha comportato uno
spostamento di 13 giorni nelle date.
Tuttavia, la
Chiesa ortodossa russa è rimasta fedele al calendario giuliano, il che
significava che, secondo il calendario gregoriano, la vigilia di Natale veniva
celebrata il 6 gennaio e il giorno di Natale il 7 gennaio. I cattolici, però,
hanno adottato il calendario gregoriano festeggiando il Natale a dicembre.
Il 7 gennaio
è stato dichiarato ufficialmente un giorno festivo nel 1991. E dal 2005 la
Russia ha beneficiato di un lungo periodo di vacanze di Natale: dal giorno di
Capodanno fino al 10 gennaio.
Le Chiese ortodosse continuano a celebrare le messe durante la vigilia di Natale, la più solenne delle quali si svolge a Mosca nella Cattedrale di Cristo Salvatore. La cerimonia è officiata da Kirill, patriarca di Mosca e di tutte le Russie e capo della Chiesa ortodossa russa, vi prendono parte i funzionari più importanti del Paese e l'evento viene trasmesso in diretta televisiva.
Il digiuno prima della festa
Le festività
invernali cristiane e laiche si completano a vicenda e creano una fantastica
atmosfera per le strade delle città russe e nei cuori sia dei credenti che dei
cittadini non ortodossi. L'unico piccolo problema che nasce dal fatto di avere
il giorno di Natale dopo Capodanno è che il numero crescente di credenti
ortodossi osserva un digiuno di 40 giorni prima di Natale, durante il quale il
consumo di latticini e carne è vietato e
il pesce è consentito solo in date specifiche.
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