Foto: Kommersant
La Nigeria con la neve. Ecco come il fondatore di Google Sergey Brin ha descritto la Russia in riferimento all'alto livello di corruzione. Quando si tratta di proprietà intellettuale, invece, gli occidentali associano la Russia a un altro Paese africano, la Somalia. A differenza dei loro fratelli del Continente Nero, i pirati nazionali non prendono in ostaggio le navi, ma i danni che causano (come affermano i titolari dei diritti) sono rilevanti. Questo si riferisce essenzialmente alla musica, ai film e ai software scaricati illegalmente. Si pensa che sia la ragione per cui molti prodotti di comunicazione occidentali non raggiungono la Russia nella loro versione con licenza. Tuttavia, l'attuale pirateria russa ha un volto umano, per di più progressista. I pirati credono che gli utenti dovrebbero pagare per i contenuti. Naturalmente, se sono messi in grado di farlo.
"Vede -, dice Stanislav Shakirov, capo del Partito Pirata russo. - Ci sono siti Web come ivi.ru, o, per esempio, fidel.ru. Il primo è una raccolta gratuita di film concessi in licenza, nel secondo occorre pagare una certa quantità di denaro per guardare i film (l'abbonamento è di circa 20 dollari al mese). Io e molti dei miei amici pagheremmo volentieri, per esempio, attraverso la pay-per-view o attraverso qualsiasi altro sistema se fosse semplice, comodo, con un prezzo ragionevole e se non ci fosse bisogno di annoiarsi con i Torrent".
Allora qual è il problema? Secondo le statistiche, il numero di utenti sui siti illegali di contenuti è in costante crescita, mentre i siti online dotati di licenza non possono vantare numeri impressionanti. Una canzone popolare tra i giovani MC Donatello dice: "Perché sulla terra hanno lanciato ivi.ru? Si sono dimenticati di Torrent?". Stanislav Shakirov afferma che questo atteggiamento è la causa di tutti i problemi: "Non abbiamo una cultura normale sui pagamenti. Lasciatemi spiegare con un esempio. Se si scarica un gioco da un Torrent occidentale la descrizione del gioco avrà certamente un inciso: Se ti piace, vai avanti e paga i suoi creatori. Gli utenti occidentali lo fanno in molti casi. A quelli russi non passerà mai neanche per la testa un'idea del genere: perché pagare se hai già ottenuto quello che ti serve".
Ma dovrebbero pagare. I pirati russi al giorno d'oggi non sono per la totale mancanza di contenuti a pagamento, ma per la riforma dell'attuale sistema di distribuzione del denaro. La riforma è un compromesso in grado di soddisfare tutti. Aiuterà a tutelare gli utenti sul diritto d'autore e (stranamente) gli autori guadagneranno anche più di oggi. "C'è un'organizzazione apposita, la Rao (Società degli autori russi)", dice Shakirov. "E' una gigantesca macchina con un meccanismo ben rodato e lobbisti nel governo. Che stanno facendo pressione per leggi assolutamente scadenti, come per esempio, l'idea di imporre delle tasse su ogni dischetto vuoto importato nel Paese. Eppure, gli autori ricevono solo il 45% delle tasse, il resto è utilizzato, in un modo o nell'altro, per le operazioni della Rao. In effetti, questa organizzazione agisce per il bene di tutti eccetto che degli autori".
Boris Turovsky, un rappresentante del Partito Pirata Internazionale, è d'accordo. "Il problema non è solo nel fatto che gli utenti russi non sono disposti a pagare per i contenuti, ma anche nell'assenza di modi normali di informare gli utenti (e anche gli autori!), cosa che potrebbe rendere tutto diverso. La vecchia generazione di musicisti e di registi è abituata a pensare in termini di mazzette, quindi sono assolutamente soddisfatti del sistema proposto da Rao. Gli artisti più giovani, naturalmente, possono sperimentare e mettere su Internet un album in stile Radiohead; adesso si scarica la musica e si paga quanto si può. Ma alla lunga sarà un danno".
L'attuale sistema - per quanto difettoso possa essere - non ha alternative? I pirati russi credono che ci sia un'alternativa. Dicono che ci dovrebbe essere concorrenza. La situazione attuale in Russia è così rischiosa perché gli utenti hanno poche opzioni: paga, guarda e non osare copiare! Tuttavia, anche Apple - un noto sostenitore del diritto d'autore - recentemente ha proposto "un'amnistia" per il download illegale. Grazie a iTunes Match, per 24,99 dollari l'anno è possibile aggiungere al catalogo di iTunes 25.000 brani da qualsiasi fonte, anche da Torrent. "Il mondo sta cambiando", dice Shakirov. "I detentori dei diritti d'autore hanno capito che devono cercare nuovi modelli di business per il profitto, quelli, cioè, che non violano i diritti degli utenti e garantiscono una vita senza problemi agli autori. Per esempio, Mosfilm ha aperto un canale con licenza su YouTube, che è davvero fantastico perchè permette di trarre profitto dalla pubblicità, senza la barriera del pagamento. Ma questo esempio è controbilanciato da centinaia di cause intentate da Rao per la presunta illegittima riproduzione di musica nei ristoranti".
I pirati affermano: il sostegno da parte dello Stato è necessario, soprattutto l'abolizione della persecuzione penale (articolo 146 del codice penale russo) per la violazione del diritto d'autore. "Che tipo di diritto d'autore intendono?" dice Boris Turovsky. "I funzionari russi ignorano le libere licenze internazionali". La legislazione russa deve rispettare le licenze come Creative Commons, Gnu Gpl / Gfdl, Bsd e altre, e contribuire ad attuarle in pieno. Altrimenti, dice il Partito Pirata Internazionale, questa è una politica che utilizza due pesi e due misure. Quello russo concorda: si dovrebbe partire da quanto detto sopra. Questo è un caso che richiede un ampio spettro di riforme. Solo allora il monopolio della Rao verrà scosso, emergeranno modelli di business competitivi e gli utenti potranno finalmente capire per che cosa e chi devono pagare.
Tuttavia, il governo russo è scettico su queste iniziative. Inoltre, le autorità difficilmente comprendono di cosa si sta realmente parlando e cosa questi giovani e arrabbiati uomini chiedono. Non molto tempo fa, il Ministero della Giustizia ha negato al Partito Pirata russo la possibilità di registrarsi ufficialmente. La ragione è assurda: il Ministero ha citato l'articolo 227 del codice penale. Questo articolo stabilisce la responsabilità per gli attacchi contro una nave o una barca.
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