I giocatori della Nazionale ucraina festeggiano un goal segnato in amichevole contro la Germania (Foto: Andrei Voloshin/ Ria Novosti)
Il 2012 sarà l’anno dei Campionati europei in Ucraina (e in Polonia), prima volta nella storia in cui il pallone rotolerà ad Est in una grande competizione ufficiale. Nonostante qualche ritardo, alla fine anche Kiev arriverà pronta all’appuntamento. Fondamentale non tanto per questioni calcistiche (la nazionale guidata da Oleg Blokhin non è certo tra le favorite) quanto perchè il Paese sarà al centro dell’attenzione continentale.
Il calcio avvicinerà un po’ di più l’Ucraina all’Europa e farà conoscere tramite i media e direttamente, nel caso di tutti coloro che faranno un salto dalle parti di Kiev, Dontesk, Leopoli e Kharkiv (queste le sedi che ospiteranno gli incontri), una nazione ancora legata in Italia a pochi nomi e stereotipi, come quello di Chernobyl o delle badanti.
Negli ultimi anni, a seguito della difficile transizione dopo il crollo dell’Unione Sovietica, l’Ucraina ha iniziato un percorso di avvicinamento all’Unione Europea, le cui speranze di successo erano state accelerate con la rivoluzione arancione del 2004 guidada da Victor Yushchenko e Yulia Tymoshenko. Poi, però, nonostante i proclami, era stato fatto poco o nulla per dare un vera sterzata verso Ovest.
Con l’arrivo alla presidenza di Victor Yanukovich, considerato inizialmente filorusso (soprattutto dopo gli accordi di Kharkiv), si erano invece portate avanti le trattative sull’accordo di associazione e sulla creazione dell’area di libero scambio. Ora che i progressi a livello tecnico sono stati fatti e sarebbe possibile compiere l’importante passo che significherebbe per Kiev un cambio di marcia e di direzione importante, è la politica a tirare il freno.
Il caso di Yulia Tymoshenko, l’ex primo ministro da qualche mese in carcere condannata a sette anni per abuso di potere e sulla quale pendono altre accuse e processi, ha bloccato la firma tra Ucraina e Ue, rischiando così di spostare il baricentro di Kiev più verso Est e verso Mosca.
Bruxelles ha legato l’accordo alla liberazione dell’eroina della rivoluzione arancione e alla sua partecipazione alle prossime elezioni parlmentari (2012) e presidenziali (2015). Yanukovich non pare proprio intenzionato a cedere e vuole tenere la sua rivale di sempre dietro le sbarre. Sembra insomma una situazione di stallo difficile da sbrogliare.
Il cielo su Kiev si è rannuvolato, perlomeno per quel che riguada un veloce approccio ai lidi europei. E così si fa avanti Mosca, con la quale – nonostante alcuni punti interrogativi da risolvere, a partire da quello del gas – c’è maggiore sintonia. Almeno in questa fase. Il Cremlino spinge per l’entrata dell’Ucraina nell’Unione Euroasiatica e offre maggiori vantaggi sul breve periodo. La Bankova ha sino ad ora sempre resistito alle avances russe, ma un peggioramentto delle relazioni con Bruxelles potrebbe anche fa cambiare idea. In attesa degli Europei di giugno 2012.
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