Studenti di Skolkovo festeggiano la conclusione dell'MBA
Le novità riguardano innanzitutto tutti i titoli di studio o di qualificazione conseguiti nei Paesi stranieri con cui la Russia abbia un accordo sul mutuo riconoscimento e l’equipollenza dei titoli di studio. Non solo, verranno riconosciute le lauree di una serie di altri istituti universitari stranieri il cui elenco tra breve sarà presentato per l’approvazione al Consiglio dei Ministri.
Secondo gli autori del documento, esso è finalizzato ad elevare la competitività della scienza e dell’istruzione pubblica nazionale mediante lo snellimento delle procedure che gli specialisti e scienziati stranieri devono affrontare per trovare lavoro o continuare gli studi in Russia. "La legge consente al sistema di istruzione pubblica russo di integrarsi nel processo mondiale", sottolinea Andrei Korovkin, esperto nel campo della previsione delle risorse lavorative.
"Dobbiamo essere integrati nel mondo che esiste. Se nel mondo i nostri titoli di studio sono riconosciuti in misura insufficiente a livello di massa, sarebbe ragionevole che un primo passo per correggere la situazione in questo campo fosse quello di far sì che gli specialisti che si siano laureati all’estero siano da noi nel campo del diritto", aggiunge.
Attualmente, secondo stime approssimative, nell’economia russa lavorano circa 150 mila persone in possesso di titoli di studio conseguiti all’estero. Peraltro, ora a questa categoria delle persone appartengono anche coloro che si sono laureati nelle ex repubbliche sovietiche. "Attualmente i criteri formali non hanno grande importanza per i datori di lavoro. Laddove c’è il reale bisogno di specialisti occidentali, non importa a nessuno se abbiano o meno un diploma di laurea", sottolinea Alexei Zakharov, capo del portale di reclutamento Superjob.ru.
Prendiamo qualsiasi grossa banca, società di consulenza o d’investimento: dappertutto ci sono specialisti, tra cui quelli russi, che non hanno lauree russe ma sono in possesso di lauree di Harward, Cambridge, Oxford. Ai loro datori di lavoro non importava mai se abbiano formalmente un titolo di studio ufficialmente riconosciuto in Russia.
"Peraltro, per una certa categoria di specialisti, - ritiene l’esperto,- la nuova legge ha una grande importanza. Il riferimento è ai cittadini russi che desiderano trovare un lavoro presso gli organi statali, ma non hanno titolo di studio russo. Per corrispondere formalmente ai requisiti relativi alla carica ricoperta, occorre affrontare la procedura di verifica del diploma di laurea. Ma sarà lunga! Per semplificarla è stata varata la legge in questione. Quando i cittadini russi si laureano all’estero e poi vanno in Russia a farsi assumere presso un ente pubblico, non avranno più nessun problema", ritiene il capo del portale Superjob.ru.
"Non ci sono motivi per ritenere che grazie al varo della nuova legge in Russia si riverserà un flusso di specialisti", dicono gli esperti. In questo senso questo provvedimento non implica nessuna minaccia ai russi in possesso di lauree nazionali. Quanto al mercato del lavoro, esso, secondo gli interpellati da La Voce della Russia, non dovrà subire dei cambiamenti radicali, anche se, indubbiamente, è un passo avanti verso la sua liberalizzazione.
Fonte: La Voce della Russia
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