Putin in tv non fa regali di Natale

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L'annuale diretta del primo ministro, a poche settimane dalle elezioni parlamentari, è stata l'occasione per affrontare i temi più scottanti d'attualità, dagli Usa a Prokhorov

Gli operatori del call center, incaricati di ricevere le chiamate, gli sms e le e-mail con le domande indirizzate al primo ministro Vladimir Putin in diretta tv per il suo discorso annuale, hanno riferito che la maggior parte delle domande pervenute riguardavano problemi socio-economici dei cittadini. Statistiche alla mano, il premier ha dimostrato che la vita in Russia è molto migliorata. A si è parlato anche dei risultati delle parlamentari e delle successive proteste di massa.

“L’opposizione esiste per contrastare il potere”, ha dichiarato il Putin, in lizza per le presidenziali. Senza riconoscere, né tantomeno smentire i brogli avvenuti durante il conteggio dei voti, il premier ha ribadito che il risultato delle elezioni parlamentari rispecchia il reale equilibrio delle forze politiche in campo. Lo scopo principale delle proteste è stato, a suo avviso, quello di influenzare i risultati delle prossime elezioni presidenziali, previste per il 4 marzo 2012.

“Chiederò alla Commissione Elettorale Centrale di installare delle telecamere in tutti i seggi elettorali così da evitare possibili frodi”, ha continuato. Vladimir Putin ha dichiarato, inoltre, di aver trovato divertente e spiritosa la foto, pubblicata sulla rivista Kommersant, che ritraeva una scheda elettorale con insulti indirizzati alla sua persona e che è costata le dimissioni del caporedattore Maksim Kovalskij. “Sappiamo chi c’è a Londra. Finché io sarò qui, loro non potranno tornare”, ha affermato il primo ministro, alludendo evidentemente al fatto che a Londra, dove è stata scattata la foto, vivono cittadini russi, contro cui, in patria, sono stati avviati procedimenti penali.

Ritornando a questioni di politica interna, Vladimir Putin ha ammesso di aver ideato personalmente il modello, attualmente in vigore, per la nomina dei governatori (di fatto, sono eletti dal Presidente). Il premier russo ha sottolineato che la scelta si rivelò necessaria all’inizio del 2000 per far fronte a una crisi che rischiava di far crollare il Paese, nonché per osteggiare gli avidi interessi personali di alcuni dirigenti regionali.

Secondo Putin, sarebbe il momento di pensare a una nuova procedura elettiva dei governatori, mantenendo, tuttavia, il filtro a livello presidenziale. Il nuovo modello da lui proposto prevede la nomina dei canditati a governatore da parte delle assemblee legislative delle singole regioni, la loro approvazione da parte del Presidente della Federazione e in seguito elezioni dirette segrete da parte della popolazione della regione.  Inoltre al Presidente è riservato il diritto di dimettere i governatori

Il premier ha proposto una procedura simile anche per la nomina dei rappresentanti del Consiglio Federale, la camera alta del Parlamento russo.  Vladimir Putin ha riconosciuto che “il nostro sistema multipartitico si trova ancora in una fase di formazione” ed “è necessario muoversi in direzione di una liberalizzazione”.

Alla domanda sulla candidatura alle elezioni presidenziali del miliardario Mikhail Prokhorov, il Putin ha risposto: “Non voglio dire che gli auguro buona fortuna, ma riconosco che si tratta di un avversario forte”.

“La Russia non è un ponte”

Diverse domande nel corso della diretta televisiva hanno riguardato il ruolo della Russia nel mondo, soprattutto la prospettiva della creazione di un'Unione Eurasiatica nei territori dell'Ex Unione Sovietica. Putin, ricordando i problemi che si trova ad affrontare in questo momento l'Unione Europea, ha risposto che non intende mettere troppa fretta al processo di integrazione nell’area post-sovietica.

Al regista Nikita Michalkov, convinto sostenitore del ruolo speciale della Russia in qualità di Stato eurasiatico, Vladimir Putin ha risposto che la Russia non è un ponte, bensì un Paese autosufficiente. Il fattore eurasiatico è solo un fattore aggiuntivo, che sarà sfruttato.  

“Perché non siamo insieme?”, ha chiesto al primo ministro, il politologo tedesco Aleksandr Rar, ricordando che, dopo la caduta dell'Urss, pochi dubitavano della rapida integrazione della Russia all’Europa (da non dimenticare che l’intervento televisivo del 15 dicembre 2011 si è svolto in contemporanea con il vertice Russia-Unione Europea, ndr).

Putin ha citato, innanzitutto, la “vastità” del territorio russo, che tutti temono. Poi ha parlato nel dettaglio del ruolo degli Stati Uniti, i quali “nutrono sospetti nei confronti del nostro potenziale missilistico e nucleare”. “Non dobbiamo rinunciare a questo potenziale per essere considerati degli alleati”, ha dichiarato. “I sospetti del passato ostacolano l’attuale sviluppo delle nostre relazioni”.

Con la promessa di costruire queste relazioni, Vladimir Putin ha precisato che “l’America non ha bisogno di alleati, bensì di vassalli”. Ha ricordato come l’Unione Sovietica “abbia tentato di imporre la propria volontà sui suoi cosiddetti alleati”, e come ciò abbia poi causato il suo crollo, e ha suggerito che gli Stati Uniti giungeranno allo stesso risultato. “La Russia dovrebbe spaventare di meno i suoi vicini”, ha concluso.

La questione della costruzione di ponti è riemersa successivamente, in ambito economico, quando Vladimir Putin ha ricordato il progetto per la realizzazione di un’infrastruttura che permetterà di allacciare dei collegamenti ferroviari con Europa e Giappone. A tal fine, sarà necessario costruire un ponte che unisca la parte continentale della Russia con l’Isola di Sachalin, da cui far poi partire un tunnel fino all’isola giapponese di Hokkaido. 

Niente regali di Natale

Questo è il decimo intervento in diretta tv  di Vladimir Putin con i concittadini russi. Si tratta di un appuntamento che si svolge ogni anno nel periodo natalizio. Negli anni passati, prima nel ruolo di Presidente, poi di primo ministro, Putin elargiva regali ai cittadini. Qualche anno fa, lo chiamò in diretta una telespettatrice di Nižnyj Novgorod lamentandosi del fatto che le autorità locali avevano deciso di chiudere i centri per la distribuzione di alimenti per bambini. Vladimir Putin non aveva ancora lasciato lo studio che il governatore locale aveva già ritirato la decisione. Un’altra volta una bambina siberiana richiese un abito elegante per le feste e lo ricevette; un’altra desiderava vedere l’albero di Natale del Cremlino e fu accontentata. Quest’anno il primo ministro e candidato alle presidenziali non ha promesso regali.

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