Uno scudo di retorica

Le autorità russe di più alto grado hanno promesso una risposta dura qualora l’Europa dispiegasse il sistema di difesa noto antimissile
Alexander Goltz

Lo scudo antimissilistico in Europa? La Russia non le manda a dire. Anche se in realtà, quando Dmitri Medvedev ha preso la parola, si è limitato ad annunciare l’inizio dei lavori relativi a una postazione per l’avvistamento a distanza a Kaliningrad. Una realizzazione che ha fatto calare la tensione, smentendo i rumors che ipotizzavano soluzioni più drastiche.

Per altro, il comandante delle forze spaziali, Oleg Ostapenko, ha promesso un mese fa di voler far sbarcare online la stazione di Kaliningrad, garantendo così trasparenza sulla situazione. Va detto comunque che il missile statunitense Standard 3-M non può, adesso né in futuro, essere in grado di colpire le basi di partenza dei missili nucleari russi. La “protezione” può essere fornita soltanto intercettando i missili balistici nemici in arrivo. In ogni caso, l’azienda Almaz-Antei non è riuscita a dare il via alla produzione in serie di questi sistemi difensivi, cosa che sta creando qualche malumore nella Federazione.

Medvedev ha fatto sapere che i missili russi saranno dotati di nuove testate altamente efficienti e ha assicurato che avranno caratteristiche tali da poter superare le difese missilistiche. Il Presidente ha anche “minacciato” di mettere a punto strumentazioni in grado di ostacolare il funzionamento dei sistemi informatici e di controllo delle installazioni missilistiche occidentali, se necessario. Cosa che non si riferisce ad attacchi con missili armati di testate nucleari, ma alla necessità per l’apparato militare russo di condurre un cyber-attacco contro i sistemi difensivi balistici statunitensi. Tuttavia, tenuto conto dei risultati estremamente limitati della Federazione in campo informatico, un contro-attacco dello stesso tipo da parte degli Stati Uniti potrebbe rivelarsi devastante.

La Russia ha fatto sapere all’Occidente che, in caso di tensioni prolungate, potrebbe tornare indietro sul fronte del disarmo e del controllo degli armamenti. Secondo Medvedev, la Federazione sarebbe legittimata a ritirarsi dal nuovo trattato Start. Tuttavia, nel momento in cui gli Stati Uniti e i Paesi della Nato hanno una superiorità schiacciante dal punto di vista delle armi convenzionali e di quelle nucleari, il controllo degli armamenti è vantaggioso soprattutto per la Russia. Pertanto, le dichiarazioni di Medvedev non costituiscono una minaccia militare, ma vanno piuttosto inquadrate nella normale dialettica tra leader di grandi Paesi.

L’autore, giornalista e analista, attualmente è vicedirettore del giornale online “Yezhednevny Zhurnal”

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